+Dark & Gothic Lolita+

I MAYA

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/10/2008, 13:54
Avatar

++**La Dix Croix**++

Group:
Administrator
Posts:
63,209
Location:
*+From the Gothic Mana's Castle+*

Status:


I MAYA

f037c0491374577


Una delle civlta' precolombiane che piu' mi affascina sono sicuramente i Maya anche x l'alone di mistero che aleggia attorno ad essi e x le loro profezie di cui tutt'oggi si continua a parlare.

Il termine Maya può riferirsi sia alla cultura archeologica sia ai popoli moderni che vivono nel sud del Messico e della parte settentrionale dell'America Centrale, facenti parte della famiglia linguistica maya.
Gli antichi Maya furono una popolazione insediatasi in Mesoamerica dove hanno sviluppato una civiltà nota per l'arte, per l'architettura, per i raffinati sistemi matematici e astronomici, e per la scrittura, l'unico sistema noto di scrittura pienamente sviluppato nelle Americhe precolombiane. La civiltà maya si sviluppò in una zona che comprende l'odierno sudest messicano, il Guatemala e il Belize, oltre a porzioni occidentali dell'Honduras e di El Salvador. Questa regione è costituita dalle pianure del nord, che comprendono la penisola dello Yucatán, dagli altopiani della Sierra Madre, che si estendono dallo stato messicano del Chiapas verso tutto il sud del Guatemala e poi in El Salvador, e dalle pianure meridionali del litorale del Pacifico.

Durante il periodo preclassico, questa civiltà costituì le prime comunità stanziali e adottò la coltivazione degli alimenti che diventarono base della loro alimentazione, tra cui mais, fagioli, zucche e peperoncino. Le prime città maya si svilupparono tra il 750 a.C. e il 500 a.C. ed esse vantavano monumentali architetture, come i grandi templi impreziositi da elaborate facciate in stucco. La scrittura geroglifica fu utilizzata a partire dal III secolo a.C. Nel tardo periodo preclassico, un certo numero di grandi città crebbero nel Bacino di Petén e Kaminaljuyu diventò un centro molto importante negli altopiani del Guatemala. Con l'avvento delle costruzioni dei monumenti scolpiti con le date del lungo computo, avvenuto intorno al 250 d.C., si fa coincidere l'inizio del periodo classico.

Tale periodo vide i Maya fondare numerose città-stato collegate da una fitta rete commerciale. Due città rivali, Tikal e Calakmul, divennero molto potenti. Il periodo classico fu caratterizzato anche dall'intervento intrusivo della città messicana di Teotihuacan nella loro politica dinastica. Nel IX secolo vi fu un diffuso collasso politico nella regione centrale che sfociò in una guerra civile con un conseguente abbandono delle città e uno spostamento verso nord della popolazione. Il successivo periodo postclassico, vide sorgere a nord l'insediamento di Chichen Itza e l'espansione dell'aggressivo regno Quiché di Q'umarkaj nelle regioni collinari del Guatemala. Nel XVI secolo, l'impero spagnolo colonizzò la regione mesoamericana e, dopo una lunga serie di campagne militari, l'ultima città maya cadde definitivamente nel 1697.

La legge del periodo classico fu centrata intorno al concetto di "re divinità", che agiva come mediatore tra i mortali e il regno soprannaturale. Il potere sovrano era patrilineare e veniva normalmente passato al figlio maggiore. La politica maya fu caratterizzata da un sistema chiuso di patronato, anche se l'esatto sistema amministrativo variava da città-stato a città-stato. Verso la fine del periodo classico, gli appartenenti all'aristocrazia risultarono numericamente aumentati, con una conseguente riduzione del potere esclusivo del re divino. La civiltà maya sviluppò forme d'arte altamente sofisticate, utilizzando per le loro opere materiali sia deperibili che non deperibili, tra cui legno, la giada, l'ossidiana, la ceramica, la pietra scolpita, gli stucchi e gli affreschi finemente dipinti.

