So che distruggerò il cuore di tanti amanti di questa figura, precursore della mia natura e fonte di ispirazione per bei film.. ma anche grandi Ca..te.
Questi sono semplici spunti presi in prestito da Tommaso Braccini, dottore di ricerca di antropologia del mondo antico. Ho letto un suo libro (Prima di Dracula - Archeologia del vampiro) ed alcuni suoi trattati reperibili in Internet. Per me è un grande perchè riuscire ad indagare in una figura tanto evanescente e moderna come quella del vampiro non è affatto semplice. Io ho preso alcune nozioni ed ho cercato di metterle in un ordine consequenziale. Per ogni approfondimento vi invito a leggere il suo libro.
Il vampiro: figura folkloristica o letteraria?
considerazioni di Dampyr
Vampiro è una parola, un termine col quale si associa la figura del non morto, del demone, del maledetto, al quale la luce del sole e quella di Dio gli è negata così da doversi rifugiare nell’ombra, nelle tenebre e costretto a cibarsi di sangue, il fluido vitale per eccellenza, per non deperire. La vita gli è negata, la morte pure.
La figura del vampiro così descritta ha preso piede dalle paure profonde della gente, ma cosa vi è di vero?
Quando pensiamo ai vampiri il primo pensiero corre a Dracula, il vampiro per eccellenza: un morto vivente (revenant) che si nutre di sangue, che uccide senza pietà le proprie vittime con il famoso morso sul collo, tanto sensuale quanto doloroso e letale.
Cosa sappiamo in realtà dei vampiri? Le informazioni più semplici da reperire ci arrivano da romanzi e film; vediamo quindi di fare un identikit del vampiro.
1)
E’ un non morto.Questo è il concetto base e quello più diffuso ma esistono però delle eccezioni.
Nel film “Lasciami Entrare” Eli , la vampira, risponde ad Oscar di essere sì un vampiro ma di non essere morta.
In quanto esseri già morti per essere eliminati devono essere bruciati, smembrati o essere trafitti nel cuore.
2)
Non può vivere alla luce del sole.Anche questo aspetto, dato come fondamentale nella figura del vampiro, in realtà presenta delle grandi eccezioni. Già con Bram Stoker il suo conte Dracula poteva camminare liberalmente alla luce del giorno a patto che si fosse nutrito e con poteri limitati.
Con Twilight poi il concetto è completamente stravolto, dando al vampiro il problema di mostrarsi alla luce del sole per un’anomalia della pelle e non per la pericolosità del sole.
3)
La sua immagine non si riflette negli specchi.Il concetto di non riflettersi si lega profondamente al concetto di essere morti e quindi di non avere più un’anima. E’ infatti noto anche nel nostro folklore che l’anima abbia la capacità di riflettersi nello specchio, da qui l’usanza di coprire gli specchi in casa di un morto perché la propria immagine non distragga la dipartita del defunto.
4)
Ha i canini prominenti.I canini a modo di zanne rendono l’immagine del predatore e lo accostano al pipistrello vampiro che usa i suoi denti aguzzi, quattro canini e due incisivi, per ferire la preda e poterne succhiare il sangue.
Il problema di poter essere facilmente identificato da questa caratteristica spinse alcuni scrittori ad introdurre il concetto di denti retrattili, ossia a scomparsa.
Successivamente venne introdotta una più mostruosa dentatura affilata (30gg di buio), ma ci sono vampiri che devono fare i conti con dentature umane inappropriate come nel caso di “Rise – La setta delle tenebre”
5)
Bevono sangue.Sì decisamente, è la caratteristica che definisce un vampiro, il sangue è l’unico alimento che può assumere un vampiro ma le modalità cambiano. “Intervista con il vampiro” ci insegna che i vampiri possono bere solo sangue vivo, ossia prelevato da un corpo vivo, pena l’intossicazione.
In altri film come “Lasciami Entrare”, “Twilight”, “La setta delle tenebre”, i vampiri possono bere anche sangue morto e quindi conservarlo in bottiglie da stappare all’occorrenza. Questo aspetto semplifica letterariamente la convivenza del vampiro nella società moderna dandogli la possibilità di non farsi notare lasciandosi dietro scie di cadaveri, giustificando quindi la possibilità che tali creature esistano ma si celino alla perfezione tra gli umani.
Peccato che chi faccia uso di questo stratagemma non si sia posto il problema della coagulazione e del deterioramento molto veloce del sangue e quindi l’impossibilità di conservarlo per più di qualche ora: altro che il bottiglione da 5 litri di Lucy Liu in “La setta delle tenebre”.
