Ripulendo il forum mi sono resa conto che la discussione aperta anni fa sulle Fotografie post mortem era piena di off topic, utenti cancellati , e poche foto... Cosi' ho deciso di cancellare quella discussione ed aprirne una nuova stavolta dedicata di piu' alla spiegazione dell'argomento e con alcune foto inserite nel topic...
ATTENZIONE!!!! QUESTA DISCUSSIONE CONTIENE FOTO CHE POTREBBERO IMPRESSIONARE I PIU' DEBOLI, SE PROSEGUITE A LEGGERE VI PRENDETE OGNI RESPONSABILITA' DI CIO' CHE VEDRETE.
CREDITS: Google, Wikipedia.it
Le fotografie post mortem sono una pratica fotografica sviluppatasi nell'epoca vittoriana e caduta in disuso attorno agli anni '40 del novecento
La fotografia post mortem di un uomo di mezza età. Il corpo è sistemato in modo da apparire vivo (circa 1860).
Storia
Genitori in posa con la loro figlia morta.
Prima dell'invenzione della dagherrotipia nel 1839, l'unico modo per tramandare la propria immagine era farsi fare un ritratto e moltissima gente non poteva permetterselo dati i costi elevati. I primi dipinti che raffigurano, per esempio, bambini morti in tenera età, compaiono tra il XVI e XVII secolo nell'Europa del Nord (Inghilterra) e in Spagna. Il ritratto post mortem era perciò un prerogativa delle classi più abbienti o addirittura degli artisti stessi: personalità come Luca Signorelli, Monet, Ensor, Picasso, Gauguin hanno elaborato il lutto facendo l'ultimo ritratto della moglie di un amico o di un bambino a loro caro. Dopo l'avvento della fotografia la gente iniziò a farsi fotografare assieme ai defunti per avere un ricordo indelebile di essi. Gli studi fotografici dell'epoca si organizzarono di conseguenza, organizzando le pose delle foto post mortem sia a casa del defunto, sia presso il loro studio.
L'addio al fratello perduto
Le foto post mortem furono particolarmente in voga nell'Epoca vittoriana, ove il tasso di mortalità infantile era molto elevato e non di rado le fotografie post mortem erano l'unica foto che i genitori avevano dei loro figli. Questo aspetto spiegherebbe perché i soggetti siano per lo più ritratti come se ancora fossero in vita; con gli occhi aperti, o così dipinti, o addirittura impegnati in piccole attività quotidiane.
Ultimo ritratto di famiglia
Tuttavia, l’abbondanza di fotografie post mortem che ritraggono soggetti di cui si conservano numerosi altri scatti (ottenuti quando questi erano in vita), non permette di affrettare conclusioni. Alcuni recenti studi tendono a dimostrare che l'usanza vada ricondotta a più antiche e radicate pratiche di tanatometamorfosi (trattamento delle spoglie). In questo caso, esse rappresenterebbero una sorta di mummificazione visiva, dove la sembianza di vita sia resa necessaria per esprimere lo stato di salute dello spirito del defunto.
La successiva invenzione delle carte da visite, cioè delle foto ritratto che consentivano di stampare più copie da un unico negativo, permise che le immagini fossero inviate ai parenti in ricordo dei defunti.
L'evoluzione dello stile
Vescovo siriano (ca. 1945).
Le prime foto post mortem raffiguravano solamente il viso o il busto ma raramente includevano la bara. Nel periodo dal 1840 al 1860 era di uso posizionare il cadavere in un divano, con gli occhi chiusi e la testa appoggiata a un cuscino, in modo da sembrare addormentato in un sonno profondo.
Negli anni a seguire si iniziò a rappresentare i cadaveri come se fossero in vita, seduti sulle sedie e con gli occhi aperti; i bambini, invece, sono spesso mostrati mentre riposano su un divano o in una culla, a volte con un giocattolo preferito o con degli animali domestici. I bambini molto piccoli venivano sovente fotografati nelle braccia della madre.
L'effetto della vita a volte è stato rafforzato aprendo gli occhi o dipingendoli sulle palpebre e le guance del cadavere venivano colorate di rosa.
Successivamente le foto post mortem si limitarono solamente a mostrare il soggetto in una bara, tralasciando la componente realistica della foto.
Questo tipo di fotografia è ancora praticata in alcune regioni del mondo, come l'Europa orientale e più in generale tra i fedeli delle chiese europee orientali sono diffuse foto di santi situati nelle loro bare. Ancora oggi nei cimiteri è possibile vedere questo genere di foto: esse ritraggono generalmente bambini morti pochi giorni dopo il parto.