Le città maya tendevano ad espandersi casualmente e il centro cittadino era occupato da complessi commerciali e amministrativi, circondati da una serie di quartieri residenziali edificati disordinatamente. Spesso, diverse zone della città erano collegate da strade rialzate. Le costruzioni principali erano i palazzi, i templi-piramide, i campi per il gioco della palla e le strutture dedicate all'osservazione astronomica. La classe elitaria maya era in grado di leggere e scrivere e sviluppò un complesso sistema di scrittura geroglifica che fu la più avanzata delle Americhe precolombiane. I Maya raccolsero la loro storia e la loro conoscenza in alcuni libri, di cui rimangono solo tre esemplari, i restanti furono distrutti dagli spagnoli. Tuttavia vi sono anche un gran numero di testimonianze ritrovate su steli e ceramiche. I Maya svilupparono un sistema altamente complesso di calendari rituali e la loro matematica comprendeva uno dei primi casi di zero esplicito nel mondo.





La cultura maya

Per approfondimenti vedi anche: STORIA DEI MAYA

La cultura maya si suddivide in tre periodi storici:


Il Periodo Preclassico (1800 a.C.-250 d.C.)
Il Periodo Classico (250 d.C.-925 d.C.)
Il Periodo Postclassico (925 d.C.-1530 d.C.)


La scrittura


Quella dei Maya è l'unica civiltà precolombiana che ha lasciato numerose ed estese iscrizioni. La scrittura Maya era una scrittura logosillabica, nella quale cioè ciascun simbolo, o grafema, poteva sia rappresentare una parola, o comunque avere un significato a sé stante, sia indicare foneticamente una sillaba. L'inizio dell'uso di una lingua scritta da parte dei Maya si può far risalire all'inizio dell'era cristiana. Una grande quantità di iscrizioni Maya sono incise su stele, e contengono riferimenti alle date principali della loro storia. La comprensione di questi testi era peraltro limitata alla casta sacerdotale e a dignitari d'alto rango.


Il tempo

La cronologia dei maya era calcolata da un punto fisso del passato remoto, proprio come il cristiano parte dalla nascita di Gesù, il greco dai primi giochi olimpici, e il romano dalla fondazione di Roma. Il loro calendario viene ancorato a una data (contolungo), tradotta come 3114 a.c, forse v'era un ipotetico evento come una nuova creazione del mondo dopo qualche immane catastrofe. Dai primi secoli dell'era cristiana, i loro sacerdoti astronomi predissero le eclissi con grande precisione e stabilirono accuratamente il corso di Venere.


Il calendario

Per approfondire, vedi la voce CALENDARIO MAYA

Il giorno era il K'in; 20 kin costituivano un uinal; 18 uinal l'haab, cioè l'anno di 360 giorni, un 19° brevissimo, di soli 5 giorni uayeb, ed erano 5 giorni che portavano male e durante i quali la gente se ne stava tappata in casa facendo i debiti scongiuri. I 18 uinal avevano ciascuno il proprio nome, così come i 20 kin, e ognuno era indicato con un proprio glifo.
Vi era inoltre un calendario secondario concatenato al precedente che serviva a scopi rituali e divinatori composto da 260 giorni, 13 mesi di 20 giorni.
Il secolo durava 52 anni. 20 anni di 360 giorni rappresentavano un K'atun, ciclo destinato a ripetersi senza variazioni significative, ed è il katun ad essere rappresentato nelle steli che sono erette nelle città più importanti all'inizio o al termine di un ciclo significativo di 20 anni.
I ritmi dell'eterno fluire di giorni, mesi e stagioni è un miracolo che spinge i maya ad attribuire ad ogni alba e ogni tramonto una sacralità profonda.
Ogni gesto, ogni attività umana si modella sui segni che il giorno porta con sé, sugli umori del sole che torna ogni alba dal regno degli inferi per raggiungere il cielo.


La matematica

Per approfondire, vedi la voce SISTEMA DI NUMERAZIONE MAYA.
330px-Maya.svg


I Maya utilizzavano un sistema di numerazione a base vigesimale (tipo di numerazione avente per base il numero 20). Un punto "." rappresentava l'unità, mentre una barretta "_" veniva utilizzata per rappresentare il 5; al numero venti entrava in campo lo zero. Il numero zero era concepito come posizione vuota : 0. 1,2,3,5,6,12,15,20

Per la civiltà maya la matematica faceva parte della sfera religiosa e rappresentava forme di conoscenza e di controllo delle energie sacre emanate principalmente dagli astri, considerate divinità o epifanie dell'essenza divina.


