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IL PIANOFORTE

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view post Posted on 24/1/2013, 13:00

avete presente ke nei film orror in cui appare una persona ke deve sempre scoprire qualke artefatto dark, ke lascia intendere l'orrore.bè io mi definisco un artefatto oscuro da scoprire.

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Il Pianoforte

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credits: google, wikipedia.

Il pianoforte è uno strumento musicale in grado di produrre il suono grazie a corde che vengono percosse per mezzo di martelletti azionati da una tastiera. La tastiera è composta da tasti bianchi e neri, i tasti neri si alternano prima 2 e poi 3 tasti neri, ogni tasto bianco prima dei due tasti neri è sempre il Do e poi via via tutta la scala.

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Esistono diversi tipi di pianoforte:

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• orizzontale: più comunemente conosciuto come pianoforte a coda; esistono, a seconda della lunghezza della cassa, a un quarto di coda (145–170 cm), mezza coda (175–190 cm), tre quarti di coda (200–240 cm) e gran coda da concerto (o gran coda, o coda da concerto; più di 240 cm); producono, in ordine crescente, suoni qualitativamente sempre migliori a causa dell'ampiezza sempre maggiore della cassa armonica e della lunghezza delle corde. È usato principalmente per concerti ed esibizioni.

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• verticale: conosciuto anche come pianoforte a muro, è disposto verticalmente, così come la sua tavola armonica e le corde che stanno dietro alla tastiera. La sua altezza oscilla tra i 100 e i 155 centimetri. È usato principalmente per lo studio a differenza di quello orizzontale usato prettamente per i concerti. Le differenze con il pianoforte orizzontale sono molte a partire dell'ampiezza della cassa armonica, che è minore di quella di un pianoforte orizzontale, e dalla meccanica priva del doppio scappamento. Le corde sono disposte verticalmente (quelle gravi e parte di quelle medie sono disposte diagonalmente in maniera opposta, da qui la denominazione "a corde incrociate"; questo sistema sfrutta la maggiore lunghezza della diagonale di un rettangolo per ottenere corde più lunghe) e a ogni nota corrispondono a seconda del tipo di suono, gruppi di una, due o tre corde. Sono forniti spesso di un pedale posto al centro chiamato sordina che serve per interporre tra i martelletti e le corde un panno di feltro che attutisce il suono e lo rende più ovattato: è stato creato principalmente per non dare troppo fastidio ai vicini di casa. Nel corso della storia il pianoforte verticale ha subito molte modifiche; vennero create così anche diverse tipologie.

Il primo modello di pianoforte fu messo a punto da Bartolomeo Cristofori, padovano alla corte fiorentina di Cosimo III de' Medici, a partire dal 1698. Per la precisione era un "gravicembalo col piano e forte", chiamato verso la fine del Settecento con il nome "fortepiano". La novità era l'applicazione di una martelliera al clavicembalo. L'idea di Cristofori era di creare un clavicembalo con possibilità dinamiche controllabili dall'esecutore; nel clavicembalo infatti le corde pizzicate non permettono di controllare la dinamica (anche per questo motivo, pianoforte e clavicembalo non appartengono alla stessa sottofamiglia).
Uno dei primi problemi che si presentò fu quello dello scappamento che fu perfezionato da Cristofori nel 1720.

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Bartolomeo Cristofori

Il fortepiano non ebbe successo in Italia, ma l'idea finì molti anni dopo in Germania, dove il costruttore di organi Gottfried Silbermann nel 1726 ricostruì una copia esatta del pianoforte di Cristofori, che sottopose al parere di Johann Sebastian Bach, che ne diede un parere negativissimo. Piacque molto invece a Federico II di Prussia, che per arricchire i propri palazzi ne comprò sette per 700 talleri.

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Il pianoforte è costituito da sei parti:
• la cassa, la tavola armonica;
• la struttura portante e il rivestimento esterno;
• la tastiera;
• la meccanica;
• la cordiera;
• i pedali.

La cassa e la tavola armonica sono generalmente in legno, principalmente abete e pioppo.

La tastiera è la parte del pianoforte dove sono posizionati i tasti. La base su cui questa regge è spesso in abete. Lo strumento dispone generalmente di 88 tasti (sette ottave e una terza minore), 52 bianchi e 36 neri, disposti nella classica successione che intervalla gruppi di due e tre tasti neri


I tasti dei pianoforti più sofisticati sono spesso in avorio ed ebano, mentre per i pianoforti comuni è usata generalmente la galalite (sostanza di consistenza cornea, ottenuta dalla caseina).

La meccanica è una delle parti fondamentali del pianoforte: comprende una serie di strumenti e sistemi che permettono la produzione del suono con l'azione del martelletto sulla corda attraverso l'abbassamento del tasto.


