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Le "Porte dell'Inferno" potrebbero essere chiuse dopo 50 anni di fiamme...

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view post Posted on 22/1/2022, 16:53
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Le "Porte dell'Inferno" potrebbero essere chiuse dopo 50 anni di fiamme...

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Area geografica Darvaza, Provincia di Ahal
Stato Turkmenistan
Anno costruzione 1971
Stato attuale smantellata
Anno decommissioning 1971


Conoscete questo luogo così pericoloso e suggestivo?
Ne ho sentito spesso parlare in alcune discussioni ma non abbiamo mai approfondito meglio la vicenda, così in occasione di una news che ha iniziato a circolare nei vari tg e siti a tema mi sono decisa a dedicargli un articolo.

CREDITS: Google, wikipedia, vintagenews.com
Approfondimenti e traduzioni by Valene.

È stato annunciato che le Porte dell'Inferno, una dolina situata in Turkmenistan che è in fiamme da ben 50 anni, saranno estinte ( o per lo meno ci proveranno).
Tuttavia, questa attrazione turistica si estinguerà davvero dato che la stessa promessa è stata fatta dieci anni fa e non è mai stata attuata?


Il cratere gassoso Darvaza (in turkmeno «Garagum ýalkymy»),[1][2][3] noto anche come Porta dell'Inferno o Cancelli degli Inferi (il turkmeno «derweze» deriva dal persiano «دروازه» [darvaza] ovvero «cancello»),[4] è un cratere originato dal collasso di una caverna di gas naturale situato a Darvaza, in Turkmenistan.[5]
I geologi lo hanno intenzionalmente dato alle fiamme per impedire la diffusione di gas metano, e si presume che stia bruciando senza sosta dal 1971.

Il cratere è una popolare attrazione turistica.
Dal 2009, 50.000 turisti hanno visitato il sito.[6]
Il cratere del gas ha una superficie totale di 5.350 m².
La zona circostante è anche famosa per il campeggio nel deserto selvaggio.

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La zona circostante la porta dell'inferno, comprendente la zona usata a campeggio, circa duecento metri a sud del cratere

Geografia

Il cratere è situato vicino al piccolo villaggio di Derweze, situato nel Deserto del Karakum, 260 km a nord della capitale Aşgabat.
Il villaggio di Derweze Conta circa 350 abitanti, per la maggior parte della tribù Tekke che mantengono uno stile di vita seminomade[7].

Il nome "porta dell'inferno" è stato dato al sito dalla popolazione locale, per via del fuoco, del fango bollente e delle fiamme arancioni presenti nel grande cratere, che ha un diametro di 70 metri.[8][7][9].

Storia dell'incidente

Adesso è noto che sotto Derweze si trova un grande giacimento di gas naturale, ma nel 1971 alcuni geologi sovietici vi ubicarono una piattaforma di perforazione nella zona in cerca di petrolio[10].
Il terreno sotto la piattaforma crollò precipitando in una caverna piena di gas naturale[7][9] ed inghiottendo tutte le attrezzature degli scienziati[11].

L'incidente non causò vittime fra i ricercatori, sebbene non sia stato escluso che la grande quantità di gas sprigionatasi nei primi tempi possa aver determinato la morte di alcuni abitanti dei villaggi vicini[12].

Il timore che si potesse diffondere gas velenoso condusse i geologi ad innescare l'incendio nella speranza che il fuoco consumasse tutto il gas combustibile presente all'interno della caverna nel giro di qualche giorno. Tuttavia ancora oggi le fiamme continuano a bruciare inestinte[7][13].

Situazione attuale

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Alcune persone si affacciano sul cratere di notte

Allo stato attuale, il cratere presenta un diametro di 60–70 m e una profondità di circa 20 m[9][14] e tra gli autoctoni è diffusa la credenza che si tratti di un fenomeno soprannaturale[12].

L'esploratore e cacciatore di tempeste George Kourounis nel novembre 2013, in una spedizione finanziata in parte dal National Geographic, è stata la prima persona a scendere nel cratere[15].
Una volta giuntovi, ha raccolto campioni di terreno nei quali sono stati ritrovati batteri che sopravvivevano nonostante le condizioni estreme di temperatura[16].
Tali batteri sono stati trovati solo all'interno del cratere e non sui terreni circostanti[17].

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Kourounis ha raccontato la sua esperienza di prima mano: “Mentre stavo scavando nel terreno per raccogliere questi campioni di terreno, il fuoco iniziava a uscire dal buco che avevo appena scavato perché stava creando nuovi percorsi per l'uscita del gas dal cratere. Quindi, anche se dovessimo spegnere il fuoco e coprirlo, c'è la possibilità che il gas possa ancora arrivare in superficie e basta una scintilla per riaccenderlo".

In ragione del continuo bruciare di gas, il bagliore che nasce dal foro è visibile, di notte, da chilometri di distanza.

