IL NATALE "PAGANO"
Forse non tutti conoscono l'origine del Natale, oppure tendono a tener fede a ciò che il cristianesimo ci ha insegnato e sostiene.
Dato che questo argomento è saltato fuori spesso in varie discussioni , e orami siamo in piene festività natalizie mi sembrava giusto parlare un pò di tutto quello che la riguarda.
Vi starete chiedendo cosa centra il Natale col Paganesimo e anche l'albero di Natale?
Ve lo spiego subito....
Per chi di voi conosce già la religione Wicca e la festa di Yule vi suonerà certamente una campanella nella mente, poiche' è proprio a questa festa che si ricollega il Natale come lo conosciamo .
CREDITS: Google, wikipedia.
Approfondimenti e traduzioni by Valene.
Il Natale pagano diventa cristiano
Il Natale come giorno della nascita di Gesù Cristo nasce in tempi recenti, intorno al IV secolo dopo Cristo.
Poiché i Vangeli non facevano alcun riferimento ad un'eventuale data di nascita, la Chiesa, che originariamente non festeggiava la nascita di Gesù, decise di fissare una data da celebrare, per arginare i culti pagani e possibilmente inglobarli nelle proprie celebrazione.
Nel corso degli anni furono commemorate le date più disparate: il 6 gennaio, il 25 marzo, il 10 aprile, il 29 maggio.
La Chiesa d'Oriente si decise per il 6 gennaio che era, presso i Greci, il giorno dell'Epifania (apparizione) di Dionysos.
Per la Chiesa D'Occidente la data del 25 dicembre apparve ufficialmente nel corso del quarto secolo dopo Cristo, al fine di fare coincidere la nascita di Gesù con le festività del solstizio d'inverno e della nascita del Sole, celebrate da tempo immemorabile dai popoli europei.
In entrambi i casi ciò che il Cristianesimo fece fu di incorporare nelle proprie tradizioni popolari preesistenti.
I dottori della Chiesa, infatti, si resero conto che gli stessi cristiani avevano una certa inclinazione per quei festeggiamenti pagani: così stabilirono che la natività dovesse essere solennizzata in quel giorno e la festa dell'Epifania il 6 gennaio.
L'origine pagana della festa di Natale è implicitamente riconosciuta anche da Sant'Agostino, quando esorta i fratelli cristiani a non celebrare in quel solenne giorno, come facevano i pagani, il sole, bensì colui che aveva creato il sole.
Nel 1100 il Natale era diventata la festa religiosa più importante dell'Europa. La sua popolarità crebbe fino alla Riforma, quando molti cristiani cominciarono a considerare il Natale una festa pagana, e in Inghilterra e in alcune colonie americane, venne considerata fuorilegge.
Tuttavia ben presto il Natale riconquistò il primo posto tra le celebrazioni cristiane, diventando la festa più amata.
La festa cristiana si intreccia con la tradizione popolare.
Prima del Natale Cristiano c'era la festa del Fuoco e del Sole, perchè in questo periodo c'è il solstizio d'inverno, cioè il giorno più corto dell'anno, e da questa data le giornate iniziano ad allungarsi.
Per altre info vi consiglio questo articolo Natale: dalla pagana festa del Sol Invictus, al divino bambino portatore di luce
Nell'antica Roma si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura ed era un periodo di pace, si scambiavano i doni, e si facevano sontuosi banchetti.
Tra i Celti invece si festeggiava il solstizio d'inverno.
Nel 274 d.C. l'imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre si festeggiasse il Sole.
E' da queste origini che risale la tradizione del ceppo natalizio, ceppo che nelle case doveva bruciare per 12 giorni consecutivi e doveva essere preferibilmente di quercia, un legno propiziatorio, e da come bruciava si presagiva come era l'anno futuro.
Il ceppo natalizio nei nostri giorni si è trasformato nelle luci e nelle candele che addobbano case, alberi, e strade.
E siamo ai giorni nostri, il nostro Natale deriva da tradizioni borghesi del secolo scorso, con simboli e usanze sia di origine pagana che cristiana.
