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Intervista ad Alessia Mainardi

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view post Posted on 24/7/2017, 13:01
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Intervista ad Alessia Mainardi



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Era da molto tempo che stavo pensando di contattare questa ragazza che stimo moltissimo a livello personale.
Ho parlato di lei sia come scrittrice che come cosplayer, ma per me e' soprattutto una sorta di esempio da seguire per chi combatte contro malattie che ti farebbero venir voglia di mollare tutto e sparire, ma lei no, lei ha tirato fuori un coraggio assoluto, ha saputo fare della sua disabilità un'arma, ha saputo usarla e mallearla nel creare i suoi personaggi.
Ma non voglio perdere tempo, passiamo subito all'intervista.



Ciao Alessia, innanzitutto voglio ringraziarti del tempo che ci dedicherai per rispondere alle nostre domande.
Per prima cosa parlaci un po' di te.


Grazie di avermi scelto per l'intervista intanto.
Riassumermi in poche parole non mi viene mai bene comunque cercherò di farlo: di lavoro sono una scrittrice del fantastico e un'editicre dello stesso settore grazie all'associazione Ailus Editrice di cui faccio parte; come hobby dal 2003 sono una cosplayer, anche se ormai è un impegno sempre più saltuario; e nella vita di tutti i giorni sono una persona disabile affetta da una malattia genetica rara che si chiama Atassia di Friedreich.
In sunto sono un tipo artistico, creativo, sognatore, che si annoia facilmente e quindi deve sempre avere qualcosa da fare e ci si butta al 200%.


Come e' nata la tua passione per la scrittura e per il cosplay?

La prima, quella per la scrittura, è nata praticamente con me. Invento storie da quando ne ho memoria, già a 4/5 anni ero io a raccontare favole che creavo lì per lì a mia nonna, e non viceversa. Quando poi, a 12 anni, mi è stata regalata la mia prima macchina da scrivere (sì, anche se non sembra, sono abbastanza vecchia da aver cominciato con la macchina da scrivere e non con il pc!) sono passata a mettere i miei racconti su carta. Da lì in avanti non ho più smesso!
Per il cosplay invece la mia passione è nata nel 2003.
Leggevo manga, guardavo anime, e disegnavo i personaggi che amavo di più già dalla primissima adolescenza, poi con l'avvento di internet ho conosciuto ragazze che condividevano la mia passione nipponica. Abbiamo iniziato ad incontrarci di persona dal 2001 a fiere come LuccaComics, Cartoomics o, la ormai sparita, Comiconvention. E a furia di vederci intorno i primissimi cosplayer, che osservavamo con stupore, curiosità e ammirazione, abbiamo capito che anche noi avremmo potuto indossare i panni, e diventare anche solo per un giorno, i personaggi che amavamo. Così a LuccaComics del 2003 ho vestito i panni di Captain Jack Sparrow, insieme ad un'amica in cosplay di un anime, tanto per provare. Mi è piaciuto talmente che ho continuato fino ad ora!


Quali delle due e' venuta prima?

Come ho detto, la scrittura. Ma il cosplay per me è un'estensione del creare personaggi. Dato che spesso i personaggi che più amo non li ho scritti io, non provengono da un mio racconto o romanzo, bensì sono stati creati dalla mente di qualcun altro, farne il cosplay è per me un modo sia per omaggiarli che per farli un po' anche miei.

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Qual è in assoluto il personaggio cosplay alla quale sei più affezionata?

Difficile dirne uno solo. Ogni mio cosplay nasce per amore di quel particolare personaggio e perchè in quel determinato periodo/momento della mia vita lo preferisco ad ogni altro. Spesso l'ossessione dura anni, spingendomi a fare più versioni dello stesso personaggio per perfezionarlo quanto più possibile.
In questa ottica i miei personaggi del cuore sono certamente: Captain Jack Sparrow, Lady Oscar, il principe Nuada dal film Hellboy II: The Golden Army, Elizabeth I interpretata da Cate Blanchett nei due film omonimi, e ora... Loki.



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Chi ti ha aiutato nella costruzione dei tuoi cosplay?

Mia nonna Betty. Insieme abbiamo realizzato quasi 60 dei miei 70 costumi!
Dato che la malattia da cui sono affetta mi toglie progressivamente la manualità, nella progettazione, creare armi e accessori, se non hanno parti troppo piccole, e cucire a macchina me la cavo. Ma quando si tratta di cucire a mano, fare minuscole rifiniture, sistemarmi in testa una parrucca o farmi un particolare trucco agli occhi, senza nonna Betty non avrei mai potuto realizzare neanche il 10% di quello che ho fatto.
Adesso che sono passati quasi 15 anni dai primi cosplay, ricorro invece sempre più spesso alla sarta, sia perchè i costumi sempre più rari che faccio sarebbero troppo difficili per me e mia nonna che non abbiamo vere nozioni di sartoria, sia perchè il tempo e le energie da dedicare alla creazione di un nuovo cosplay sono sempre più esigue.


