+Dark & Gothic Lolita+

Posts written by DarkArtifact

view post Posted: 12/3/2013, 12:57 Moscheles' Erard, London, 1840 - Classical Music Instruments & More..

Moscheles' Erard, London, 1840

GDgm3iE

Un pianoforte a coda di provenienza eccezionale. Questo strumento apparteneva al pianista del 19 ° secolo e compositore Ignaz Moscheles

"Il signor Moscheles ha svolto un nuovo concerto in cui profonda conoscenza musicale e di fantasia sono stati felicemente fuse. Nel suo finale ha introdotto il noto brano inglese, il Grenadier marzo, e metteva in moto sia la testa che il cuori. Nella seconda parte si è esibito un estemporanea fantasia, ed eccitato come stupore tanto dalla prontezza della sua invenzione, come dalla rapidità indescrivibile della sua esecuzione e la potenza di mano "

".... Lo stile in cui eseguì una fuga di Bach, e un finale florido di Weber o di Beethoven, era perfettamente in accordo con il genio, e dobbiamo supporre l'intenzione di ogni compositore, come se avesse studiato nella sua scuola da solo . "

Nato a Praga nel 1794, Ignaz Moscheles è diventato uno dei più altamente stimati musicisti della vita del 19 ° secolo al centro della vita musicale al momento. Con una carriera che dura da entrambi i periodi classico e romantico, ha vissuto cambiamenti straordinari nello sviluppo musicale e prestazioni. Venerato come un direttore d'orchestra pianista e insegnante, è stato chiesto dai genitori di Felix Mendelssohn per insegnare il loro figlio di 15 anno di età in modo che egli "dovrebbe beneficiare della presenza in mezzo a noi di 'principe des pianisti'. E 'diventato un grande amico e mentore di Mendelssohn, un collega di Beethoven, Chopin, Liszt e Schumann. Fino al 1840 ca solista al pianoforte erano rare, e fu Ignaz Moscheles che è stato accreditato di dare il primo 'considerando' assolo al pianoforte a Parigi nel 1837. Ha regolarmente eseguita con Mendelssohn e in più occasioni con Chopin, che spesso incluso la musica di Moscheles nei suoi programmi.

Moscheles ha viaggiato molto in Europa come pianista e direttore d'orchestra, stabilendosi a Londra dal 1825-1846 dove diventa co-direttore della Società Filarmonica nel 1832.

In un momento in cui il pianista virtuoso è stata presa in consegna la piattaforma, Moscheles è rimasto profondamente radicato nella tradizione classica. Era un campione della musica di Mozart e di Beethoven, il che rende una parte essenziale della sua programmazione. E 'stato incaricato di scrivere la colonna sonora per pianoforte Fidelio di Beethoven, e ha lavorato direttamente con il compositore su di esso. Ha dedicato enormi sforzi per la cura del benessere di Beethoven negli ultimi anni del compositore.

Moscheles tenuto diari estese per tutta la vita, e sono un record personale affascinante della sua associazione con tutti i grandi musicisti del 19 ° secolo. Egli si ritirò in gran parte dalla piattaforma concerto nel 1846, quando tornò a Lipsia, dove è stato a capo del Dipartimento per la riproduzione e composizione. È morto nella sua casa di Lipsia nel 1870.


Fonte: www.periodpiano.com/grand_pianos/Mo...ondon-1840.html



Edited by Valene - 13/3/2020, 20:37
view post Posted: 12/3/2013, 12:48 Bechstein, Berlin - Classical Music Instruments & More..

Bechstein

evI8qZV

La Bechstein (nome completo: C. Bechstein Pianofortefabrik AG Berlin) è un'azienda tedesca che costruisce e vende in tutto il mondo pianoforti a coda e verticali. La prima fabbrica fu fondata nel 1853 a Berlino, Johannisstrasse 5, da Carl Bechstein, fornitore della corte del re di Prussia Federico Guglielmo IV. Oggi gli strumenti Bechstein e C. Bechstein vengono prodotti a Seifhennersdorf, una cittadina della Sassonia, mentre quelli col marchio W. Hoffmann vengono costruiti dal 2007 nella Repubblica Ceca dalla filiale C. Bechstein Europe. Con circa 5000 strumenti venduti all'anno, la Bechstein è il più grande costruttore europeo di pianoforti verticali e a coda


Pianoforte Bechstein del 1893
GR5y4p4

Pianoforte Bechstein del 1902 in stile Liberty
cOfqE4K

Pianoforte elettrico Neo-Bechstein nel Museo della Tecnica di Vienna
eSEzLxc




https://it.wikipedia.org/wiki/Bechstein



Edited by Valene - 13/3/2020, 20:36
view post Posted: 5/3/2013, 13:02 Grand Piano, Erard, ca. 1832 - Classical Music Instruments & More..

Grand Piano, Erard, ca. 1832



Erard_Grand_Piano_1832



Un rarissimo pianoforte a coda presto dal 1832, lo stesso anno il pianoforte Erard di Felix Mendelssohn, che è stato dato a Erard da modificare in un secondo momento, come questo, ca. 1842. Ci chiediamo se può essere questo piano.


Fonte: www.periodpiano.com/1832_Erard_Grand_Piano.html


Edited by Valene - 16/7/2017, 17:25
view post Posted: 5/3/2013, 12:53 A British Collard & Collard Grand from 1851 - Classical Music Instruments & More..

A British Collard & Collard Grand from 1851

g89jaKL

Questo magnifico pianoforte e storicamente importante è stato ordinato da Don Pedro Romero de Terreros da Collard & Collard, costruttori di pianoforti inglesi, il 24 luglio 1851 come regalo per il suo nipote, donna Matilde Terreros de Garcia. Collard e Collard (gestito dalla William fratelli Federico e Federico Guglielmo) era un discendente della società fondata da Longman & Broderip a Londra nella seconda metà del 18 ° secolo. I Collards lavorato con Muzio Clementi (firmando i loro strumenti variamente, tra cui Clementi & Co nel 1800 e Clementi, Collard & Collard nel 1819) e ha assunto la responsabilità dopo la morte di Clementi nel 1832. Collard & Collard, nel corso del tempo, si è distinta per la creazione di pianoforti unici per royalty e altri leader potenti nel corso del 19 ° secolo. Questo pezzo eccellente è stato appositamente costruito con i legni migliori e più costosi e faccette del suo tempo, tra cui francese noce e radica amboyna.

Pochissimi di questi pianoforti speciali ordinati sono stati costruiti da Collard & Collard. Solo due sono noti per essere esistito in Messico, questo e un altro quasi identico (con piccole variazioni in broccato esterno), che è stato ordinato da imperatore francese Napoleone Bonaparte III per il suo "cugino" messicano imperatore Massimiliano d'Austria e di sua moglie, Empress Carlota. Il secondo è attualmente in mostra presso il Museo Nazionale di Storia a Castello di Chapultepec, in Messico.