Fonti e temi della cultura Maya

La scrittura maya, costituita da segni ideografico-fonetici, è stata in parte decifrata dagli studiosi, ma ciò non è bastato fino ad oggi per interpretare tutte le numerose iscrizioni dipinte e scolpite su monumenti, suppellettili e codici. Tra i testi scritti più importanti che ci tramandano alcuni importanti miti, leggende e avvenimenti storici dei Maya Quiché è il Popol Vuh, letteralmente collezione di foglie scritte, è una raccolta di documenti scritti scoperta agli inizi del 700 da un frate domenicano, questo si fece consegnare dagli indiani l'originale, lo trascrisse e lo tradusse poi in spagnolo. Popol Vuh è diviso in quattro parti, le prime tre dedicate alle vicende mitiche, il quarto alle vicende storiche Quiché. Quest'opera venne scritta circa nel 1550 da un ignoto o da ignoti autori come opera di salvataggio del prezioso documento della sua antica cultura. Si narra della nascita del mondo, degli avi, il Creatore (formatore) del mondo, madre e padre della vita, si parla della cultura Maya e della sua visione del mondo; infatti è considerata come la bibbia maya.

Il gioco della pelota

544b65491374575

Uno dei riti praticati dai sovrani del periodo classico, ma che ebbe un ruolo centrale nella religione maya di tutti i tempi, era il gioco della pelota. In molte città dell'epoca classica si trovavano campi da gioco, ubicati all'interno dei centri cerimoniali. Il significato simbolico-religioso del gioco della pelota consiste nella rappresentazione della lotta tra elementi cosmici contrari, dalla cui opposizione si origina la vita dell'universo. A volte viene simbolizzata l'opposizione del sole e della luna , del giorno e della notte; altre volte la lotta degli dei terrestri della morte contro gli dei celesti della vita. Il gioco era sempre vincolato agli astri e alla guerra sacra, per il suo significato di scontro tra elementi contrari. Il rituale veniva accompagnato da processioni e cerimonie di decapitazione, in cui raramente erano i giocatori a essere immolati. La testa, che veniva rappresentata concretamente dalla palla, simboleggiava l'astro e, durante alcune cerimonie di fertilità, la pannocchia del mais. Durante il momento della realizzazione del gioco si propiziava magicamente il movimento degli astri o era un rito d'iniziazione. Attraverso diverse partite al gioco della pelota contro gli dei della morte nel mondo sotterraneo, i Divini Gemelli raggiungono la loro apoteosi con la trasformazione in Sole e in Luna. Durante il periodo Classico vengono rappresentate diverse divinità e numerosi sovrani nell'atto di giocare alla pelota, mentre durante il periodo Post-classico il rito si secolarizzò, provocando la nascita di giocatori professionisti e di scommesse. Al momento non vi sono dati certi sulle regole del gioco, sono state fatte alcune supposizioni, sembra che i giocatori, con il solo uso delle anche, per segnare il punto/vincere dovessero far passare una specie di palla attraverso un anello di pietra posto in alto alla metà del campo da gioco. Secondo alcune ricerche al termine delle partite vi era la decapitazione dei giocatori perdenti, mentre altri studi sono arrivati alla conclusione che erano i vincitori ad essere decapitati, in quanto solo quest'ultimi, i più forti/abili, erano "degni" di essere sacrificati agli dei.

