CITAZIONE (Valene @ 20/2/2022, 13:37)
E poi si torna a parlare del nucleare, secondo voi l'Italia farebbe bene a riaprire le centrali nucleari e sfruttare questo tipo di energia' Ci accusano di avere paura x via dei trascorsi di Chernobyl etc, ma se usassimo l'energia nucleare (che fra l'altro importiamo dalla Francia) pagheremmo meno? che rischi ci sarebbero? e se iniziassimo ad essere più auto-sufficienti con estrazioni di gas nostre?
No, non pagheremmo di meno. Di più:
https://grafici.altervista.org/basta-grafi...2022/#articolo1In breve, la costruzione di nuovi reattori nucleari è lunghissima (15-25 anni dalla decisione all'entrata in esercizio), costosissima ("il reattore gemello francese, iniziato a costruire due anni più tardi, il costo stimato è di ben 19,1 miliardi"), anche l'esercizio è costoso e, soprattutto, lo smaltimento (le scorie delle centrali chiuse nel 1986-7 sono ancora custodite in depositi "temporanei"). E i costi continuano ad aumentare, invece che diminuire.
Mentre l'eolico e il solare hanno qualche anno fa battuto in economicità le fonti energetiche tradizionali:
https://infogram.com/renewable-costs-2020-...30d0vdeg2x?liveNel 2020 il 62% dell'energia elettrica da fonte rinnovabile installato si è dimostrato capace di generare elettricità più economica della più economica fonte fossile, il carbone.
Questo soprattutto grazie al fatto che il costo dei pannelli fotovoltaici, per KWh generato, è sceso dell'81% tra il 2010 e il 2020, mentre il solare a concentrazione è calato del 50% e l'eolico del 31-32%:
https://www.irena.org/-/media/Files/IRENA/..._Highlights.pdfLa soluzione è chiara, ma necessiterà del rifacimento della rete trasmissiva nazionale, perché cambierà il modello di distribuzione: non più elettrodotti che dalle centrali si diramano verso i centri industriali e abitativi, passivi e a senso unico, ma reti di distribuzione capaci di autoregolarsi a seconda della diversa capacità di produzione regionale e della diversa richiesta energetica in ogni dato momento.
Non sarà né facile né economico, ma comunque di soldi se ne dovranno spendere lo stesso (la grande maggioranza delle centrali atomiche in esercizio sono vecchie e prossime al termine della vita utile) e la rete di distribuzione intelligente renderà più efficiente e facile anche la gestione delle centrali nucleari e a carburante fossile.
E ci si guadagna su altri fronti ancora, oltre che sulla bolletta: la salute (inquinamento dell'aria, della terra e dell'acqua molto inferiore), la cessazione dalla dipendenza di fornitura estera (sia di petrolio che di carbone, gas o uranio), migliori rapporti internazionali (perché le reti intelligenti lo sono tanto di più quanto più sono ampie, e quindi transnazionali) e maggiore promozione dell'industria e ricerca nazionale (nel fotovoltaico e eolico siamo ben più capaci che nel nucleare) e, se siamo in tempo, riduzione del riscaldamento globale e dello sconvolgimento del clima.
Infatti la crisi in atto ha spinto varie nazioni fin'ora titubanti o solo mezze convinte a darsi una gran bella mossa, la Germania prima di tutte, e nonostante qualche voce che propone il temporaneo ritorno al carbone o all'aumento del gas (le centrali ci sono già), è chiaro a tutti che il futuro va nella direzione del rinnovabile.
Si tratta solo di coordinarsi e di investire nel modo più efficiente.
La discussione sul far considerare il nucleare una fonte verde è stato un tentativo della Francia di ottenere soldi dalla UE per rinnovare parte delle sue centrali nucleari vicine alla dismissione, ma è giustamente fallito.
Ora, purtroppo fare programmi industriali-energetici su scala europea di medio-lungo termine con una guerra in corso non è certamente la cosa più facile e piacevole del mondo, ma si sta rafforzando la pressa di coscienza che si deve finalmente fare quello che si sarebbe dovuto fare di più e meglio negli ultimi 20 anni.