Questo strumento apprezzato cura eccellente durante la maggior parte della sua vita. Abbiamo restaurato ottime condizioni di gioco per l'attuale proprietario, che è purtroppo il ridimensionamento e ci ha chiesto di trovare una nuova casa buona. Il restauro / conservazione mantenuto originalità dello strumento per quanto possibile,

Incredibilmente, è dotato di provenienza piena e valutazioni multiple antichità messicane e specialisti pianoforte storici.




Fonte: www.pianogrands.com/pianos/moregran...collard1851.htm



Edited by Valene - 13/3/2020, 20:34
view post Posted: 27/2/2013, 20:02 l'organo più antico d'Italia - Classical Music Instruments & More..

Chiesa di S.Petronio a Bologna

cIe7eSr

L'organo «in cornu Epistolae» è stato costruito da Lorenzo di Giacomo da Prato tra il 1471 e il 1475, ed è perfettamente funzionante, grazie anche all’intervento di restauro effettuato negli anni ’80. Per l’epoca in cui è stato costruito è da considerarsi un organo di notevoli dimensioni (la canna centrale è alta più di 8 metri).

E’ collocato su una tribuna al lato destro dell’Altare maggiore; in fronte ad esso si trova un altro organo un poco più recente, l'rgano «in cornu Evangelii», costruito da Baldassarre Malamini nel 1596.

tM1xYjL
L'organo di Baldassarre Malamini (1596)

L'organo ha 2 facciate ciascuna di 51 canne, da Sol-1, suddivise in 5 campate: 6/17/5/17/6 (disposte a cuspide ad eccezione delle estreme che sono «ad ala» decrescente verso l’interno), munite di «organetti morti» sopra alle campate minori con pari numero di canne ma disposte «ad ali» convergenti; la canna centrale delle campate minori e degli «organetti morti» di entrambe le facciate è a tortiglione; la facciata anteriore (verso il coro) corrisponde al Principale 24’, quella posteriore (verso la sagrestia) al Principale 12’.

La tastiera è composta da 54 tasti: Fa-1 - La4 senza i primi due ‘cromatici’ e con in più gli «spezzati» per La bemolle1 2 3; i tasti ‘diatonici’ ricoperti di legno di bosso, i ‘cromatici’ di ebano.


La pedaliera «a leggìo» (ricostruita da Tamburini) di 20 tasti: Fa-1- Re2 senza i primi due ‘cromatici’, costantemente collegata alla tastiera.

I registri sono azionati da manette spostabili con movimento verticale e fissabili ad incastro, disposte in linea orizzontale a destra della tastiera.

La manticeria e composta di 4 mantici a cuneo, muniti di stanghe e corde (ripristinate da Tamburini) per l’azionamento manuale.

Il Somiere è a vento (di G. B. Facchetti, 1531) con 10 pettini così corrispondenti ai registri a partire dalla facciata anteriore.

Il raddoppio (canne disposte su zoccolo dotato di singoli ventilabrini e pettine di comando, costruito da Tamburini e collocato sui fori originali d’alimentazione; funziona soltanto pre-inserendo il Principale 24)

Le canne del Ripieno - ad eccezione della XII che è interamente ad alta percentuale di piombo - presentano il corpo di stagno e il piede di piombo; 4 canne di legno: Fa e Si bemolle i dei due Principali.

Il Temperamento è del «tono medio».

Fonte: www.pianistavincenzo.altervista.org/antico.htm



Edited by Valene - 13/3/2020, 20:33
view post Posted: 27/2/2013, 19:59 l'organo più antico del mondo - Classical Music Instruments & More..

Chiesa di Notre-Dame del Valère a Sion

eI6ZoHy


L'organo della Chiesa di Notre-Dame del Valère a Sion (Svizzera) è unanimemente considerato l'organo più antico del Mondo attualmente ancora funzionante. In effetti, la costruzione di questo organo risale, secondo le ricerce effettuate dal Dr. Friedrich Jakob, agli anni tra il 1400 ed il 1436.


Questa datazione è anche confermata dai documenti d'archivio, che testimoniano che negli anni 1434-1437 il pittore Peter Maggenberg, di Friburgo, dipinse le portelle interne ed esterne di questo strumento, portelle che si possono tuttora ammirare, quelle interne ancora applicate all'organo, quelle esterne esposte in una teca di vetro sistemata in basso sotto la tribuna.

Originariamente concepito per la cantoria principale della cattedrale, fu poi sistemato in un caratteristico "nido di rondine" sulla parete occidentale.

i8TzqtX

Quest'organo dà un esempio della cura che, nei secoli XIV e XV, si aveva per l’aspetto di un organo; è evidente che si è voluto evocare un altare. I merli che sovrastano le due torrette riprendono il tema della “fortezza di Sion”, presente su tutta la facciata occidentale della chiesa stessa.
Alcuni elementi di questo strumento (cassa e tre dei sette registri) risalgono al 1435. L’estensione originale della tastiera era di 30 note (da Si/1 a Fa/4). Tale rimase fino al 1718 quando l'organaro Matthias Carlen estese la tastiera (do1 - do5) alle attuali 49 note (da Do/1 a Do/5) ed aggiunse una pedaliera di nove note, dotata di due registri propri. Nello stesso intervento i registri originali che furono conservati interamente furono solamente tre.

Questo strumento, quindi non è totalmente originale, in quanto nel 1700 ha subìto modifiche di una certa rilevanza, che ne hanno alterato l’integrità costruttiva d’origine.

rV91aHD

Nel 1954 la ditta Kuhn effettuò un intervento di restauro che mantenne inalterata la disposizione fonica del 1718. Fu peraltro ristabilito l'antico corista a 448 Hz. e la pressione dell'aria fu riportata ai 45 mm. originali. Questo strumento, che anche nell'aspetto architettonico (che rappresenta le torri delle mura della città) è una splendida testimonianza dell'arte organaria europea del XV secolo, è tuttora perfettamente funzionante e viene utilizzato, oltre che per il normale servizio liturgico, in occasione di concerti e per l'incisione di dischi e per l'effettuazione di registrazioni radiofoniche e televisive.


Fonte: www.pianistavincenzo.altervista.org/antico.htm

www.pipeorgans.it/it/content/curios...ie-sugli-organi



Edited by Valene - 13/3/2020, 20:30
view post Posted: 25/2/2013, 20:30 Johannes Brahms - Classical Music
Johannes-Brahms
00000000000000000-17118230844430
Credits: Google, wikipedia.
Articolo rifatto by Valene. Modificato by Darky


Johannes Brahms[1] (pron. [ˈbrams][2]; Amburgo, 7 maggio 1833 – Vienna, 3 aprile 1897) è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra tedesco del periodo tardo-romantico.

