Įsgaršr

Įsgaršr



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Įsgaršr (in norreno, spesso anglicizzato come Asgard) č nella mitologia norrena la residenza degli Asi.

Questo mondo era separato dal mondo dei mortali, detto Mišgaršr. Molti indicano questo luogo come fosse una cittą, in realtą non lo č mai stato, essa č un insieme di immense sale, ma viene indicata come "cittą" per via della sua grandezza.
Originariamente il mondo che chiamiamo Įsaheimr (ovvero dove si trova Įsgaršr) era chiamato Gošheimr ("Terra degli Dči"), ma, come avvenne con Mišgaršr, i primi ricercatori confusero la parola per "Dči" con quella della sua casta principale e Gošheimr divenne Įsgaršr nella maggior parte delle fonti.



Įsgaršr che brucia durante il Ragnarǫk, in un'illustrazione di Emil Doepler

Ubicazione

Nell'interpretazione evemeristica di Snorri, sviluppata nell'introduzione all'Edda e nella Ynglingasaga, la cittą di Įsgaršr viene identificata con la Troia omerica[1], dandone cosģ tutto l'aspetto di un mito riallacciato ad altre culture. Si troverebbe quindi nel regno di Įsaheimr, posto a nord del Mar Nero, in Scizia.

Tuttavia, nell'Edda, Snorri non dą una spiegazione univoca dell'ubicazione, anche se frequentemente indica che si trova in cielo, lģ dove sorge anche il Valhalla. Oltre all'identificazione con Troia, l'autore riporta altri due riferimenti a una collocazione terrena: il racconto del leggendario viaggio del re Gylfi, che parte dalla Svezia e arriva nell'Įsgaršr per trovare sapienza e conoscenza, senza lasciare la terra, e la citazione del Carme di Grimnir, che situa la casa del dio Baldr «in quella terra dove io so che non vi sono / rune malefiche[2]». La contraddittorietą tra questi riferimenti spaziali č dovuta principalmente all'indeterminatezza topografica di uno luogo chiaramente mitologico[3].

La costruzione

I muri che circondano Įsgaršr furono costruiti da un gigante (spesso identificato come gigante del ghiaccio), che in cambio avrebbe dovuto ricevere come sposa Freia e anche il sole e la luna. Questo purché il lavoro fosse completato entro sei mesi e senza alcun aiuto da esterni. Il gigante chiese se avesse potuto usare il suo cavallo, Svašilfœri, gli dči acconsentirono ma questo suo cavallo si rivelņ un eccezionale lavoratore, tanto che era il doppio pił veloce del suo padrone. Per evitare di onorare l'accordo Loki attirņ lontano il cavallo magico del gigante, trasformandosi in una giumenta. Il lavoro non venne completato in tempo e gli dči pertanto evasero il pagamento. Thor uccise il gigante e quando Loki uscģ dalla foresta diede alla luce Sleipnir, il migliore di tutti i cavalli, che divenne il destriero di Odino.

Struttura

Nota: Si usa il termine sala, secondo l'usanza nordica, per indicare l'edificio principale nel quale avevano luogo i conviti e le feste.

Įsgaršr č un immenso castello, suddiviso in 12 palazzi principali, in cui dimorano gli dči citati nel Grķmnismįl.

Żdalir, palazzo di Ullr,
Alsheimr, palazzo di Freyr
Vįlaskjįlf, palazzo di Wali con il trono di Odino Hlišskjįlf
Sųkkvabekkr, palazzo di Sįga, interamente di vetro, nei pressi vi scorreva una cascata dal cui suono si traevano presagi; qui dimoravano anche Bragi e Idun, con le sue mele
Frohheimr, palazzo di Odino con la sala Valhalla, dove venivano accolti gli eroi morti in singolar tenzone
Žrymheimr, palazzo di Skaši
Breišablik, palazzo di Baldr, di oro massiccio e splendente, in esso nessun male, nessun delitto, nessuna colpa potevano essere perpetrati
Himinbjörg, palazzo di Heimdallr, da lģ si originava il ponte dell'arcobaleno Bifrǫst,
Folkvangar, palazzo di Freia con la sala Sessrśmnir, dove venivano accolti i guerrieri morti eroicamente in battaglia (ma non in singolar tenzone)
Glitnir, palazzo di Forseti giudice supremo, il palazzo aveva porte d'oro e tetti d'argento
Nóatśn, palazzo di Njöršr, vicino al mare
Widi, palazzo di Višarr, dove si forgiavano le armi pił terribili

Altri luoghi di rilievo:

Trušheimr (casa della forza), al confine con Alfheimr, residenza di Thor con il palazzo Bilskirnir, accoglieva tutti i soldati morti sul campo
Fensalir, palazzo di Frigg, nei pressi partiva una grande fiumana che giungeva in Alfheimr e che gli uomini chiamarono via lattea
Vingólf, la sala riunione di tutti gli dči
Idafeld, l'officina del fabbro
Bifrǫst, č un ponte fatto da un arcobaleno che congiunge il mondo umano (Mišgaršr) con Įsgaršr, č l'unico punto di congiunzione tra i 2 regni.

Įsgaršr nella cultura moderna



Nella serie anime I Cavalieri dello zodiaco č presente una saga ambientata ad Asgard (che tuttavia č intesa come un luogo artico all'estremo nord dell'Europa e non come la dimora degli dči) in cui i cavalieri di Athena affrontano i Guerrieri Divini di Odino comandati da Ilda di Polaris (Cavalieri di Asgard nella versione doppiata in italiano) molti dei quali portano i nomi di personaggi della mitologia nordica, come Thor e Freya (Flare nella versione italiana).

Questa saga č preceduta anche da un film ambientato in un luogo simile denominato sempre Asgard: L'ardente scontro degli dei.

La casa produttrice di fumetti, Marvel Comics, si č ispirata alla cultura e al mito norreno per la creazione di alcuni supereroi come Thor o supercattivi come Loki, personaggi che vennero interpretati rispettivamente da Chris Hemsworth e Tom Hiddleston all'interno del Marvel Cinematic Universe.
(I film recensiti: THOR,Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok)



Nella serie televisiva della Fox (per l’Italia) e negli omonimi libri di Melissa de la Cruz “Le Streghe dell’East End”, le protagoniste sono le Beauchamp che vengono appunto, da un altro mondo chiamato Asgard. Arrivate fino a noi attraverso un portale, pił di 500 anni fa, a causa di una grande guerra sanguinosa, sono conosciute dai mortali come semplici streghe. Non possono rivelare la loro natura agli umani, perché nei vari secoli sono state sempre perseguitate, messe al rogo, affogate, torturate. Tra le protagoniste le due sorelle Ingrid e Freya, la madre Jenna (figlia del re di Asgard) e sua sorella Wendy.

Note

^ Snorri Sturluson, Edda di Snorri, a cura di G. Chiesa Isnardi, Milano, 1975, p. 78.
^ C.A. Mastrelli (a cura di), Edda. Carmi norreni, Firenze, 1951, pp. 49-50.
^ Aron Jakovlevič Gurevič, Le categorie della cultura medievale, a cura di Clara Castelli, Torino, Bollati Boringheri, 2007, p. 51.