Pensi di ritirarti da questo mondo o parteciperai ancora con altri personaggi a qualche fiera? E se si qual'e' il personaggio che ti sarebbe piaciuto fare ma non hai mai realizzato?

Probabilmente continuerò, molto saltuariamente, forse con un cosplay all'anno, a farmi vedere in fiera, ma senza pù garaggiare, salire sul palco o partecipare ad una giuria.
Tutto quello che riguarda la competizione nel cosplay non mi è mai interessato, anche se in gruppo ho partecipato a gare in varie manifestazioni e vinto spesso, e anche adesso non mi interessa minimamente.
Uhm, io di solito faccio i personaggi che amo, quindi non ne ho uno che davvero non abbia fatto, se davvero lo volevo. Più che altro c'è una versione dello stesso a cui ho dovuto rinunciare e rimane un mio sogno irrealizzaile: l'armatura Rescue di Pepper Potts.
Purtroppo, con la mia malattia per cui fatico sempre più a stare in piedi e camminare, un personaggio con un'armatura total body è da escludere, per ovvie ragioni.


Dove trovi gli spunti per scrivere le tue storie?

Arrivano.
Leggo, guardo film, seguo la mia passione per archeologia e mitologia, vivo, ascolto. Un'idea comincia a germogliarmi in testa, poi pian piano se ne aggiungono altre che la irrobustiscono e la perfezionano, e dopo un po', quando è del tutto completa, la storia è nella mia testa, pronta per essere scritta.


Ricordo che all'uscita della saga di Avelion ci furono alcuni cosplay dei tuoi personaggi, cosa ne pensi? E come ti ha fatto sentire vederli realizzati dal vero?

Felice.
Ho sempre pensato che fare il cosplay di un personaggio sia un omaggio che si fa per l'amore e l'affezione che proviamo per lo stesso. Quindi, quando qualcuno indossa i panni di un personaggio che io ho creato e me lo porta davanti, capisco che quel personaggio lo ha toccato, gli ha trasmesso qualcosa fino a spingerlo a farne il cosplay.
Da autrice è forse una della più belle conferme al mio lavoro possa ricevere.



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Quali sono i tuoi prossimi impegni?

Un nuovo romanzo in uscita a LuccaComis, come ormai sanno i miei lettori più fedeli, e tante nuove pubblicazioni e partecipazioni a fiere con Ailus Editrice.

Come hai deciso di fondare la Ailus Editrice ? E quali sono i vostri progetti?

Non l'ho deciso io.
Ailus Editrice è un'associazione formata dalle stesse persone con cui ho collaborato per anni, prima in autoproduzione e poi in varie case editrici, che hanno preso i miei romanzi per cui loro facevano illustrazioni, grafica, copertina, editing, deludendoci puntualmente.
Alla fine del 2015, avendo iniziato la nostra gavetta nel 2008, abbiamo ritenuto fosse un evoluzione naturale quella di riunirci in un'associazione all'interno di cui le nostre diverse competenze di autori, illustratori, grafici, editor, fumettisti e molto altro potesse finalmente essere riunita e sfruttata al meglio, diventando noi i capi di noi stessi.
Questo essere e lavorare in gruppo ci ha reso abbastanza forti da aprirci ad altri, accogliendo al nostro interno e potendo pubblicare i lavori di altri autori, illustratori o fumetti, indipendentemente dal fatto che siano esordienti o veterani dell'ambiente.
Cosa che speriamo di continuare a fare, con collaborazioni sempre diverse e nuove, ancora a lungo.


Te la senti di parlarci della tua malattia conosciuta come Atassia di Friedreich?

Certamente, ma essendo una malattia rara, e per questo poco conosciuta, preferisco riportarvi la definizione direttamente da Wikipedia:

"L'atassia di Friedreich è una malattia causata da un'anomalia genetica che comporta nel tempo un danno progressivo del sistema nervoso.
La sintomatologia è molto variabile da persona a persona: dipende essenzialmente dal livello di anomalia genetica ed è correlata all'età di insorgenza.
In generale la malattia inizia a dare disturbi dell'equilibrio, per cui il soggetto affetto ha difficoltà a correre, a mantenere la postura in luoghi bui ed affollati; il paziente perde progressivamente i riflessi osteotendinei agli arti inferiori, la deambulazione si fa progressivamente impacciata, iniziano a comparire disturbi della coordinazione che comportano difficoltà ad allacciarsi i bottoni, a scrivere, a parlare (parola scandita), a deglutire. Non raramente il soggetto si deve dotare di una sedia a rotelle. Nelle forme più acute si associa una grave cardiopatia e il diabete.
Al contrario di altre forme di atassia non esiste una cura per quelle genetiche. "


Possiamo fare qualcosa per aiutare la ricerca medico scientifica?