A chi sta pensando agli anticoagulanti dico solo che un’assunzione prolungata potrebbe portare a emolisi, emorragie interne ed alla morte stessa.
6)
Hanno abilità fisiche (super poteri) e poteri magici.La connessione con il soprannaturale è alla base delle credenze e del mito del vampiro.
In quanto essere delle tenebre, creatura demoniaca, possiede le arti magiche oscure e poteri fisici che lo rendono incontrastabile dai semplici umani: sensi sviluppati tipici dei predatori, velocità, sfidano la gravità, si trasformano in animali, ecc..
7)
Sono vulnerabili alle icone religiose Cristiane e all’aglio.In quanto esseri demoniaci possono essere combattuti con gli strumenti di Dio o con rimedi popolari come l’aglio, il cui odore li terrebbe lontani.
Questi sono gli elementi che identificano comunemente la figura del vampiro, alcuni, a buona ragione, sono stati introdotti in tempi recenti per evolverne la figura e inserirla più comodamente nella società moderna, altri sembrano legati a tradizioni popolari e al folklore. Possono questi elementi portarci indietro nel tempo e come con un filo d’Arianna farci arrivare alla fonte del mito?
Partiamo per una volta dal percorso inverso, dai giorni d’oggi per arrivare alle origini.I film ci presentano la figura di un vampiro moderno, affascinante, con super poteri, immortale, e con un animo perfino gentile, così da non fare veramente paura ma addirittura far sognare gli adolescenti.
Appena pochi decenni fa però il vampiro era un mostro, classica figura dei film horror, che si palesava quale demone che è, mutaforme, assassino, asservito alle forze del male.
Il romanzo più conosciuto che ci mostra il vampiro in questi panni è il Dracula di Bram Stoker del 1897. In questo romanzo compare per la prima volta il redivivo principe Vlad III, sanguinario personaggio storico che deve la sua fama alle atrocità compiute in battaglia, nel nome della difesa dei confini della Cristianità.
Da sanguinario, in quanto versa sangue in battaglia e spaventa i nemici per la sua crudeltà, a sanguisuga, il passo è breve.
Ma possiamo considerare il conte Dracula un vampiro perché ce lo racconta Stoker? Certo che no!
Stoker a sua volta verosimilmente prese spunto dal romanzo di John Polidori,” Lord Ruthven” del 1819.
Questo racconto mostra il vampiro, che poi vestirà i panni di Dracula, come un nobile ed aristocratico, con un fascino perverso.
Polidori sembra il nodo cruciale dell’indagine, prima di lui nessun autore aveva narrato vicende di una creatura così ben delineata e averne dato il nome di Vampiro; eppure senza andare troppo in la con gli anni, in epidemie come quella del 1830 a Nasso si urlava ai Vourkolakes , capaci di passare attraverso fessure nei muri e sotto le porte, fatti che ci ricordano molto la trasformazione in nebbia dei vampiri.
I conti però non tornano, perché queste creature dai resoconti della popolazione non bevevano sangue ne mietevano vittime, ma si limitavano ad infastidire le persone e mettere a soqquadro le case come i più ben noti spiritelli dispettosi.
I Vourkolakes sono esseri ben presenti nella tradizione popolare Greca, che sebbene abbiano anche loro avuto una trasformazione di identità nei secoli sono accostabili ai revenant già dalla storia di Flinnio e Macate, una novella andata perduta e ritrovata solo in parte in un codice medievale del IX secolo, il Palatino Grceo 398 di Heidelberg.
Il non mortoEliminati vari tratti somatici ed aspetti letterari, quella del non morto sembra l’unica strada perseguibile per indagare sul folklore Europeo alla ricerca dei vampiri.
Quasi ogni nazione ha i suoi morti viventi o zombie, ricordiamo i Draugr Islandesi gli Upir slavi e i Vourkolakes ( Vrykolakes, Burculaca, Vroucolacas) Greci.
Nel 1645 Leone Allacci, teologo, uomo di fede con forti legami con la chiesa di Roma racconta così la sua esperienza ne il "Graecorum hodie quorundam opinationibus"
Il "Graecorum hodie quorundam opinationibus" è un racconto/trattato, a volte in forma epistolare con l’amico e medico Paolo Zacchia, nel quale sono narrate le avventure di Allacci in Grecia e nell’est Europa, con le loro superstizioni, folklore e la propria diretta testimonianza di fronte ai “Burculaca”, termine slavo per il più ben noto vampiro:
“Il burculaca… del quale non può essere immaginato nulla di più terribile o pernicioso
nei confronti del genere umano… Si tratta del cadavere di un malvagissimo uomo, un
criminale, spesso anche scomunicato dal suo presule. Tale cadavere non si dissolve e torna
polvere come gli altri corpi dei defunti, ma, come se fosse fatto della pelle più solida, si gonfia
e si dilata in ogni sua parte, al punto che è difficile piegarne le membra; e la pelle, tesa come un
tamburo, se viene colpita risuona proprio come un tamburo…..
