Credits;Google,Wikipedia. Tradotto e modificato by Darky
Death Tunnel è un film horror del 2005 diretto da Philip Adrian Booth e girato al Waverly Hills Sanatorium. Nel cast troviamo Steffany Huckaby, Annie Burgstede, Kristin Novak e Jason Lasater.
SCHEDA
Titolo originale Death Tunnel Paese di produzione Stati Uniti d'America Anno 2005 Durata 89 min Genere orrore Regia Philip Adrian Booth Sceneggiatura Christopher Saint Booth, Philip Adrian Booth Produttore Philip Adrian Booth, Marcel Cabrera, Roberto Correa Fotografia Gary Corum Montaggio Philip Adrian Booth Effetti speciali Bruce Woloshyn, Kevin Baillie Musiche Christopher Saint Booth Scenografia Claude Paré Costumi Robyn Wolfe Budget 1,500,000 milioni di dollari
Interpreti e personaggi
Steffany Huckaby: Heather Melanie Lewis: Devon Yolanda Pecoraro: Elizabeth Kristin Novak: Ashley Annie Burgstede: Tori Jason Lasater: Richie Brian Dyer: Dr. Vanguard George W. Harr Jr.: la creatura del sanatorio
TRAMA
Per riuscire ad entrare in una confraternita studentesca, Devon, Elizabeth, Ashley e Tori convincono la timida Heather a partecipare a "realtà o paura", un'iniziazione nella quale le cinque dovranno passare la notte in un sanatorio abbandonato nel quale trovarono la morte più di 63.000 persone, vittime della cosiddetta "peste bianca", una terribile epidemia esplosa negli anni trenta. Non sanno che il sanatorio è maledetto.
A ogni ora, una di loro, collocata in un diverso piano dell'edificio, muore, rendendosi conto di essere la reincarnazione di uno dei cinque spettri che lo infestano. Dopo aver chiamato in soccorso l'organizzatore di "realtà o paura", Richie, Heather vede le sue amiche morire una a una nelle maniere più angosciose, in mezzo a oscure apparizioni.
Rimasta viva insieme ad Heater, ci sono anche Ashley e Tori. Richie inizia a cercare le ragazze e la prima che incontra è Tori, che appena lo vede inizia a dire delle cose (all'apparenza senza senso), ma che turbano Richie, che decide di andare a cercare le altre ragazze.
Cercando nei svariati piani dell'edificio trova Ashley sotto shock e poco dopo arriva anche Heater che inizia a spiegare cosa sta accadendo a tutte loro. Ashley appena sente parlare Heater inizia a litigare con lei e con Richie e così scappa via, ma la sua corsa viene interrotta da un cavo di corrente che la uccide con una scarica elettrica.
Heather e Richie osservano la scena e capiscono che la prossima a morire sarà Tori, così entrambi iniziano a correre per raggiungere Tori all'ultimo piano: la ragazza è la reincarnazione di un'infermiera morta suicida mentre era incinta del primario, il dottor Vanguard, perverso psicopatico, il quale spettro si manifesta a lei e a Richie.
Tori muore gettandosi dal tetto del sanatorio, lasciando a Heather e Richie un'unica via di fuga: un tunnel dove venivano scaricati i corpi dei malati morti, che collega l'edificio con l'esterno. Una volta fuori, sani e salvi, i due stanno per andarsene quando Heather si rende conto di incarnare lo spirito della nonna morta nel sanatorio che da sempre popola i suoi incubi, e torna dentro al sanatorio con Richie, che l'ha baciata infettandosi con la "peste bianca", che aveva ucciso tutti gli spettri da loro incarnati, compreso il Dr. Vanguard.
PRODUZIONE
Il film sarebbe ispirato a fatti realmente accaduti, sfruttando una popolare leggenda di fantasmi americana, appunto, nel Waverly Hills Sanatorium. Per scrivere la sceneggiatura, i fratelli Booth si sono ispirati alla serie videoludica Silent Hill, esigendo una fotografia cupa e malsana per sottolineare le atmosfere inquietanti.
Il montaggio del film è subliminale e confuso, fatto di flashback continui, salti temporali e anticipazioni.
DISTRIBUZIONE
In Italia è uscito solamente in home video.
ACCOGLIENZA E CRITICA
Sul sito filmhorror.com Francesco Cortonesi ha scritto che:
DEATH TUNNEL sarebbe un film da vedere senza dialoghi ma solo con l'ausilio della musica. Malato al punto giusto, è diretto da un autore abile nel trasmettere sensazioni attraverso le immagini, ma totalmente inappropriato a creare una storia avvincente.
Cinque ragazze, cinque piani, cinque ore. Una strana prova d'iniziazione quella che viene proposta a queste sventurate: tramortite e mascherate con un cappuccio, vengono lasciate "libere" di scorrazzare all'interno di un sanatorio, luogo dove anni prime esplose una terribile epidemia. Per cinque lunghe ore. Naturalmente, come vuole la buona tradizione horror, niente è quello che sembra, perché i vari piani racchiudono diverse realtà.
DEATH TUNNEL pesca a piene mani dalle visioni infernali del videogame Silent Hill e riesce a trasmettere un senso quasi cosmico di malattia e contagio. Il male che deteriora le mura di un ospedale, arriva qua a corrodere la carne di chi ci abita. Feuerbach diceva che “noi siamo quello che mangiamo”,ampliando questo concetto anche nei luoghi che frequentiamo, negli oggetti che arriviamo a toccare. Temi già trattati ma affrontati meglio altrove, valgano per tutti il classico di Dan Curtis Ballata Macabra o l'orientale Infection, giusto per fare due esempi.
Peccato, perché il regista è tutto fuorché inetto e, se andiamo a spulciare il suo curriculum, troviamo che prima di questo girò un documentario intitolato Spooked: The Ghosts of Waverly Hills Sanatorium. Il sanatorio è sempre lo stesso, il Waverly Hills . Anche perché la storia alla base di questo horror è vera.
Nei primi anni del secolo scorso, questo istituto era adibito alla cura della tubercolosi, la cosiddetta “morte bianca”. Per debellarla venivano azzardate terapie bizzarre e inefficaci, col risultato che le morti non si contarono, arrivando perfino a pratiche talmente barbare che la morte appariva come un sollievo.Anche dopo la cura e il cambio di nome in “Woodhaven Geriatrics Sanitarium”, l'eco di voci che parlavano di torture e privazioni non si spense. Come dire che una casa non dimentica il "Male" che è vissuto al suo interno. Scenario affascinante, ma come già detto usato piuttosto male dal giovane regista.
Non basta iniettare in una storia spunti modaioli alla Saw per creare un buon horror. Come non basta avere talento visivo per girare un film. I videoclip sono una cosa, il cinema è altro. E dispiace davvero che il film abbia una chiusa così romantica e disperata da ricordare il Margheriti di Danza Macabra, perché in mezzo alla carne marcia anche il piatto più prelibato diventa indigesto.
E anche il tema della metempsicosi è materia tutt'altro avariata, ma che non trova qui motivo di interesse. Peccato. Peccato. Peccato.