Il critico musicale Eduard Hanslick, contemporaneo del compositore, indicò in Brahms l'antagonista della "musica avveniristica" wagneriana, ascrivibile a quel filone neoromantico (al quale appartenevano anche Liszt e Berlioz) che intendeva trasferire nell'opera musicale i tratti letterari e collocava il fatto musicale all'interno di un programma che, affermando l'emancipazione rispetto al rigido impianto formale classico, ricercava una maggiore libertà espressiva.[3]
Il secondo romanticismo musicale tedesco, turbato dal titanismo estremo di Richard Wagner, è invece attraversato da una profonda intimità in Brahms, nel quale la severa continuità con la tradizione classica si armonizza con il ricorso ad accenti romantici.

La musica brahmsiana, orientata a un vivido sinfonismo e segnata dal sistematico spirito di rivisitazione della struttura compositiva, meditata e sofferta, si accompagna alla tendenza a prediligere la spontaneità dei tratti della musica popolare viennese e ungherese.
La trama musicale, adagiata nello spirito di riflessione e ripiegamento, esprime un senso di affettiva profondità e di dolcezza poetica (soprattutto nell'ultima produzione pianistica, sinfonica e cameristica).[4]

In realtà fu la critica a fare di Brahms un epigono del classicismo, contrapposto a Wagner.
Il suo rifiuto dell'"avvenirismo" wagneriano e l'estraneità al teatro musicale ne fecero un esponente di un filone in controtendenza rispetto alle avanguardie.
Dal punto di vista della tecnica musicale Brahms fu tuttavia moderno allo stesso modo dei moderni suoi presunti "concorrenti". Nella fusione delle tecniche e nella rivisitazione dei generi il musicista amburghese esprimeva la propria anima decadente (cioè profondamente consapevole di trovarsi sullo spartiacque di un mutamento culturale ed epocale) rivolta alla reinterpretazione del passato, ma in forme diverse e innovative.[5]
In proposito ha scritto Giorgio Pestelli: "La modernità di Brahms consiste prima di tutto nella sua ricchezza di spirito critico, di adeguatezza alla vastità della tradizione.

800px-Johannes_Brahms_1866

Proprio per la sua cultura, Brahms ha capito che quel progresso esaltato dal mondo scientifico della sua epoca, in arte è un concetto fasullo, ha capito che ciò che conta non è fare una cosa, ma rifarla". (Giorgio Pestelli, Canti del destino. Studi su Brahms, Einaudi, Torino, 2000).

00000000000-17118232532918

Brahms nacque da una famiglia modesta, secondo dei tre figli di Johann Jacob Brahms (1806-1872) e Johanna Henrika Christiane Nissen (1789-1865), sposatisi nel 1830.
Aveva una sorella maggiore di nome Elisabeth detta "Elise" e un fratello minore di nome Fritz Friederich.
Suo padre era musicista popolare e suonava diversi strumenti: flauto, corno, violino, contrabbasso, e fu lui a dare al giovane Johannes le prime lezioni di musica; la madre era una sarta e Brahms la amava profondamente (quando il padre se ne separò nel 1865 il musicista — che non si sposò mai — rimase profondamente legato alla famiglia, tanto da sostenere finanziariamente anche la seconda moglie del padre, in vecchiaia).
Malgrado le ristrettezze, la famiglia riconobbe le doti del piccolo Johannes e gli consentì un'educazione di qualità.

Il ragazzo rivelò un talento musicale naturale: precoce e attirato da tutti gli strumenti, cominciò a studiare il pianoforte a sette anni e pareva destinato alla carriera concertistica.
Approfondiva, sotto la guida di Eduard Marxsen, lo studio della composizione e prendeva anche lezioni di corno e di violoncello.
Il suo primo concerto pubblico è attestato nel 1843, a dieci anni, e fin dai tredici anni il futuro compositore aveva cominciato a contribuire al bilancio familiare suonando — come suo padre — nei locali di Amburgo e, più avanti, dando lezioni di piano.

OoWVdzg
Brahms nel 1853

A vent'anni, nel 1853, Brahms ebbe alcuni incontri più significativi per la sua vita: prima il grande violinista Joseph Joachim, con il quale iniziò una lunga e proficua collaborazione; poi fu proprio Joachim a presentarlo a Franz Liszt (e Brahms si addormentò, durante l'esecuzione del maestro), ma soprattutto lo introdusse in casa Schumann: il rapporto con i due sarà fondamentale nella vita di Brahms.

Schumann lo considerò immediatamente e senza riserve un genio, e lo indicò nella sua Neue Zeitschrift für Musik (una rivista musicale fondata a Lipsia da Schumann stesso) come il musicista del futuro; Brahms, per parte sua, considerò Schumann il suo unico e vero maestro, restandogli vicino con devozione fino alla morte.
Il legame con la moglie Clara Wieck Schumann durò fino alla morte di lei; Brahms, innamorato di Clara[6], le sopravvisse meno di un anno.

L'attività concertistica di Brahms continuò fino agli anni settanta, spesso insieme con Joachim, parallelamente alla composizione e alla direzione d'orchestra.
Una recensione così descrive il suo stile pianistico di quegli anni: «Molti artisti possiedono una tecnica più brillante, ma sono pochi quelli che sanno tradurre le intenzioni del compositore in maniera altrettanto convincente, o seguire il volo del genio beethoveniano e rivelarne tutto lo splendore, come fa Brahms».

Già dal 1853, anno della tournée con Reményi durante la quale aveva incontrato Joachim a Gottinga, Brahms cominciò quella vita un po' raminga cui lo costringeva il suo lavoro e che in fondo, nonostante fosse uomo molto legato alle proprie abitudini e al proprio modo di vivere, non doveva dispiacergli.
La sua passione erano però i soggiorni che gli consentivano lunghe passeggiate in mezzo alla natura, occasioni propizie per continuare a elaborare musica.

Quando Clara Schumann si stabilì a Berlino, nel 1857 Brahms tornò ad Amburgo, dove costituì e diresse per tre anni un coro femminile.
L'attività con il coro, che continuò alla corte di Detmold e poi alla Singakademie di Vienna, aveva certamente motivazioni economiche, ma fu anche importante per la composizione; Brahms non produsse mai musica per opere, ma pose grande attenzione alla scrittura per voce.

800px-Lippisches_Landestheater_Detmold
Il teatro di Detmold

Egli lasciò una battuta divertente e significativa, che lega la sua storia di scapolo a quella di mancato compositore d'opera: «Scrivere un'opera sarebbe per me altrettanto difficile che sposarmi. Ma probabilmente, dopo la prima esperienza, ne farei una seconda!»

Nel 1862 soggiornò a Vienna, che dall'anno successivo divenne il suo principale luogo di residenza.
A Vienna fu assai apprezzato, sviluppò relazioni e vi si stabilì definitivamente nel 1878.