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Ciò ha fatto sì che, nonostante l'isolamento e il forte odore sulfureo esalato dalle fiamme che pervade tutta la zona, la "porta dell'inferno" diventasse una fra le mete turistiche più visitate del Turkmenistan[7][14].
I turisti hanno pubblicato su Internet molti video del cratere in fiamme[7].

Effetti della perdita di gas

La scelta di dare fuoco al deposito nel tentativo di frenare la perdita di gas naturale è stata dettata sia dalla sua tossicità, e dunque dalla pericolosità che avrebbe potuto costituire per le popolazioni e per l'ecosistema locale, sia dal fatto che il metano agisce come un gas serra con un'azione più marcata rispetto ai prodotti della sua combustione.
Va tuttavia precisato che i danni locali avrebbero avuto un impatto limitato, dal momento che la zona dove si colloca la "porta dell'inferno" è desertica e praticamente disabitata[12].

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Nonostante non si sappia quanto gas sia stato bruciato nella "porta dell'inferno", né quanto ancora ne possa bruciare, il Turkmenistan ha programmato lo sfruttamento del deposito di gas naturale.

Nell'aprile del 2010, in occasione di una visita al sito, il presidente del Turkmenistan Gurbanguly Berdimuhammedow ha ordinato, infatti, di chiudere il cratere o comunque di adottare misure che limitino l'influenza della perdita di gas rispetto allo sviluppo di altri giacimenti di gas naturale nell'area[14].

A quel tempo, il Turkmenistan annunciò piani per aumentare la sua produzione di gas naturale, con l'intenzione di aumentare le sue esportazioni di gas in molti paesi come Pakistan, Cina, India, Iran, Russia e anche in Europa occidentale, dal livello di produzione annuale di allora a un nuovo livello di produzione di 225 miliardi di metri cubi (7,9 trilioni di piedi cubi) entro il 2030.

Nel gennaio 2022, il presidente Berdymukhamedov ha dichiarato pubblicamente di voler fare estinguere l'incendio in modo da poter arginare gli effetti sull'ambiente e sulla salute pubblica.

Con questa nuova dichiarazione di intenti, il mondo attende ora di vedere se un incendio che brucia da mezzo secolo verrà finalmente estinto.

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Note

^ (EN) Bianca Soldani, Turkmenistan’s 'door to hell' has been burning for 45 years, in Topics, 24 giugno 2016.
^ (EN) Natasha Geiling, This Hellish Desert Pit Has Been On Fire for More Than 40 Years, in Smithsonian, 20 maggio 2014.
^ (EN) Elliott Davies, I traveled to the middle of the desert to see 'The Door To Hell', in Business Insider, 26 gennaio 2017.
^ (RU) Darvaza (Porta dell'inferno), su wikimapia.org.
^ (EN) Stephen Bland, Turkmenistan Has Its Very Own 'Gate to Hell', su vice.com, 8 aprile 2014.
^ Attrazione popolare turistico Darvaza, su ctvnews.ca.
Le “Porte dell’Inferno” in Turkmenistan, in Il Post, 16 febbraio 2013.
^ (EN) Marat Gurt, Turkmen president wants to close "Hell's Gate", su Reuters, 20 aprile 2010.
(EN) Rob Preece, The Door to Hell: Take a look inside a giant hole in the desert which has been on fire for more than 40 YEARS, in Daily mail, 27 luglio 2012.
Le stesse informazioni sono presenti anche nel seguente articolo:
(EN) What a ‘hell hole’!, in Daily Times, 14 settembre 2012.
^ (EN) Turkmenistan's fiery door to hell, in Earth, vol. 55, American Geological Institute, 2010, p. 22. .
^ (EN) Darvaz: the door to hell, su englishrussia.com.
(EN) “The Door to Hell”, Amazing Phenomenon in Turkmenistan, su theworldroamer.com, 20 novembre 2012.
^ Claudio Riccardi, Derweze, la porta dell’inferno: il fuoco che brucia da 40 anni in Turkmenistan, su tuttogreen.it, 30 agosto 2012.
(EN) Olzhas Auyezov, Paul Casciato, Turkmen president wants to close "Hell's Gate", in Reuters, 20 aprile 2010.
^ (EN) Corey Charlton, See you in Hell: Explorer becomes the first person to descend into Turkmenistan's 1,000C pit of fire which has not stopped burning since 1971, su dailymail.co.uk, MailOnline, 6 maggio 2015.
^ Charlton2015.
^ (EN) Christina Nunez, Q&A: The First-Ever Expedition to Turkmenistan's "Door to Hell", su news.nationalgeographic.com, National Geographic, 17 luglio 2014.

 
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view post Posted on 5/2/2022, 02:16

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Neanche l'inferno può stare tranquillo dall'attività umana!
 
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