Architettura
69e7fa491374576
TULUM


Nell'urbanistica generale Maya troviamo nel centro delle città i monumenti civici e religiosi, i templi, le residenze di corte e i luoghi d'incontro; alla periferia si sparpagliavano i villaggi e le case dei contadini. Tikal fu una delle più grandi ma sicuramente non la più antica, se si pensa a centri come El Mirador e ai centri preclassici presenti nell'attuale Belize o anche a Kaminaljuyu in Guatemala. Il suo centro civico e religioso aveva una superficie di circa 2 Km², i centri minori erano distribuiti per un raggio di 2 o 3 miglia. La dominavano 5 templi a piramide; il più alto misurava 75 metri. Poi c'era Copán, creduta per molto tempo l'Alessandria del mondo maya a causa di una erronea lettura di un altare presente nel sito, che fu creduto rappresentasse una riunione di scienziati e degli astronomi, mentre poi venne riconosciuto come l'elenco dei sovrani della città, Chichén Itzá, città sacra dello Yucatán alla quale i pellegrini si avvicinavano con reverenza, aveva un grande pozzo naturale, sede dei sacrifici umani. All'ombra delle città si trovavano i campi di mais, tutto ciò che facevano, tutto ciò in cui credevano i maya, era messo in relazione con il mais. I templi e i sacrifici avevano il compito di assicurare abbondanti raccolti; l'elaborata teologia era uno strumento di propiziazione del potere, ma anche dei frutti della semina; il calendario era suddiviso in funzione dei lavori da compiere nei campi. Nelle città maya nei giorni di festa vi affluiva tutto il contado che assisteva ai riti, sfilava in processione, impiantava le bancarelle, giocava alla palla, pagava le tasse e poi se ne tornava alle proprie comode capanne nell'hinterland. Tornando al discorso riguardante l'architettura maya, essa sembra sia stata del tutto autoctona; ma parecchi studiosi suppongono che possa essere stata influenzata da qualche contatto con la civiltà asiatica, il materiale abbondava. La pietra calcarea veniva estratta ancora fresca dal terreno, la si trattava nelle fornaci per ricavare la calcina. Gli stucchi servivano per correggere gli errori di costruzione. Anche se i blocchi di pietra erano finemente tagliati e selezionati. Tratti caratteristici dell'architettura maya furono il tetto sporgente, la volta e l'arco (volta a mensola, arco finto). Frequenti nell'architettura maya sono i grandi mascheroni in stucco che rappresentano generalmente le divinità, che derivano probabilmente dalle maschere di uomo-giaguaro degli Olmechi. La maestosità dell'architettura serviva per impressionare la folla dei fedeli.


La pittura

Al pari di molte civiltà del passato, i maya come altri popoli dell'America Centrale erano soliti caratterizzare sculture ed edifici mediante il colore, sia che questi ultimi avessero pareti lisce o fossero decorati a rilievo. Decorazione policrome all'interno di tombe di templi e palazzi come in rosso indio puro, azzurro di fondo. Temi: musicisti, danzatori, servitori con parasoli ricoperti di piume, personaggi con maschere di animali acquatici, sacerdoti e maestri di cerimonie, i signori e i nobili detentori del potere delle città, donne che si acconciano e si struccano, processioni di cortigiani, mascheroni di divinità, battaglie, il trapasso dalla vita alla morte, celebrazioni della vittoria, rituali scene di violenza e sacrifici umani, serpenti, giaguari. Una delle più spiccate doti artistiche dei maya è dunque, senza dubbio, l'inclinazione particolare per il disegno, una sensibilità sotto molti aspetti a quella dell'arte asiatica. La scultura si sviluppò senza influenze esterne nel periodo classico tra 550-900 d.c, e fu molto fiorente.

Arti minori

La sensibilità artistica di un popolo si riflette sempre fedelmente nella produzione di quelle che vengono chiamate arti minori. Esempio nella ceramica, vasi in onice e alabastro, sculture in legno, osso e pietra. La maggior produzione di statuette in ceramica proviene dall'isola di Jaina, sono una serie di personaggi molti dei quali intenti ad attività quotidiane come la tessitura con il caratteristico telaio appeso per una estremità della cintura. Vi sono rappresentati sacerdoti o capi militari, sacerdotesse scrivani, maghi, stregoni, giullari e buffoni, ballerini, attori, giocatori di palla, suonatori, mercanti, servi, storpi e vecchi che amoreggiano. S'avverte in queste figurine la preoccupazione costante di riprodurre fedelmente i dettagli dell'abbigliamento e degli ornamenti del corpo cercando di rappresentare il più realisticamente gli atteggiamenti più significativi, il carattere e i sentimenti.