64575987216c3

Fu lì che avvenne il suo unico incontro con Wagner e soprattutto, nel 1870, conobbe Hans von Bülow, il grande direttore che divenne suo amico e uno dei suoi principali estimatori.

Alla continua ricerca di perfezione stilistica, Brahms fu assai lento nello scrivere e soprattutto nel pubblicare ed eseguire le proprie opere, o almeno quelle che egli considerava "importanti".
La sua Prima sinfonia (che von Bülow definì "la Decima di Beethoven") ebbe la prima esecuzione solo nel 1876, a Karlsruhe: il maestro aveva già 43 anni e viveva di musica praticamente da sempre.

Negli ultimi 20 anni di vita, Brahms poté infine dedicarsi soprattutto alla composizione; sono gli anni dei principali lavori per orchestra: le altre tre sinfonie, il Concerto per violino, il Secondo Concerto per pianoforte, fino ai magistrali capolavori cameristici dell'ultimo periodo.
Nel 1879 l'Università di Breslavia (dal 1945 Wrocław, Polonia) gli conferì la laurea honoris causa, designandolo artis musicae severioris in Germania nunc princeps.
A titolo di ringraziamento Brahms scrisse l'impeccabile Akademische Fest-Ouverture (op. 80) che presenta una complessa elaborazione di noti canti gregoriani.

1-1024x576

Morì a Vienna di un tumore maligno, come suo padre, il 3 aprile 1897, meno di un anno dopo la sua amica di una vita, Clara Schumann.
Fu sepolto nel cimitero centrale di Vienna, nel "Quartiere dei musicisti".

s3tcAEO

L'estetica di Brahms — che fa di lui uno dei grandissimi musicisti dell'Ottocento — si fonda su una straordinaria miscela di forme classiche rigorose, fondate su una grande sapienza contrappuntistica e polifonica intrisa di uno spirito profondamente romantico, che si manifesta nel magnifico colore musicale, nell'inventiva melodica, nelle sorprendenti sovrapposizioni ritmiche.

00000000000000000-17118236315352

Brahms, di fede luterana, rimase per tutta la vita umanamente e eticamente tale. Tra le abitudini che non lasciò mai, sino dall'infanzia, c'era la lettura della Bibbia che gli era stata donata nell'anno della sua nascita e dalla quale egli trasse i testi per le composizioni corali sacre.
La leggeva assiduamente e fino alla morte rimase per lui uno dei libri più importanti.

Il compositore tedesco, suo amico, Walter Niemann ha dichiarato: "Il fatto che Brahms abbia iniziato la sua attività creativa con la canzone popolare tedesca e abbia chiuso con la Bibbia rivela il vero credo religioso di questo grande uomo del popolo"[7].

Tuttavia si ritiene perlomeno "critico" il rapporto e l'atteggiamento di Brahms verso la religione.
Il compositore Josef Suk riportò di una discussione del marzo 1896, insieme a Brahms e Antonín Dvořák, durante la quale il primo sconcertò il devotissimo Dvořák ammettendo di avere "letto troppo Schopenhauer per essere religioso".[8][9]

00000000000000-17118236608620
Maggiori info: Composizioni di Johannes Brahms.

Tra parentesi la data di composizione.

Composizioni per orchestra

Sinfonie:

n. 1 in do minore op. 68 (1862-1876)
n. 2 in re maggiore op. 73 (1877)
n. 3 in fa maggiore op. 90 (1883)
n. 4 in mi minore op. 98 (1884-1885)

Ouverture:

Ouverture per una festa accademica in do minore op. 80 (1880)
Ouverture tragica in re minore op. 81 (1880)
Variazioni su un tema di Haydn, op. 56a (1873)
Tema. Corale S.Antonio. Andante
Variazione I. Poco più animato (Andante con moto)
Variazione II. Più vivace (Vivace)
Variazione III. Con moto
Variazione IV. Andante con moto (Andante)
Variazione V. Vivace (Poco presto)
Variazione VI. Vivace
Variazione VII. Grazioso
Variazione VIII. Presto non troppo (Poco presto)
Finale. Andante

Serenate:

Serenata n. 1 in re maggiore op. 11 (1857-1858)
Serenata n. 2 in la maggiore, op. 16 (1858-1859)
Concerti per pianoforte e orchestra:
n. 1 in re minore op. 15 (1856-1858)
n. 2 in si bemolle maggiore op. 83 (1881)
Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 77 (1878)
Doppio concerto per violino, violoncello e orchestra in la minore, op. 102 (1887)
Trascrizione di tre Danze ungheresi (1873)
n.1 in Sol minore
n.3 in Fa maggiore
n.10 in Fa maggiore

Musica da camera senza pianoforte

Sestetti per archi:

n. 1 in si bemolle maggiore op. 18 (1860)
n. 2 in sol maggiore op. 36 (1864-1865)
Quartetto per archi n. 1 in do min. op. 51 n.1
Quartetto per archi n. 2 in la min. op. 51 n.2
Quartetto per archi n. 3 in si bem. mag. op. 67
Quintetti per archi (due violini, due viole e un violoncello):
n. 1 in fa maggiore op. 88
n. 2 in sol maggiore op. 111

Quintetto per archi e clarinetto in si min. op. 115
Musica da camera con pianoforte
Quintetto per pianoforte e archi in fa minore op. 34 (1862-1864)
Quartetti per pianoforte e archi:
n. 1 in sol minore op. 25 (1861)
n. 2 in la maggiore op. 26 (1861)
n. 3 in do minore op. 60 (1873-1874)

Trii per pianoforte e archi:

n. 1 in si maggiore op. 8 (1854, seconda versione 1889)
n. 2 in do maggiore op. 87 (1882)
n. 3 in do minore op. 101 (1886)
Trio per pianoforte, violino e corno in mi bemolle maggiore op. 40 (1865)
Trio per pianoforte, clarinetto e violoncello in la minore op. 114 (1891)
Sonate per pianoforte e violino:
n. 1 in sol maggiore op. 78 (1878-1879)
n. 2 in la maggiore op. 100 (1886)
n. 3 in re minore op. 108 (1886)
Scherzo per pianoforte e violino (per la Sonata F.A.E., 1853)
Sonate per pianoforte e violoncello:
n.1 in mi minore op. 38 (1862-1865 movimento)
n.2 in fa maggiore op. 99 (1886)
Sonate per pianoforte e clarinetto (o viola) op. 120 (1894)
n.1 in fa minore
n.2 in mi bemolle maggiore

