Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
Oggi 25 novembre viene ricordata la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ora più che mai importante dopo il recente femminicidio accaduto alla giovane Giulia Cecchettin uccisa per mano del suo ex fidanzato Filippo Turetta, per cercare di attirare l'attenzione su un male che sta dilagando ovvero quello del femminicidio.
Negli ultimi anni il numero di giovani donne uccise dai propri mariti, fidanzati, ex che non accettano la fine di una relazione è aumentato a dismisura.
E tutto questo fa paura.
Non solo per noi donne, dirette interessate, ma come ho scritto in altri miei messaggi la violenza in generale, che colpisce ogni tipo di essere vivente, umano o animale dovrebbe essere condannata.
I femminicidi sono solo la punta di un iceberg ben più grande.
Si pensi alle violenze di base omotransobiche, alle violenze di donne verso uomini che seppur minori, rare e molto meno dibattute esistono eccome, la violenza razziale, religiosa.
Purtroppo l'età moderna, la così tanto sventolata emancipazione non è servita a migliorare, bensì ha rivelato un malessere mondiale davvero enorme.
In occasione di questa giornata volevo dedicare un piccolo pensiero a tutte le vittime , ai famigliari, conoscenti, amici che hanno perso qualcuno a causa di queste forme di violenza.
Io in prima persona so cosa vuol dire perdere un'amica a causa della mente malata di un uomo.
La mia amica di scuola Alessia Della Pia è stata vittima di femminicidio nel dicembre del 2015...
Crediti: Google, wikipedia, wonews.it
Ma sapete perchè è stata scelta proprio questa data "25 novembre"?
Il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana, furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa) per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.
Quel giorno le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare.
Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.
Targa commemorativa dedicata alle sorelle Mirabal in rue de Prony a Parigi
Nel 1981, nel primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal.
Nel 2018 l'artista turco Vahit Tuna creò un'installazione per attirare l'attenzione del pubblico sulla questione della violenza domestica, e più particolarmente sul femminicidio.
Il memoriale era rappresentato da 440 paia di scarpe nere con tacco alto, poste su un enorme muro.
Ogni paio di scarpe rappresentava una donna che, in Turchia, era stata uccisa dal partner (soltanto nel 2018).
L'opera dell'artista fu ispirata a una tradizione funeraria di alcune regioni della Turchia, dove le scarpe dei deceduti venivano appese sulla porta di casa.
In questo caso, le 440 scarpe sono rimaste appese per sei mesi, grazie all'impegno della piattaforma artistica no-profit Yanköşe, fondata dalla catena di caffè Kahve Dünyası.
In conclusione vi riporto uno stralcio di un articolo tratto da wonews.it/ che trovo sia davvero attuale a distanza di anni e mi ci ritrovo perfettamente d'accordo.
"Il femminicidio è un fenomeno che non tutti ancora riescono ad inquadrare.
Spesso, i detrattori di coloro che aspirano a una parità di genere sostengono che non abbia senso parlare di femminicidio.
L'errore di queste persone sta nel pensare che il femminicidio significhi semplicemente "un uomo che uccide una donna".
Ma non è esattamente così.
Il concetto ha un significato più fine, che meriterebbe una riflessione da parte di tutti.
Il femminicidio, infatti, è un omicidio commesso ai danni di quelle donne che, per qualsivoglia motivo, rifiutano di aderire ad un'aspettativa maschile dettata da un'ideologia patriarcale, che pretenderebbe l'assoggettamento della donna.
Se una donna decide di interrompere una relazione con un uomo, l'uomo ha certamente il diritto di soffrirne, e di chiedere una discussione, un confronto. Ma deve accettare la decisione della sua partner.
Il femminicidio è effettuato da coloro che non sono in grado di considerare, accettare e legittimare una decisione da parte della donna.
Purtroppo, capita che alcuni uomini si sentano talmente in diritto di disporre liberamente della propria donna (e della sua volontà) da reagire con violenza quando scoprono che si trattava di una pretesa vana e tossica.
Per evitare che questo succeda serva un radicalmente cambiamento culturale ed educativo, anche (ma non solo) relativo a cosa significhi essere uomini nel XXI secolo."
Nella speranza che in futuro qualcosa possa cambiare magari con generazioni allevate al culto dell'amore e del rispetto invece che dell'odio e dell'imposizione...