L'aldilà e gli dei

I Maya, come ovunque i loro contemporanei, diedero una spiegazione all'origine del mondo. C'erano stati parecchi mondi: ognuno era perito in un diluvio e si attendeva un altro diluvio. L'universo maya, come quello contemporaneo cristiano, era travagliato dalla perenne lotta fra le potenze del male e del bene. Il bene portava la pioggia, la fertilità e l'abbondanza; il male portava la siccità, gli uragani e le guerre. Sopra la terra esistevano 13 cieli di beatitudine e dietro di essi 9 d'inferno. Nel paradiso finale non esistevano più né dolore né povertà, né pesanti carichi da sopportare.

Nell'inferno finale c'erano fame, freddo e miseria. I Maya credevano in una copiosa rosa di divinità che sembra avesse origine da un culto più antico, la fede in un supremo Dio creatore. Ma questo Dio era troppo remoto dalla vita, cosicché i Maya inventarono degli intermediari, in grado di curare ogni aspetto e fase della vita: il figlio di un dio vero divenne il capitano della corte degli Dei con gli uomini dovevano trattare. C'erano gli dei del mais e della morte, c'era un dio onnipresente della stella del nord che vigilava sui viaggi dei mercanti. A parecchie divinità era attribuito il compito di vegliare sulla guerra, sul sacrificio umano e sulla morte violenta. C'era poi il dio del vento e le dee che presiedevano alle inondazioni, alla gravidanza e alla tessitura; c'era anche la dea dei suicidi, tenuta in alta considerazione poiché i suicidi erano favoriti nella rapida ascesa al più alto dei cieli. Altre divinità avevano una speciale giurisdizione sui periodi cronologici in cui era diviso il tempo, altre ancora erano riservate a ciascun giorno separatamente, e, per buona misura, ogni numerale aveva il suo dio. C'era un dio per ogni emergenza, un dio per ogni necessità, un dio per ogni periodo di tempo. Il dio a cui il semplice coltivatore di mais si rivolgeva con la più sincera devozione era Chac, il dio della pioggia, la cui benevolenza arrecava vita e felicità, la cui ira era portatrice di morte.


Le Divinità Maya


Quelle che possiamo definire come le divinità della religione maya, sono rappresentazioni plastiche di esseri sovrannaturali composte in tratti altamente stilizzati di svariati animali ed elementi vegetali, talvolta combinati con forme umane. Gli dei per i maya erano capaci di manifestarsi, a seconda delle circostanze, sia attraverso fenomeni naturali e tramite animali, sia nei simulacri eretti dagli uomini che permettevano la materializzazione delle energie sacre durante i rituali, al fine di ricevere le offerte degli uomini. Li veneravano per ciò che rappresentavano e il significato glielo avevano dato loro per questo non potevano essere idoli. Erano entità imperfette che nascevano e morivano, quindi bisognose d'essere alimentate per sopravvivere. Per i maya non esistono esseri immutabili, di conseguenza gli dei erano costantemente soggetti a cambiamenti in una iconografia vastissima. Per distinguerli però vi sono elementi simbolici costanti nel tempo. Tra le divinità più rappresentate v'è il Drago che simboleggia : il creatore del mondo, l'energia sacra suprema presente nell'intero cosmo. Sotto forma di serpente-uccello (il 1° simboleggia la terra ed è un serpente a sonagli, il 2° è il quetzal e simboleggia l'incarnazione del cielo). Inoltre è in relazione con il sole, l'acqua, il sangue, lo sperma e il mais; s'arricchisce con elementi del giaguaro, del caimano e del cervo per dare vita al Drago Celeste. Diviene Drago bicefalo, serpente piumato e alato, serpente bicefalo, mascherone serpenteiforme. Nel Postclassico Quetzalcoatl assunse il nome di Kukulcán e venne rappresentato come serpente piumato o con sembianze di uomo-uccello-serpente; o come un anziano dagli occhi serpenteiformi, grandi, rotondi o quadrangolari, bocca con un solo dente, o con tratti femminili. Quest'ultimo è il dio D.