Composizioni per pianoforte

Due pianoforti

Sonata in fa minore op. 34bis (1864)
Variazioni su un tema di Haydn, op. 56b (1874 a Manchester con Charles Hallé e Hans von Bülow)
Pianoforte a quattro mani
Valzer n°5 dai 16 Valzer per pianoforte a quattro mani (op. 39) di Brahms.
Variazioni sul Geister-Thema di Robert Schumann op. 23 (1863)
16 Valzer op. 39 (1865)
n.1 in si maggiore: Tempo giusto
n.2 in mi maggiore
n.3 in sol diesis minore
n.4 in mi minore: Poco sostenuto
n.5 in mi maggiore: Grazioso
n.6 in do diesis maggiore: Vivace (do maggiore nella versione per pianoforte solo)
n.7 in do diesis minore: Poco più Andante
n.8 in si bemolle maggiore
n.9 in re minore
n.10 in sol maggiore
n.11 in si minore
n.12 in mi maggiore
n.13 in do maggiore (si maggiore nella versione per pianoforte solo)
n.14 in la minore (sol diesis minore nella versione per pianoforte solo e per due pianoforti)
n.15 in la maggiore (la bemolle maggiore nella versione per pianoforte solo e per due pianoforti)
n.16 in re minore (do diesis minore nella versione per pianoforte solo)
21 Danze ungheresi WoO 1 (1869 e 1880)
n.1 in sol minore: Allegro molto
n.2 in re minore: Allegro non assai
n.3 in fa maggiore: Allegretto
n.4 in fa minore (fa♯ minore per orchestra): Poco sostenuto
n.5 in fa♯ minore (sol minore per orchestra): Allegro
n.6 in re♭ maggiore (re maggiore per orchestra): Vivace
n.7 in la maggiore (fa maggiore per orchestra): Allegretto
n.8 in la minore: Presto
n.9 in mi minore: Allegro non troppo
n.10 in mi maggiore (fa maggiore per orchestra): Presto
n.11 in re minore: Poco andante
n.12 in re minore: Presto
n.13 in re maggiore: Andantino grazioso
n.14 in re minore: Un poco andante
n.15 in si♭ maggiore: Allegretto grazioso
n.16 in fa minore: Con moto
n.17 in fa♯ minore: Andantino
n.18 in re maggiore: Molto vivace
n.19 in si minore: Allegretto
n.20 in mi minore: Poco allegretto
n.21 in mi minore: Vivace
Liebeslieder-Walzer per canto (ad libitum) e pianoforte a 4 mani op. 52a (1869)
Trascrizioni da opere proprie o di altri autori.
Pianoforte solo

Johannes Brahms: Ninna nanna per pianoforte solo

Sonate

n. 1 in do maggiore op. 1 (1852-1853)
n. 2 in fa diesis minore op. 2 (1852)
n. 3 in fa minore op. 5 (1853)
Scherzo in mi bemolle minore, op. 4 (1851)

Variazioni:

su un tema di Schumann op. 9 (1854)
su un tema originale op. 21,1 (1857)
su un tema ungherese op. 21/2 (1854)
su un tema di Händel op. 24 (1861)
su un tema di Paganini op. 35 (1862-1863)
4 Ballate op. 10 (1854)
Valzer op. 39 (1865)
8 pezzi op. 76 (1878)
2 Rapsodie op. 79 (1879)
7 fantasie op. 116 (1892)
3 intermezzi op. 117 (1892)
6 pezzi op. 118 (1893)
4 pezzi op. 119 (1893)

Trascrizioni, esercizi, cadenze
Composizioni per organo


Fuga in la bemolle minore WoO 8 (1856, ampliata nel 1864)
Preludio e fuga in la minore WoO 9 (1856)
Preludio e fuga in sol minore WoO 10 (1857)
11 corali per organo op.122

Musica vocale
Composizioni corali con orchestra


Ave Maria per coro femminile e orchestra o organo op. 12 (1858)
Begräbnisgesang (Canto funebre) per coro e strumenti a fiato op. 13 (1858)
Vier Gesänge (Quattro canti) per coro femminile, 2 corni e arpa op. 17 (1859, 1860)
1) Es tönt ein voller Harfenklang 2) Lied da Shakespeare (Komm herbei) 3) Der Gärtner (Il giardiniere) 4) Gesang aus Ossians Fingal (Canto dalla Grotta di Fingal)

Ein deutsches Requiem (Requiem tedesco) per soprano e baritono soli, coro e orchestra op. 45 (1868)
Rinaldo, cantata per tenore, coro maschile e orchestra op. 50 (1863, 1868)
Alt-Rhapsodie per contralto solo, coro maschile e orchestra op. 53 (1869)
Schicksalslied (Canto del destino) op. 54 (1871 a Karlsruhe diretta da Hermann Levi)
Triumphlied (Canzone trionfale) op. 55 (1870, 1871)
Nänie (Nenia) op. 82 (1881)
Gesang der Parzen (Canto delle parche) op. 89 (1882)

Composizioni a più voci con pianoforte

Diverse composizioni tra cui:

Liebeslieder-Walzer per canto (ad libitum) e pianoforte a 4 mani op. 52 (1869)
Neue Liebeslieder-Walzer per canto e pianoforte a 4 mani op. 65 (1874)
Zigeunerlieder (Canzoni zigane) per 4 voci e pianoforte op. 103 (1887-1888)

Cori a cappella
Diverse composizioni tra cui Mottetti e arrangiamenti di canzoni popolari.

Duetti con pianoforte
24 composizioni divise in 6 numeri d'opus.

Lieder
Circa 330 Lieder per canto e pianoforte tra cui:

5 Melodie per voce sola e pianoforte op. 49 (1868),
15 Romanze dalla Magelone di Ludwig Tieck op. 33 (1861-1869)
Due canti per contralto, viola e pianoforte op. 91 (1864, 1884)
Zigeunerlieder (Canzoni zigane) op. 103 (1886-1888)
5 Lieder per voce grave op. 105 (1886-1888)
4 Ernste Gesänge (canti seriosi) per basso op. 121 (1896)

00000000000000000-17118239161820

Nel 1924 fu trovata a Bonn, dal musicologo Ernst Bücken, una partitura manoscritta (copia a mano redatta da un copista) senza frontespizio: un Trio in la minore per pianoforte, violino e violoncello.
La composizione venne eseguita in pubblico come "opera di autore ignoto" durante il Rheinisches Musikfest dell'anno seguente, suscitando un certo consenso.
Nel 1938 l'editore Breitkopf & Härtel di Lipsia decise di pubblicare il manoscritto come "opera postuma" di Johannes Brahms.