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Martelletti, corde, smorzatori e piroli: la meccanica di un pianoforte verticale

Quando si preme un tasto del pianoforte, che è una leva imperniata su un bilanciere, la sua parte posteriore (coda) si alza e il perno, al quale è incernierato, fa muovere il cavalletto (due leve libere di muoversi, incernierate sul retro – verso la coda del pianoforte). Il cavalletto, così liberato dal tasto, si solleva, trascinando con sé il bastone dello scappamento (o spingitore – un oggetto a forma di L). Lo scappamento mette in funzione un rullino in feltro che è fissato all'asta del martelletto che di conseguenza si solleva. L'asta superiore del cavalletto va verso l'alto fin quando la sua estremità non tocca il bottoncino di regolazione. Il martelletto continua la sua corsa colpendo le corde e separandosi dal bastone di scappamento e dallo stesso cavalletto. Anche lo spingitore si alza e rimane sospeso fino a quando il tasto non viene rilasciato. Dopo aver percosso la corda, a tasto ancora abbassato, il martelletto ricade anche se non completamente; infatti viene fermato dal rullino dell'asta del martelletto che si adagia sull'asta superiore del cavalletto ancora sollevata. Lo scappamento torna così alla sua posizione iniziale, cioè sotto l'asta del martelletto parzialmente alzato. Allo stesso tempo il paramartelletto impedisce che il martelletto rimbalzi sulle corde percuotendole nuovamente. Nel caso in cui il tasto venga rilasciato solo in modo parziale, il martelletto si muove libero dal paramartello mentre lo spingitore resta alzato. A questo punto se si preme di nuovo il tasto (che non è stato rilasciato completamente), lo scappamento è in grado di spingere di nuovo il rullino e l'asta del martello verso l'alto. Questo sistema è chiamato "doppio scappamento" e permette di eseguire rapidamente la ripetizione di una stessa nota senza che il tasto (e quindi anche il martelletto) ritornino alla propria posizione iniziale. Alla pressione del tasto viene attivato un montante che stacca lo smorzatore della corda relativa al tasto premuto, il quale permette alla corda di vibrare liberamente. Rilasciato il tasto, di circa il 50% della sua corsa, lo smorzatore cade sulla corda bloccandone la vibrazione e tutte le parti della meccanica tornano alla loro posizione d'origine, grazie anche alla forza di gravità. È opportuno ricordare che "doppio scappamento" è solo un modo di dire: in questa guisa è possibile ripetere lo scappamento teoricamente all'infinito.
Il pianoforte verticale non dispone del doppio scappamento, inoltre non tutte le parti della meccanica tornano alla loro posizione iniziale grazie alla forza di gravità, perché i pezzi sono disposti verticalmente, per cui vengono utilizzate piccole strisce di feltro che aiutano il meccanismo.


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meccanica di un pianoforte a coda.

smorzatore (o: smorzo) (15)
corda (16)
telaio (o: piastra) (17)
agraffa (18)
caviglia (o: pirolo) (19)
somiere (20)
paramartello (11)
leva dello smorzo (12)
barra alzatutto (13)
cucchiaio (14)
(10) testa del martello
(9) leva di ripetizione
(8) stiletto (o: manico) del martello
(7) vite di regolazione dello scatto
(6) (vite della) forcola (o: capsula) del martello
(5) montante (o: spingitore)
(4) bottone dello scappamento
(3) cavalletto
(2) pilota
(1) tasto


pianoforti possono avere dai due ai quattro pedali, a seconda del costruttore e dell'epoca di costruzione. Sono posti nella parte bassa dello strumento, facilmente raggiungibili dai piedi del pianista, e servono ad alterare il suono dello strumento in diversi modi.
Si distinguono i seguenti tipi di pedale:
• risonanza o forte (normalmente a destra)
Tale pedale, una volta azionato, alza contemporaneamente tutti gli smorzatori, sorta di feltrini che hanno il compito di fermare le vibrazioni della corda immediatamente dopo il rilascio del tasto. Di conseguenza, azionando il pedale, le corde continuano a vibrare finché il suono non si spegne naturalmente. L'impiego di questo pedale aiuta a legare i suoni ed, eventualmente, a creare una sorta di alone timbrico e armonico dato anche dal resto delle corde non più smorzate che entrano in una vibrazione simpatica generata dalle onde sonore delle note appena suonate.
• una corda (1 C) o piano (normalmente a sinistra)
Tale pedale, nei pianoforti a coda, sposta leggermente tutta la tastiera e la martelliera verso la destra dell'esecutore. In tal modo il martelletto azionato dalla pressione del tasto colpisce solamente una o due corde delle tre che sono associate a ogni tasto.
• quarto pedale (a sinistra, solo in alcuni modelli di pianoforti a coda)
Utilizzato e brevettato da costruttori come Fazioli[1] e Stuart & Sons[2], non è altro che una trasposizione sui modelli a coda del pedale piano dei pianoforti verticali. Il meccanismo infatti non fa altro che avvicinare tutti i martelletti alle corde, riducendone la corsa e producendo così un suono di volume ridotto, senza modificarne il timbro (come invece succede con l'una corda).
• tonale o sostenuto (al centro)
Il pedale tonale è presente nei pianoforti a coda e deve essere azionato successivamente alla pressione di un tasto o di un gruppo di tasti. È in sostanza un pedale di risonanza che agisce solo per un gruppo limitato di tasti, quelli premuti immediatamente prima all'azione del pedale; gli altri non saranno interessati dalla sua azione. È anche conosciuto come pedale Rendano dal nome del suo inventore, il pianista e compositore Alfonso Rendano.
• sordina (al centro, solo negli strumenti destinati allo studio e solo nei pianoforti verticali, al posto del pedale tonale)
La sordina (presente anche in altri strumenti) è un pedale che aziona una leva, attraverso la quale viene interposto tra le corde e i martelletti un lungo panno di feltro. Il suono così ottenuto è piuttosto attutito. L'effetto, però, benché utile per lo studio (al mero scopo di "non disturbare i vicini"), non è mai stato giudicato musicalmente gradevole, tanto che quasi nessun compositore lo ha mai sfruttato .



Edited by Valene - 7/3/2020, 17:42
 
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