Il Sole è la deità suprema, asse intorno al quale si sviluppava la vita, generatore del tempo, l'origine del divenire ingenerale 4 stagioni e la quadruplicità del cosmo. È il signore numero quattro e il glifo che gli corrisponde consiste in un fiore con quattro petali. È luce (ossia vita, giorno, ordine, bene) quando sorge, è giaguaro quando è il tramonto. Ha grandi occhi quadrangolari e strabici, dente limato, lingua sporgente, zanne spiraliformi agli angoli della bocca e presenta una forma a 8 sulla fronte rappresentante il corpo di un serpente. Rappresenta gli animali sacri = giaguaro, cervo, colibrì, aquila, gazza, ara.
Il dio Chaac (o Chac) è una variante del dio drago e presenta un naso cascante, pupille a forma di spirale, zanne ricurve e serpentine, impugna un'ascia o una torcia (da lui dipende la pioggia o la siccità). Nello Yucatán lo troviamo sotto forma di mascherone geometrico.
Dio K e Dio del Mais da essi esce dagli occhi una serie di foglie della suddetta pianta, privo di tratti animali e la testa che termina in una pannocchia. Signore del numero otto, senza attributi zoomorfi visto che l'uomo nasce da un impasto di granoturco.
Vi sono varie dee: la dea lunare forza propizia della fertilità, la dea della pittura, della tessitura. Quando è giovane la dea della luna rappresenta la medicina e il parto, quando è vecchia la terra, vegetazione e tessitura.



Siti archeologici

Per approfondire, vedi la voce SITI ARCHEOLOGICI MAYA


Le popolazioni di lingua maya

« Non siamo un mito del passato, rovine nella giungla o negli zoo. Siamo persone e vogliamo essere rispettate, non essere vittime dell'intolleranza e del razzismo. »
(Rigoberta Menchú)


Si stima che vi siano 6 milioni di Maya viventi in questa regione all'inizio del XXI secolo; alcuni sono abbastanza integrati nella cultura moderna delle nazioni nelle quali risiedono, altri conservano uno stile di vita differente e più legato alle proprie tradizioni, spesso parlando i linguaggi Maya.

Le più vaste popolazioni Maya sono negli stati messicani di Yucatán, Campeche, Quintana Roo, Tabasco e Chiapas, nonché nelle nazioni centroamericane di Belize, Guatemala e a occidente in Honduras e in El Salvador
.


Yucatán

Il gruppo più vasto di Maya moderni si trova nello stato messicano dello Yucatán. Il nome Yucatán si narra derivi da Yectean, esclamazione che significa più o meno "non ho capito". Così rispondevano le popolazioni cui gli spagnoli chiedevano il nome della propria terra: Yectean, non ho capito. Comunemente si identificano come "Maya", senza nominare alcuna tribù (diversamente da quelli che vivono negli altopiani occidentali del Guatemala) e parlano una lingua che gli antropologi definiscono "maya yucateco", ma è chiamato semplicemente "maya" da chi lo parla e dagli altri yucatechi; parlano comunque anche lo spagnolo. Specialmente nelle regioni occidentali, anche quelli che parlano maya in casa spesso si definiscono meticci, il che mostra una certa assimilazione alla cultura dominante messicana.

Storicamente, la popolazione della metà occidentale della penisola era meno integrata con la cultura ispanica e meno assoggettati ai coloni rispetto agli abitanti della metà orientale.

Vi fu una grande rivolta dei maya yucatechi, nel XIX secolo, che fu una delle più riuscite rivolte moderne degli Indios. Essa portò tra l'altro alla temporanea esistenza di uno stato maya di Chan Santa Cruz, riconosciuto come nazione indipendente dall'Impero Britannico.

Lo sviluppo del turismo nel Mar dei Caraibi ha incoraggiato uno spostamento demografico da altre regioni del Messico. Questo fenomeno però, secondo molti critici, è stato motivato almeno in parte dal desiderio del governo centrale messicano di diminuire l'identità maya della regione a favore di una generica "messicanità".

Questo processo ha creato forti scompensi nella identità culturale dei discendenti del popolo Maya.



Chiapas

Il Chiapas fu lo stato del Messico meno toccato dalle riforme della Rivoluzione messicana. Molti Maya qui supportano l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

I maggiori gruppi etnici chiapanechi sono tzotzil e i tzeltal, che si trovano sugli altopiani; i tojolabal,i ch'ol, i lacandoni.