Il natale è anticipato dalla vigilia, che dovrebbe essere una giornata di digiuno e di veglia a cui ci si prepara ai festeggiamenti delle feste.
Invece riguardo l'albero di Natale ed i suoi addobbi...
Il Natale quasi coincide con una delle tradizionali feste pagane - il solstizio invernale (21 dicembre), che in inglese si chiama Yule: e' anche un sabbat della Wicca (come spiegato poco più sopra).
Decorazioni pagane includono il vischio e il ceppo e l'albero di Yule (identico con quello Natalizio).
Disegno del 1864 che raffigura il trasporto del "Tronco di Yule".
Yule
Nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, Yule era la festa del solstizio d'inverno.
Nel paganesimo e nel neopaganesimo, soprattutto in quello germanico, rappresenta uno degli otto giorni solari, o sabbat; viene celebrata intorno al 21 dicembre nell'emisfero settentrionale e intorno al 21 giugno in quello meridionale.
Relazioni con il Natale moderno
Quando i missionari iniziarono la conversione dei popoli germanici, adattarono alla tradizione cristiana molti simboli e feste locali (fu lo stesso Gregorio Magno, tra gli altri, a suggerire apertamente questo approccio alle gerarchie ecclesiastiche).
La festa di Yule venne quindi trasformata nel Natale, mantenendo però alcune delle sue tradizioni originarie.
Fra i simboli moderni del Natale che parrebbero derivare da Yule compare, fra l'altro, l'uso decorativo del vischio e dell'agrifoglio e l'albero di Natale (anche se, probabilmente, la tradizione dell'albero di Natale è collegata al mito di Attis - Cibele: un tempo l'anno nuovo iniziava all'equinozio di primavera, in gran parte dei paesi mediterranei: a Roma il 21 marzo si addobbavano grandi pini in omaggio all'anno nuovo e alla nuova stagione).
Così come gli alberi da frutta, anche i sempreverdi sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale.
L'albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l'anno, è un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l'oscurità dell'inverno.
La birra e il pane venivano offerti agli alberi in Scandinavia.
L'albero di Yule rappresentava la fortuna per una famiglia così come un simbolo della fertilità dell'anno che sarebbe arrivato.
Storia
Nel periodo d'Avvento, una rappresentazione molto richiesta era legata al brano della Genesi sulla creazione.
Per simboleggiare l'albero «della conoscenza del bene e del male» del giardino dell'Eden si ricorreva, data la regione (Nord Europa) e la stagione, ad un abete sul quale si appendevano dei frutti.
Da quell'antica tradizione si giunse via via all'albero di Natale dei giorni nostri, di cui si ha una prima documentazione certa risalente al 1512 in Alsazia.
L'immagine dell'albero (specialmente sempreverde) come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema pagano, presente sia nel mondo antico che medioevale e, probabilmente, in seguito assimilato dal Cristianesimo.
La derivazione dell'uso moderno da queste tradizioni, tuttavia, non è stato provato con certezza.
Sicuramente esso risale almeno alla Germania del XVI secolo. Ingeborg Weber-Keller (professore di etnologia a Marburgo) ha identificato, fra i primi riferimenti storici alla tradizione, una cronaca di Brema del 1570, secondo cui un albero veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta.
La città di Riga è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale della storia (vi si trova una targa scritta in otto lingue, secondo cui il "primo albero di capodanno" fu addobbato nella città nel 1510).
Precedentemente a questa prima apparizione "ufficiale" dell'albero di natale si può però trovare anche un gioco religioso medioevale celebrato proprio in Germania il 24 dicembre, il "gioco di Adamo e di Eva" (Adam und Eva Spiele), in cui venivano riempite le piazze e le chiese di alberi di frutta e simboli dell'abbondanza per ricreare l'immagine del Paradiso.
Successivamente gli alberi da frutto vennero sostituiti da abeti poiché quest'ultimi avevano una profonda valenza "magica" per il popolo.