Un demone entra nel corpo così deformato, e causa disgrazie ai miseri mortali. Spesso infatti
esce dal sepolcro sotto le spoglie di quel cadavere, e girando per la città ed altri luoghi abitati,
soprattutto di notte, si reca ad una casa di suo gradimento, e, bussando alla porta, chiama a gran
voce uno degli abitanti della casa. Se quello risponde, per lui è finita: muore infatti il giorno
successivo. Se non risponde, è salvo……
Perciò gli abitanti, quando vedono morire molti
uomini senza che ci sia un’epidemia in atto, sospettando quello che sta succedendo, aprono le
tombe in cui è stato sepolto qualcuno di recente, e prima o poi scoprono un cadavere non
ancora corrotto, gonfio; e dopo averlo tirato fuori dalla tomba, mentre i sacerdoti recitano le
preghiere del caso, lo gettano in un rogo ardente; e prima che le preghiere siano finite, i
legamenti del cadavere si dissolvono visibilmente, ed il resto si riduce in cenere………
E non bisogna dire che quei corpi visti e dati alle fiamme dagli uomini
siano frutto di immaginazione o fantasia, giacché vedono veramente il vero corpo di un morto……
Allo stesso modo, anche un demone può plasmarsi,
con la materia che voglia, un corpo a somiglianza di chi voglia, al punto che chi veda
quest’apparizione non esiterà a dichiarare sotto giuramento di aver visto la vera
immagine dell’uomo in cui si è imbattuto; e tuttavia non avrà visto nulla di reale, ma solo una
finzione demoniaca. Il demonio può anche, con minor fatica, impossessarsi del corpo di un
morto e, penetrando in esso, spostarlo qua e là come se fosse il proprio, e fare per mezzo di esso
quel che farebbe se fosse vivo, per quanto sia incapace di riprodurre le funzioni vitali. Chi
dunque potrebbe essere così stolto da negare che il demonio, capace di trasformarsi nell’angelo
della luce, non possa tirare fuori dalle tombe il corpo gonfio e fetido di un bulcolaca, e che
camminando in esso non possa preannunciare sciagure ai mortali e fare del danno?”
In queste righe, oltre che ritrovare il simpatico aneddoto di “Lasciami entrare”, si fa menzione alla natura demoniaca del non morto; sebbene l’elemento del sangue non sia ancora presente, il Burculaca sembra essere il progenitore di quello che diverrà il vampiro.
Tutto il testo lascia molto a pensare, soprattutto a Karen Hartnup, unica studiosa che si sia occupata specificamente in anni recenti, del De Graecorum…; ha sostenuto che il brano sui burculacae sia sostanzialmente artificioso scritto con la volontà di alterare i fatti alla luce delle credenze cattoliche e non corrisponda alla realtà ipotizzabile del luogo e dell’epoca.
Oggi sappiamo che vari fenomeni come il rigonfiamento, la fuoriuscita di sangue dagli orifizi, il sudario inghiottito dal morto fanno parte del processo di decomposizione del cadavere.
Il termine VampiroProprio il tipico rigonfiamento dell’addome sembra all’origine del termine Vampiro; infatti tra le radici della parola più valide e gettonate vi è il termine slavo Vamp e quello germanico Wampe che indicano il pancione di una persona obesa, la stessa pancia gonfia indicata in Grecia col termine tympanos, ‘tamburo’ coi quali venivano indicati i revenants.
Il sangue e le stregheAlla pancia gonfia veniva dato il significato che il morto si era cibato da poco; ma di cosa? Di sangue direte voi.
No! I morti riesumati in assenza di decomposizione evidente si diceva avessero con loro nella bara frutta fresca. Altre voci ed il folklore locale sia Greco che Slavo raccontano dell’usanza di mangiare fave, chiamate appunto “il cibo dei morti”.
Tra gli esseri che nel folklore bevono sangue si trovano al contrario le streghe. Anche da noi in Italia la tradizione ed i modi di dire ci confermano ancora questa credenza: mia nonna per esempio quando qualcuno si svegliava trovandosi un livido diceva che erano state le streghe che avevano lasciato un succhiotto.