A quel punto i musicologi si divisero tra chi sosteneva si trattasse veramente di una composizione perduta del musicista e chi lo negava.
Esaminando le caratteristiche specifiche di questo Trio, si può constatare come difficilmente si potrebbe trattare dell'opera di un imitatore: gli stilemi distintivi della musica brahmsiana sono in molti passi evidenti.
Gli studiosi non sono del resto riusciti a indicare un nome alternativo.
Oggi la maggior parte dei critici considera questo Trio un'opera giovanile del musicista, precedente o anche successiva al Trio in si maggiore op. 8 (quindi quando l'autore era poco più che ventenne) rimasta inedita.[10]

Brahms si trovò al centro di un'aspra polemica per aver ottenuto grande successo (e quindi congrui emolumenti) con la pubblicazione delle sue Danze Ungheresi.
L'accusa fu di aver usufruito di note melodie zigane già composte da musicisti ungheresi.
I suoi principali detrattori furono: il violinista Ede Reményi (diversi anni prima suo amico e partner in numerosi concerti), Otto Neitzel e il quotidiano Kölnische Zeitung, che rese pubblica la questione sulle proprie pagine. Dalla parte del musicista si schierò invece il suo editore berlinese, Fritz Simrock. Pur non entrando mai direttamente nella bagarre, Brahms riuscì a far valere le sue ragioni poiché, se è vero che non aveva citato espressamente i titoli delle composizioni preesistenti e i loro rispettivi autori, non aveva pubblicato le Danze Ungheresi come opera propria (esse non hanno infatti un numero di catalogo e sono indicate come WoO, Werke ohne Opuszahl) ma solo come arrangiamento per pianoforte a quattro mani.
Sul frontespizio dell'edizione, sia del primo sia del secondo fascicolo, è infatti scritto chiaramente: Ungarische Tänze. Bearbeitet von Johannes Brahms.[11]

00000000000000000-17118239765299

Johannes Brahms usava principalmente pianoforti tedeschi e viennesi. Nei suoi primi anni suonava su un pianoforte prodotto da una fabbrica di Amburgo, Baumgarten & Heins.[12]

Nel 1856 Clara Schumann gli regalò un pianoforte Graf. Brahms lo usò per il suo lavoro fino al 1873[13] poi lo regalò alla Gesellschaft der Musikfreunde (Società degli amici della musica); oggi è esposto nel Kunsthistorisches Museum a Vienna.[14]

Più tardi, nel 1864, scrisse a Clara Schumann del suo interesse per gli strumenti Streicher.[15]

Nel 1873 ricevette il pianoforte Streicher op.6713 e lo conservò in casa sua fino alla morte.[16]
Come scrisse a Clara: “Lá [sul mio Streicher] so sempre esattamente cosa scrivo e perché scrivo in un modo o nell´altro”.[17]

Negli anni ottanta dell'Ottocento, Brahms usava principalmente per le sue esibizioni pubbliche un Bösendorfer.
Nei suoi concerti a Bonn suonò nel 1880 uno Steinweg Nachfolgern e nel 1883 un Blüthner.
Brahms usò anche un Bechstein per numerosi concerti: 1872 a Wurzburg, 1872 a Colonia e 1881 ad Amsterdam.[18]

00000000000000000-17118240371970

Alexandre Oguey, Neal Peres da Costa. Pastoral Fables. Fortepiano 1868 Streicher & Sons (Paul McNulty)
Boyd McDonald. Johannes Brahms. The piano Miniatures. Fortepiano 1851 Streicher
Hardy Rittner. Johannes Brahms. Complete Piano Music. Fortepiano 1846 Bosendorfer, 1856, Streicher 1868

00000000000000000-17118240976986

Medaglia dell'Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia dell'Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti
— 1873
Laurea honoris causa dell'Università di Breslavia (1879). Motivazione: "Artis musicae severioris in Germania nunc princeps".

A Johannes Brahms è stato intitolato il cratere Brahms, sulla superficie di Mercurio.
Al musicista fu dedicato un asteroide della fascia maggiore, scoperto nel 1939, denominato 1818 Brahms.

wqeyJRf
Francobollo commemorativo emesso in Germania nel 1983, in occasione del 150º anniversario della nascita di Brahms

000000000000000-17118241548119

^ Talvolta italianizzato in Giovanni Brahms o Johann Brahms.
^ Luciano Canepari, Brahms, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
^ Brahms, Johannes - Sapere.it
^ Johannes Brahms nell'Enciclopedia Treccani
^ Claudio Casini, Storia della musica, dal Seicento al Novecento, Bompiani, Milano 2006, pp. 489-490
^ L'atto d'amore di Brahms metafora tedesca della bellezza italiana
^ Klaus Wolters: Handbuch der Klavierliteratur zu zwei Händen. Atlantis-Verl., Zürich u.a. 1994 (4. Aufl.). ISBN 3-254-00188-5
^ Josef Suk, Wiener Brahms-Erinnerungen, Der Merker 2, 1910, p. 149
^ J.A. Loader, Johannes Brahms, agnosticism and some other wisdom, University of Vienna
^ Marina Caracciolo, Enigmi della musica. Qualche scoperta, qualche mistero, in Il Pensiero Poetante, Antologia tematica di poesia e teoria, L'enigma, III, Torino, Genesi Editrice, 2010.
^ Claude Rostand, Brahms, traduzione di Paolo Donati, Milano, Rusconi, 1986, pp. 286 e seguenti.
^ Max Kalbeck, Johannes Brahms, 2nd-4th ed., 4 vols. (Berlin, 1912-21; Tutzing, 1976), vol. 1, 35,196,255.
^ Walter Frisch, Kevin C. Karnes. Brahms and his World. Princeton University Press, 2009. ISBN 1400833620 p.53-54
^ Kottick, Edward L. and George Lucktenberg p.15
^ "Ich habe einen schönen Flügel von Streicher. Er hat mir eben neue Erningenschaften dadurch inittheilen wollen(...)" August, 1887. Litzmann, Clara Schumann, ein Kunstlerleben, vol. 3, 493-94
^ Kalbeck, Brahms, vol. 2, 409. Otto Biba, Johannes Brahms in Wien (Vienna, 1983)
^ August, 1887. Litzmann, Berthold, 1906. Clara Schumann, ein Künstlerleben. Leipzig: Breitkopf & Härtel, vol 3, pp.493–94.
^ Camilla Cai, Brahms’s Pianos and the performance of his Late Works. Performance Practice Review: Vol. 2: No. 1, Article 3. p.59
Bibliografia italiana
Claude Rostand, Brahms (trad. dall'originale francese di Paolo Donati); Rusconi, Milano 1986. ISBN 9782213006604
Christian Martin Schmidt, Brahms, EDT, Torino 1990. ISBN 88-7063-079-X
Massimo Mila, Brahms e Wagner. Torino, Einaudi, 1994
Alessandro Romanelli, Brahms. Il principe della variazione, Schena Editore, Fasano, 1997
Amedeo Poggi e Edgar Vallora, Brahms. Signori, il catalogo è questo, Torino, Einaudi, 1997, ISBN 88-06-14139-2
Francesco Bussi, La Musica strumentale di Johannes Brahms, LIM Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2008 (ristampa 2008), ISBN 978-88-7096-524-7
Francesco Bussi, Tutti i Lieder di Johannes Brahms per voce e pianoforte, LIM Libreria Musicale Italiana, Lucca, 1999 (ristampa 2007), ISBN 88-7096-479-5
Francesco Bussi, Brahms dopo Brahms. Tracce panoramiche di una discendenza e di un'eredità. LIM, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2009. ISBN 978-88-7096-559-9
Francesco Bussi, Tutti i duetti e i quartetti vocali con pianoforte di Johannes Brahms (testi in tedesco a fronte). LIM, LIbreria Musicale Italiana, Lucca, 2014. ISBN 978-88-7096-767-8
Francesco Bussi, Il Brahms ritrovato. Tutte le composizioni sacre e profane polifoniche. LIM, Libreria Musicale Italiana, 2016
Giorgio Pestelli, Canti del destino. Studi su Brahms, Torino, Einaudi, 2000 (ristampa 2007), ISBN 88-06-14836-2
Marina Caracciolo, Brahms e il walzer. Storia e lettura critica (Walzer op. 39 - Liebeslieder-Walzer op. 52 & 65); LIM, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2004. ISBN 88-7096-362-4
Guido Salvetti, Le Sonate per pianoforte e violoncello di Johannes Brahms, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2005, ISBN 88-7096-413-2
Artemio Focher (a cura di), Johannes Brahms. Album letterario ovvero Lo scrigno del giovane Kreisler. Torino, EdT, 2007. ISBN 978-88-6040-181-6
Umberto Berti e Domenico Mason, L'assoluto microcosmo. L'op. 91 di Johannes Brahms, Zecchini Ed., Varese, 2007. ISBN 978-88-8720-357-8
Albert Dietrich, Il giovane Brahms - Lettere e ricordi. (Traduzione di Marina Caracciolo dall'originale: Erinnerungen an Johannes Brahms in Briefen besonders aus seiner Jugendzeit. Otto Vigand, Leipzig, 1898). LIM, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2018. ISBN 978-88-7096-936-8