Guatemala

In Guatemala le popolazioni Maya più vaste e più legate alle antiche tradizioni si trovano negli altopiani occidentali.

In questo stato la politica seguita dai coloni spagnoli è stata quella di mantenere le popolazioni indigene separate e sottomesse e continua ancor oggi nel XXI secolo. Questo ha portato alla conservazione di molti costumi tradizionali, unico stile di vita possibile per i Maya.

Continua ancor oggi una notevole identificazione con le tribù, che spesso corrispondono agli stati-nazione precolombiani. Molte persone indossano tutt'oggi abiti che distinguono i gruppi locali specifici da tutti gli altri. I vestiti delle donne tendono a essere più tradizionali rispetto a quelli maschili, poiché gli uomini hanno avuto una maggior interazione con la cultura ispanica e maggiori rapporti commerciali.

Fra i popoli Maya degli altopiani vi sono i quiché, i mam, i pocomam, i caqchikel, gli ixil, i kekchi, i tzutuhil, i jacaltechi.



Siccome mi dispiaceva cancellare l'ottimo lavoro che fece Luxinda alcuni anni fa nel forum riporto di seguito cio' che scrisse prima di cancellarsi:

luxynda^* Inviato il: 7/9/2005, 15:38

Sabato 22 Dicembre 2012, fine del mondo?
ma non diciamo scemaggini!!!!
Questa data è riferita ad una profezia che la civiltà Maya fece più di 5000 anni fa, questa profezia non ci indica quella data come termine del mondo, ci indica invece il punto di conclusione di un anno galattico, ricordo che I Maya hanno scoperto che come la Terra gira intorno al Sole, tutto il sistema solare nel quale la Terra si trova gira anch'esso intorno alla galassia, così il giro completo del sistema solare intorno alla galassia dura 25625 anni, questo è chiamato "anno galattico", sabato 22 dicembre 2012 finisce "un anno galattico". La profezia ci dice che vi saranno dei grandi cambiamenti, climatici per quanto riguarda il nostro pianeta, spirituale tra gli esseri umani, ma il mondo dopo quella data continuerà ad esistere e a vivere.

PROFEZIE MAIA

La civiltà Maya, che prosperò circa 1500 anni fa nell'America Centrale, raggiunse traguardi scientifici notevoli. Poiché non avevano un punto di riferimento da quale partire per contare gli anni, i Maya risolsero il problema utilizzando stelle e pianeti. Il risultato fu il "Grande Conto", basato sui movimenti del pianeta Venere.
Divisero il tempo in una serie di cicli che cominciavano dalla nascita di Venere.
Ogni ciclo durava 1 milione e 872 000 giorni.
Il ciclo che ora stiamo vivendo ha avuto inizio il 13 agosto dell'anno 3114 prima di Cristo e finirà il 22 dicembre 2012 dopo Cristo.

I Maya erano del tutto sicuri dell'attuale ciclo ed erano altrettanto convinti che fosse l'ultimo.
Quando il mondo avrà completato questo ciclo, dicevano, finirà fra disastrose inondazioni, terremoti e incendi: uno scenario molto simile alle profezie del Nuovo Testamento.
E' stato obbiettato che gli uomini di ogni epoca e di ogni parte del globo hanno un'innata paura del fuoco e delle inondazioni, e che quindi profezie di questo tipo non sono altro che manifestazioni di tale paura. Ma la scienza, con tanto di prove, segnala che qualcosa sta definitivamente per compiersi col nuovo millennio.
Nel 1980 Hideo Itakawa, pioniere dei programmi missilistici giapponesi, ha utilizzato proiezioni fatte al computer per scoprire che il 19 agosto 1999, subito dopo il sinistro annuncio di un'eclissi solare, il sole e i pianeti si disporranno in modo da formare una croce.
I bracci della croce andranno a cadere nei segni astrologi dell'Acquario, del Toro, del Leone e dello Scorpione.
Ebbene, gli astrologi credono che questa disposizione corrisponda ai quattro cavalieri dell'Apocalisse, così com' è descritta nel Nuovo Testamento (Ap. 6, 1-8).