Il lupoGli stessi termini coi quali venivano indicati i revenats a volte finivano per indicare un’altra figura mitologica, quella del lupo mannaro.
Il lupo viene accostato alla figura del vampiro prima come amico e seguace del non morto, come animale nel quale si poteva trasformare o in un suo nemico, in base all’interpretazione che si dava a ciò a cui si assisteva e alla manipolazione religiosa che vi era dietro.
Così ad esempio i cani randagi che riesumavano i cadaveri per nutrirsene venivano visti come cacciatori di revenats, ma chi ne vedeva uno uscire da una tomba giurava che era il demone che si era trasformato in lupo.
Al lupo, che veniva visto leccare le ferite dei caduti in battaglia, veniva attribuita la capacità di riportare in vita le persone, questo perché qualcuno plausibilmente non ancora morto ma solo ferito, veniva visto rialzarsi e correre via. E chi non lo farebbe con un lupo che ti ha scambiato per una bistecca?
Era quindi il lupo e non il Burcolaca a bere sangue e ad avere la facoltà di riportare in vita le persone.
Chi è il vampiro?Torniamo quindi all’elenco di caratteristiche che avevamo preso in considerazione all’inizio.
Un vampiro è:
1) Un non morto – Burcolaca, Vrikolakas
2) Non può vivere alla luce del sole – I morti si dice potessero risorgere solo la notte per opera del maligno. Il sole inoltre simboleggia la luce, Dio in contrapposizione al lato oscuro del male.
3) L’immagine non si riflette – In quanto morto vivente non ha un’anima. Forse anche perché venduta al Diavolo.
4) Ha i canini prominenti – E’ un accostamento al pipistrello vampiro e all’idea di predatore.
5) Bevono sangue – No! Le streghe ed i lupi sì, così come il pipistrello ma non c’è traccia in racconti precedenti il 1800.
6)Hanno abilità fisiche (super poteri) e poteri magici - No! Alla figura del revenants vengono a volte attribuiti poteri magici se questi era uno stregone in vita, ma solitamente si parla di morti viventi che disturbano la quiete e creano danni agli oggetti; al più scuotono letti o trasmettono malattie. Solo in alcuni racconti la morte nel sonno venne imputata al fatto che un revenant si era seduto sopra il corpo della vittima soffocandola. Niente poteri particolari, ma solo degli orrendi zombie che urlano e disturbano la quiete notturna.
7) Sono vulnerabili alle icone religiose Cristiane e all’aglio – i fenomeni di isteria, che le epidemie a volte scatenavano, spingevano la chiesa a schierarsi con il popolo terrorizzato ed approfittarne per potersi appropriare del potere di sconfigger il demonio che risiedeva in quei corpi. Questo sia per evitare i numerosi fenomeni di riesumazione ed il conseguente scempio che si faceva del cadavere, sia per appropriarsi della fiducia del popolo e guadagnare potere e consensi.
Cosa resta allora?La figura del vampiro come la conosciamo oggi sembra essere un incontro di credenze, il frutto insomma di un’ottima ricerca per il personaggio di un libro.
Se estrapoliamo il giudizio della cultura dell’epoca e soprattutto il pregiudizio religioso che ha fatto del vampiro un mostro cosa ne rimane? Nulla.
In un susseguirsi di racconti e leggende che vanno di anno in anno a prender forma per suggestionare o intrattenere, torniamo ai giorni d’oggi, dove il non più cattivo vampiro preferisce uccidere il feroce (ma protetto dalla legge) puma, piuttosto che il dolce ed indifeso bambi.
Se facciamo lo sforzo di guardare al di là del termine vampiro scopriremo che i Nenets sono una popolazione nomade Siberiana che si ciba di carne cruda e sangue. I Suri come altre tribù Africane bevono sangue di bue come passaggio all’età adulta, per festeggiare il capodanno ma soprattutto come sostentamento, essendo la loro dieta molto povera di proteine animali. Così anche in Nepal ad Agosto si tiene un raduno di 7gg nel quale si beve sangue di Yak, come rito propiziatorio e perché si crede contenga proprietà mediche.
Mi dispiace dire che purtroppo, oltre a Babbo Natale come lo conosciamo che è un’idea della Coca Cola, pure il vampiro è un espediente letterario anche se ben congeniato.
Dovrebbero imparare gli sceneggiatori di Hollywood, che oltre a non avere nuove idee ne hanno così abusato da renderla una figura ridicola.
FONTI:LEONE ALLACCI "Graecorum hodie quorundam opinationibus"
TOMMASO BRACCINI "Prima di Dracula"
Edited by Valene - 21/11/2019, 20:40