Si, potete finanziare progetti di ricerca tramite le maggiori associazioni italiane, oppure acquistare una copia del libro o fumetto 'Alessia in Cosplayland', che è legato ad un mio progetto benefico per raccogliere fondi da devolvere a Babel Family ( www.babelfamily.org/it/ ), l'associazione internazionale dell'Atassia di Friedreich, con la quale sono in contatto.
Potete trovare tutte le informazioni relative al mio progetto di beneficienza a questo link: http://cosplayland.alessiamainardi.net/


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La tua malattia non ti ha impedito di fare ciò che più ami, dove trovi la forza per combatterla?

Per risponderti ti faccio un'altra domanda: cosa rende una persona comune un supereroe?
Per me la risposta è solo una: il cattivo.
Se non ci fosse un cattivo da combattere, e il nostro potenziale supereroe decidesse di affrontarlo da persona comune, ben prima di sapere se ha effettivamente una speranza di sconfiggerlo, non scoprirebbe chi è e cosa può diventare.
Eccol'AF ( la abbrevio per comodità) è il mio personale 'villian' personale, quindi non trovo la forza di combatterla, per me è naturale combatterla, come è naturale per un supereroe affrontare il cattivo.
Azione e Reazione, nient altro.
Prima di ammalarmi non avrei pensato di poter essere come sono ora e fare quello che faccio, realizzando i miei sogni. Era come chiunque, insicura, indecisa, una che tanti bollavano come 'sfigata'... è stato l'imprevisto arrivo della malattia ad obbligarmi a reagire e mostrare cosa potevo fare davvero.
Per questo sono convinta che davanti alle stesse circostanze, dovendo affrontare gli stessi problemi, molti, se non quasi tutti, anche voi che mi state leggendo, vi comportereste proprio come me.
Siamo tutti potenziali supereroi, è solo che a pochi viene dato modo di incontrare il 'cattivo' e scendere in battaglia... Per fortuna, direi, se me lo permettete!


So della tua passione per lo stile Fantasy e Steampunk, da cosa nasce?

Amo tutto ciò che è fantastico, a partire da fate, draghi e magia e amo anche il periodo storico vittoriano, con la sua eleganza, i suoi abiti, lo stupore per la scienza e la tecnologia che stavano appena iniziando, quindi come potrebbe essere altrimenti?

Un'altra curiosità, soprattutto personale, come me sei appassionata dei miti nordici e soprattutto dalla figura del dio scandinavo Loki, da dove arriva questa passione e questo tuo interesse?

Da sempre sono appassionata di mitologia, e ho sempre avuto una particolare attrazione verso le figure divine meno conosciute o ritenute cattive, come per esempio le dività egizie Anubi e Seth.
Quindi, fin da quand'ero bambina, leggo e mi documento sui vari pantheon e sulle mitologie del mondo (passione che riverso anche nei miei libri dove qualche divinità non manca mai, o nella collana illustrata Mitologika di Ailus Editrice, progetto di cui sono l'ideatrice, la curatrice e l'autrice delle didascalie).
Loki, in particolare, è una figura che mi accompagna da quasi dieci anni.
Nel primo libro della mia trilogia fantasy 'Avelion', datata 2008 si incontra quasi subito un personaggio che ho chiamato Loki, perchè non è quello che sembra. Vari personaggi in 'Avelion' hanno nomi che richiamano la mitologia scandinava, perfino alcuni luoghi, perchè è proprio quella che ho usato come ispirazione.
Dopottutto la mitologia e il fantasy hanno molto in comune, e dei ed eroi mitici hanno ispirato in gran parte i supereroi dei fumetti e dei film odierni.
Per cui, quando mi sono ritrovata Loki trasposto sul grande schermo dai film Marvel e, anche se modificato, ci ho ritrovato tutte le caratteriste che lo fanno essere probabilmente la divinità norrena più ambigua e interessante, almeno ai miei occhi, come potevo non amarlo anche in quella forma?
Il Loki mitologico è una figura contradditoria, votata al cambiamento, irrequieta e molto versatile, per cui può facilmente trasformarsi in un ottimo personaggio per uno dei miei romanzi. Così ho fatto, rendendolo protagonista del mio ultimo romanzo di ambientazione steampunk 'Blink - La Scintilla', uscito a LuccaComics 2016.


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Ti ringraziamo per la tua disponibilità dato i molti impegni che hai ed a livello personale ti ringrazio perche' ci tenevo moltissimo ad ospitarti nel mio forum, ti auguro che ogni tuo progetto possa avverarsi ed hai tutto il nostro sostegno.
Ti va di lasciare un saluto ai miei utenti del forum?


Grazie a voi di avermi voluto ospitare qui, di aver avuto la pazienza di leggere tutto quello che ho scritto e...
Vi lascio con un augurio che è anche un suggerimento: con la volontà potete rendere reale qualunque vostro sogno! Io ne sono la prova, per cui credeteci e fatelo!


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Edited by Valene - 2/5/2018, 20:16
 
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