Avevano specialmente il dono di essere sempreverdi, dono che secondo la tradizione gli venne dato proprio dallo stesso Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici.
Non a caso, sempre in Germania, l'abete era anche il posto in cui venivano posati i bambini portati dalla cicogna.
L'usanza, originariamente intesa come legata alla vita pubblica, entrò nelle case nel XVII secolo ed agli inizi del secolo successivo era già pratica comune in tutte le città della Renania.
L'uso di candele per addobbare i rami dell'albero è attestato già nel XVIII secolo.
Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord del Reno.
I cattolici la consideravano un uso protestante.
Furono gli ufficiali prussiani, dopo il Congresso di Vienna, a contribuire alla sua diffusione negli anni successivi.
A Vienna l'albero di Natale apparve nel 1816, per volere della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg, ed in Francia nel 1840, introdotto dalla duchessa di Orleans.
Un contributo decisivo alla sua diffusione venne anche dalla Gran Bretagna: a metà del XIX secolo, infatti, il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria, date le sue origini germaniche volle introdurre nelle proprie residenze l'uso a lui familiare dell'albero di Natale; la novità si estese presto come una moda in tutto il Regno Unito, e da lì a tutto il mondo anglosassone.
Una famosa immagine, apparsa nell’Illustrated London News, nel 1848, mostra la famiglia reale intenta celebrare riunita intorno ad un albero addobbato di luci e decorazioni.
In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita nella seconda metà dell'Ottocento al Quirinale, e da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il paese: non a caso l'albero di Natale è una delle poche tradizioni straniere ad essere arrivate in Italia prima della sua diffusione, di tipo più consumistico, del secondo dopoguerra.
A tutt'oggi, la tradizione dell'albero di Natale, così come molte altre tradizioni natalizie correlate, è sentita in modo particolare nell'Europa di lingua tedesca (si veda per esempio l'usanza dei mercatini di Natale).
Nei primi anni del Novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case dei cittadini sia europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario.
Nel dopoguerra il fenomeno ha acquisito una dimensione commerciale e consumistica senza precedenti, che ha fatto dell'albero di Natale un potenziale status symbol e ha dato luogo, insieme alle tradizioni correlate, alla nascita di una vera e propria industria dell'addobbo natalizio.
Tanti anni fa lessi in un sito (oggi non più esistente) questa frase:
"Noi, cattolici, l'Albero di Natale in parte l'abbiamo un po' cristianizzato e un po' paganizzato. Cristianizzato, perche' e' "albero di Natale"(non lo si brucia, ma lo si riempie di luminarie); sui rami e sotto si mettono i doni,
che dovrebbero essere un ricordo-omaggio al grande dono che Dio ha fatto
all'umanita' nascendo come semplice uomo nella poverta'. Paganizzato, perche' molto spesso l'abbiamo sostituito al presepe, inequivocabile interpretazione cristiana della nostra sacra ricorrenza!"
Trovo che spieghi molto bene tutto il significato.
Alla fine abbiamo "cattolicizzato" ciò che prima ritenevamo pagano e che punivamo.
Questa è una delle tante cose che mi ha sempre fatto riflettere sulla religione cristiana e sul modo di rendere suo cose e tradizioni che non le appartengono.
In casa mia fin da quando ero piccola abbiamo sempre fatto l'albero ed il presepe, ma non ne conoscevo bene la storia ed i significati.
Che oramai sia uso comune farlo nella propria casa è dovuto anche ad una questione di marketing, di pubblicità a scopi commerciali.
Negozi, centri commerciali etc espongono alberi, addobbi e regali per attirare i clienti ,ma chi si ricorda il vero significato dietro di essi credo siano ben pochi....
*Per approfondire vi consiglio di leggervi anche questi articoli correlati:
Il Natale vittoriano, usanze e abitudini .
La storia di Yule legata alle tradizioni dei vichinghi
La vera storia della Befana
Edited by Valene - 21/12/2023, 16:28