Edited by Valene - 30/3/2024, 19:47
view post Posted: 25/2/2013, 14:55 Claude Debussy - Classical Music
Ad un saggio ho portato questo pezzo ''Arabesque 1''

view post Posted: 25/2/2013, 14:37 Robert Alexander Schumann - Classical Music
vNtXX8g
00000000000000000-17135472962241
Credits: Google, wikipedia.it
Articolo rifatto by Valene. Modificato by Darky


Robert Alexander Schumann (Zwickau, 8 giugno 1810 – Endenich, 29 luglio 1856) è stato un compositore, pianista e critico musicale tedesco.
È considerato come uno degli iniziatori del romanticismo musicale nonché uno dei suoi esponenti più importanti: le prime composizioni considerate autenticamente romantiche sono infatti le sue opere pianistiche pubblicate intorno al 1830.
La sua musica riflette la natura profondamente individualista del Romanticismo.
Intellettuale ed esteta, meditativo, ma sempre proiettato verso il futuro, fu poco compreso in vita; la sua musica è invece oggi considerata audacemente originale per l'armonia, il ritmo, la forma e per la tecnica pianistica innovativa, ma sempre lontana da effetti volutamente virtuosistici.[1]
Con la sua attività di critico musicale sostenne e fece conoscere l'arte di Chopin e le composizioni di Brahms.

Nel 1840 sposò Clara Wieck, anch'ella pianista e compositrice che, dopo la morte del consorte, operò alacremente per la diffusione della sua musica al di là della cerchia dei suoi illustri estimatori, tra cui Franz Liszt, Felix Mendelssohn, Ferdinand Hiller e il giovane Brahms.
Inoltre ella non risparmiò feroci critiche a chi, come Wagner, in buona o in malafede, si esprimeva negativamente su Robert Schumann.

00000000000-17135475268496
00000000000000000-17135475590504

Robert Schumann nacque a Zwickau, piccolo paese della Sassonia, circondato da quella natura che tanta inflenza avrà sulla formazione del futuro musicista.
Fu l'ultimo di sei figli di August Schumann, libraio, editore e anche autore di racconti e romanzi.

cZyssHo
Il padre del musicista, August Schumann

La madre, Johanne Christiane Schnabel, era figlia di un medico ed era una discreta pianista dilettante.[1]

Il giovane Robert si appassionò durante la sua fanciullezza alla poesia e alla musica, assecondato dal padre che gli trasmise l'amore per la letteratura guidandolo nelle letture.
All'età di sette anni iniziò a studiare musica con Johann Gottfried Kentsch, organista della cattedrale.
August, che era di salute malferma, si recava spesso a fare cure termali a Carlsbad, qui nel 1819 portò con sé il figlio e lo accompagnò a un concerto di Ignaz Moscheles, celebre virtuoso; Robert ne rimase talmente impressionato che da allora decise assolutamente di diventare pianista.[2] Nel 1826 morì il padre e Robert, diplomatosi al liceo due anni dopo, per soddisfare il desiderio della madre, si iscrisse all'università di Lipsia per compiervi gli studi di diritto (che definiva "fredda giurisprudenza"), continuando nonostante tutto a coltivare la passione per la musica.

Il padre gli aveva lasciato nel testamento una somma di diecimila talleri affinché terminasse gli studi, evitandogli in tal modo di entrare a far parte della ditta di famiglia di cui si occupavano già i suoi fratelli.
A Lipsia Robert più che studiare legge si interessò alla vita musicale della città, frequentò i concerti e prese in affitto un pianoforte.
Conobbe in questo periodo Friedrich Wieck, allora il più importante insegnante di pianoforte di Lipsia e riuscì a diventarne allievo;[1] si dedicò così interamente alla musica, immergendosi subito in uno studio alacre per riguadagnare il tempo perduto durante gli anni di Università.

Le sue inclinazioni non erano solo verso la musica: egli aveva subito molto l'influenza del padre August, un "homme de lettres" che con il fratellastro aveva gestito la libreria e casa editrice "Gebrüder Schumann", a Zwickau, specializzata nella pubblicazione in formato tascabile di narrativa, soprattutto inglese. Lesse infatti moltissimo, Byron, Tieck, ma soprattutto Jean Paul Richter per cui ebbe una vera predilezione.[1]

Dopo qualche tempo Schumann si trasferì a Heidelberg e intraprese un viaggio in Italia durante il quale ebbe l'occasione di sentir cantare Giuditta Pasta a Milano al Teatro alla Scala.
Rientrato in Germania nel 1830, a Francoforte, ascoltò suonare Paganini il cui virtuosismo non fece altro che rinvigorire il suo desiderio di diventare pianista concertista.
In una lettera alla madre, pur essendo consapevole del dispiacere che le avrebbe dato lasciando l'università, le confessò di essere "più risoluto che mai" nel volere intraprendere la strada artistica.[3]

00000000000000000-17135476571123

"Ho sognato di affogare nel Reno": Schumann annotò su un foglietto questo pensiero all'età di 19 anni.
Inconsapevolmente egli previde il suo destino, la vita che avrebbe trascorso in Renania e anche il tentativo di suicidio nel fiume.