Influenze culturali
•Nel film The Others la protagonista trova in casa un album fotografico di persone morte e fotografate come se fossero vive.
•Nel film Il messaggero - The Haunting in Connecticut la casa dove il protagonista va ad abitare con la famiglia era una camera mortuaria dove venivano fatte queste fotografie; nel film ne compaiono molte.
•Nel film Survival of the Dead - L'isola dei sopravvissuti il proprietario dell'isola ha alcune di queste fotografie.
•Nel film Blancanieves i familiari del defunto Villalta si fanno foto con il suo cadavere.
Bibliografia
•Ruby, Jay. (1995). Secure the Shadow: Death and Photography in America. Boston: MIT Press. •Burns, Stanley B. (1990). Sleeping Beauty: Memorial Photography in America. Twelve Trees Press. •Burns, Stanley B. & Elizabeth A.(2002). Sleeping Beauty II: Grief, Bereavement in Memorial Photography American and European Traditions. Burns Archive Press. •Orlando, Mirko. (2010). Ripartire dagli addii: uno studio sulla fotografia post-mortem. Milano: MJM Editore. •Orlando, Mirko. (2013). fotografia post mortem. Roma: Castelvecchi. •Vidor, Gian Marco.(2013). La photographie post-mortem dans l’Italie du XIXe et XXe siècle. Une introduction. In Anne Carol & Isabelle Renaudet 'La mort à l'oeuvre. Usages et représentations du cadavre dans l'art', Aix-en-Provence: Presses universitaires de Provence, 2013. •I Generi dell'Arte, Il Ritratto, Elisabetta Gigante, a cura di Stefano Zuffi, Electa Mondadori S.p.A., Milano, 2011
13 foto post mortem: bizzarrie del secolo Vittoriano La foto “post mortem” sembra abbia origine in Inghilterra, quando la Regina Vittoria ordinò che venisse fotografato il cadavere di un suo conoscente, o forse un parente, in modo che potesse avere la foto come ricordo. Da quel momento in poi, questa tradizione ebbe una notevole espansione in diverse parti del mondo: molte famiglie adottarono questa insolita usanza. I diversi componenti della famiglia posavano tutti insieme con il morto, che veniva preparato e posizionato come una bambola o una statua. Guarda la nostra gallery delle 13 foto “Post Mortem” più inquietanti e incredibili di sempre!
Sorelle in posa
Apparentemente, questa è un’ordinaria foto di famiglia: due sorelle giovanissime davanti all’obiettivo. Se concentrate però la vostra attenzione sulle braccia della ragazza in piedi noterete quanto esse siano rigide, quasi finte. Ebbene, la giovane in piedi è infatti deceduta da alcuni giorni, in seguito vestita e preparata di tutto punto per quest’ultimo ricordo.
Premuroso padre con la figlia tra le braccia
Affinché le foto fossero verosimili, i morti erano posizionati in modo che sembrassero addormentati o in posizioni comuni, quotidiane come quelle dei vivi. La foto qui sopra ne è un esempio lampante: sia il padre che la figlia infatti sono morti.
Bambino sulla sedia
Un’espressione terrorizzata Questa bambina conosceva perfettamente la realtà della situazione e la sua espressione rivela il terrore che prova: il bambino che la abbraccia ad occhi chiusi è infatti un cadavere.
Foto di gruppo L’atmosfera sembra rilassata e gioviale. In realtà è stata totalmente ricreata per quest’occasione: la foto post mortem della piccola sdraiata al centro
Un figlio malato Il bimbo tra le braccia dell’uomo coi baffi era deceduto pochi giorni prima per una grave malattia rara.
La bimba cadavere in posa Pensare che questi soggetti con gli occhi aperti, in posizioni di vita quotidiana sono invece morti e della vita non sapranno più nulla è veramente angosciante.
Mano nella mano La sorella deceduta è quella a sinistra mentre l’altra non sembra proprio a suo agio.
Uno sguardo (vuoto e malinconico) dalla finestra
La prima (e tristemente ultima) comunione
L’ultimo ricordo con la piccola
Un marito devoto Surreale la posizione del marito steso accanto alla moglie defunta
In vendita su E-bay
Ultima curiosità: la foto di questa bellissima bambina che però presenta i chiari segni del rigor mortis (come la muscolatura rigida) è in vendita su E-bay, come esempio di foto “post-mortem”!