... per ora siamo vivi... anche se le catastrofi naturali sono sempre in agguato.. e sempre più violente..
aprirò un topic in merito...
chissà...
magari noi crediamo sia tutto naturale ma..chissà... forse anche l'uomo è in grado di controllare le leggi della Natura?

il calendario MAIA

Il calendario Maya non era una cosa molto semplice: innanzi tutto va detto che ne esistevano ben due: uno di 260 giorni, detto tzolkin, ed uno "vago" di 365 giorni: i due calendari non avevano alcuna relazione fra loro, ed erano impostati in maniera differente, ma nelle date si riportavano entrambi perchè il prima faceva riferimento esclusivamente ai giorni della settimana mentre il secondo riguardava i mesi dell'anno.

mcal1


Giorni Maya Significato Mesi Maya Durata
Imix Acqua Pop 20 gg
Ik Aria Uo 20 gg
Akbal Notte Zip 20 gg
Kan Grano Zotz 20 gg
Chicchan Serpente Tzec 20 gg
Cimi Morte Xul 20 gg
Manik Cervo Yaxkin 20 gg
Lamat Coniglio Mol 20 gg
Muluc Pioggia Chen 20 gg
Oc Cane Yax 20 gg
Chuen Scimmia Zac 20 gg
Eb Ginestra Ceh 20 gg
Ben Canna Mac 20 gg
Ix Giaguaro Kankin 20 gg
Men Uccello Muan 20 gg
Cib Avvoltoio Pax 20 gg
Ceban Forza / Terra Kayab 20 gg
Eznab Selce Curmhu 20 gg
Cauac Tempesta Uayeb 5 gg
Ahau Signore

(scusate l'allineamento storto ma non riuscivo a far di meglio)

numeri sacri MAIA
mmay

Lo Tzolkin era la successione dei venti giorni, qualcosa di simile alla successione delle settimane, ma leggermente differente: i giorni erano numerati da 1 a 13 così: 1 Imix, 2 Ik, 3 Akbal, ..., 13 Ben; a questo punto il giorno successivo era 1 Ix, 2 Men, ...

Con questo metodo i giorni della settimana si ripetevano con la stessa numerazione solo dopo 260 giorni (20x13): questo periodo formava laTzolkin.

L'anno vago era invece la successione dei 19 mesi del calendario, 18 formati da 20 giorni ed uno da 5, per un totale di 365 giorni. I giorni del mese erano numerati in modo ordinato da 0 (che si diceva "base" del mese) a 19, cioè ad esempio base di Pax, 1 Pax, 2 Pax, etc....

Le date Maya, come detto, riportavano la data di entrambi i calendari, ad esempio 10 Cauac 3 Mol: il sistema era pensato in maniera tale che solo ogni 52 anni (260 x 365 giorni) gli accoppiamenti fra i due calendari si sarebbero ripetuti: viene perciò definito secolo il gruppo di 52 anni, che corrispondevano a 73 Tzolkin.

Il secolo non era il solo raggruppamento di anni usato: ve ne erano via via sempre di più grandi, fino a raggiungere quello più grande, corrispondente a 1.366.560 giorni.

La mitologia maya aiuta a spiegare questa data: secondo i loro miti sulla Terra si sono succedute varie civiltà, per la precisone quattro, tutte finite con una grande catastrofe: i pochi sopravvissuti hanno permesso il perpetrarsi della civiltà, sebbene sotto forme diverse, nelle varie ere.

I Maya spiegavano queste distruzioni dicendo che il Sole, al termine del suo ciclo millenario, aveva bisogno di un sacrificio per poter continuare a splendere e per questo anche gli dei dovevano morire, perchè il nuovo sole ne avrebbe generato altri.

Il calendario Maya è quindi, alla luce dei fatti, un lungo conto alla rovescia verso la fine della nostra era: secondo recenti calcoli l'inizio della nostra era viene posta il 12 Agosto del 3114 A.C. e quindi tutto dovrebbe terminare il 22 dicembre 2012, ma come?


INOLTRE articolo interessante sulla fine del mondo QUI

https://it.wikipedia.org/wiki/Maya#La_matematica

Edited by Valene - 13/8/2017, 20:26
 
Web Contacts  Top
0 replies since 17/10/2008, 13:48   1659 views
  Share