Robert riprese le lezioni con Wieck e, come era uso all'epoca, si trasferì in casa del maestro; per i primi sei mesi si dedicò intensamente allo studio del pianoforte, suonò spesso a quattro mani con la figlia del maestro, Clara, ma non faceva molti progressi.
Scrisse in questo periodo la sua prima composizione, le Variazioni sul nome Abegg, che pubblicò l'anno seguente come op. 1.[2]
Andando contro le indicazioni di Wieck, Schumann non volle prendere lezioni di teoria musicale con Carl Theodor Weinlig preferendogli Heinrich Dorn, più giovane e disponibile, che lo introdusse allo studio delle partiture di Beethoven.

Al momento Schumann pensava soprattutto a diventare un concertista e non un compositore.
Lo studio dello strumento, così come lo aveva affrontato, lo rendeva però insoddisfatto e nervoso.
Quando nell'inverno fra il 1831 e il 1832 Wieck partì per accompagnare la figlia Clara (undicenne ma già pianista di talento) in un giro di concerti, Schumann pensò bene di fare degli esperimenti per migliorare la sua tecnica.
Escogitò un apparecchio che avrebbe dovuto allargare la divaricazione fra le dita e quindi agevolare l' estensione della mano.[2]
Il musicista già in precedenza aveva manifestato difficoltà alla mano destra, probabilmente dovute a grande affaticamento, ma in seguito i problemi si fecero più seri.

Nel frattempo aveva scritto la sua seconda composizione, i Papillons. Quando i Wieck rientrarono, Schumann aveva previsto di fare ascoltare la nuova opera al maestro, ma il problema della mano si era aggravato al punto che il dito medio era diventato inutilizzabile; i Papillons furono eseguiti da Clara che imparò la composizione in soli tre giorni.[2]

Le ipotesi che sono state fatte sul problema della mano di Schumann sono svariate, le cause del danno non sono certe[4] e non è nemmeno sicuro se il dito offeso fosse il medio o l'anulare.[2]
Secondo alcuni, tra cui il figlio del compositore Eugenie, il musicista si sarebbe fasciato l'anulare per migliorare l'indipendenza delle dita; secondo il musicologo Soms il problema sarebbe derivato addirittura da un'avvelenamento da mercurio usato per una sospetta sifilide.[5]

La distruzione delle cartelle mediche del musicista, voluta dalla famiglia dopo la sua morte, non permette di avere una valutazione in merito.[1]

Schumann decise allora di dedicarsi alla composizione, le Variazioni e i Papillons furono presto seguiti da altri pezzi per pianoforte solo; da allora e per dieci anni scrisse esclusivamente per pianoforte, rassicurato anche dalle buone recensioni critiche ottenute dai Papillons.
Continuò a studiare con Dorn con cui analizzò molte fughe, ma ben presto, stancatosi, troncò le lezioni e continuò da solo a esaminare Il clavicembalo ben temperato.
Nel 1833 morì per tubercolosi il fratello Julius e la notizia gli provocò una profonda crisi depressiva che lo lasciò, dopo averla superata, in uno stato di irrequietezza e pieno di paure.[1]
Si ammalò in seguito anche di malaria, malattia di cui morì la cognata Rosalie da lui considerata quasi una sorella; l'avvenimento lo turbò molto e gli causò una nuova crisi di nervi.

Iniziò a prender parte a delle serate con Wieck e altri intellettuali durante le quali discutevano delle nuove idee musicali constatando come l'editoria fosse ancorata al classicismo e ignorasse volutamente la nuova musica. Schumann da qualche tempo aveva iniziato a pubblicare articoli di critica musicale, scrisse anche sui concerti di Clara, lodandola, rimanendo però anonimo.
Celebre è la sua recensione sulle Variazioni op. 2 di Chopin, ascoltate nel dicembre 1831 e pubblicate sull'Allgemeine musikalische Zeitung, in cui si espresse dicendo: "Giù il cappello signori, un genio!".[4]

Introspettiva e spesso stravagante, la sua prima produzione musicale era un tentativo di rompere con la tradizione delle forme e delle strutture classiche che considerava troppo restrittive.
Con le sue composizioni Schumann attrasse l'attenzione di giovani musicisti e appassionati di musica; con alcuni, tra cui anche Wieck, creò nel 1834 una nuova rivista, la Neue Leipziger Zeitschrift für Musik; ben presto però lo stampatore non fu soddisfatto delle pubblicazioni, vendute in numero esiguo.
Schumann allora acquistò i diritti di stampa e, da solo, si dedicò alla rivista che divenne la Neue Zeitschrift für Musik, ottenendo finalmente i riscontri desiderati.

La nuova pubblicazione, tuttora esistente, si basava sul progresso musicale ed era orientata a opporsi ai vecchi metodi di insegnamento che corrompevano il gusto e impedivano lo slancio dell'arte, e anche a un certo dilettantismo invadente. Scriveva con passione e secondo il suo umore o stato d'animo, firmando talvolta i suoi lavori con pseudonimi, come "Eusebius" o "Florestan" o ancora "Meister Raro".
I Davidsbündler (Lega dei compagni di David) rappresentavano gli artisti che si opponevano ai reazionari e che lottavano metaforicamente contro i filistei dell'arte.

Questa Lega, anche se esisteva realmente solo nella fantasia di Schumann, trovava comunque corrispondenza con quei giovani musicisti che frequentavano i caffè letterari di Lipsia dove si parlava di musica e a cui partecipava anche Wieck, tutt'altro che reazionario in materia d'arte.[2] Fino al 1844 Schumann redasse quasi da solo la rivista, scrivendo un gran numero di articoli e studi, ma le sue prime composizioni non trovarono favore se non nella cerchia degli amici e di appassionati tra cui Mendelssohn e Liszt, che commentarono positivamente le sue opere, mentre per il grande pubblico risultavano troppo complesse.

00000000000000000-17135477598195

Il primo vero amore del musicista fu una sua compagna di studi, Ernestine von Fricken, una giovane boema che studiava pianoforte vivendo nell'abitazione di Wieck.
Da lei Schumann fu ispirato per una delle sue prime composizioni importanti, il Carnaval op. 9.
Allo stesso periodo risale l'inizio della stesura degli Studi sinfonici, scritti partendo da uno spunto musicale del barone von Fricken, padre di Ernestine e musicista dilettante.
La storia con la giovane durò però solo poco più di un anno, Schumann stava incominciando ad accorgersi di Clara in un modo nuovo, non solo come pianista.

La figlia di Wieck aveva appena quindici anni e Robert l'aveva conosciuta bambina di soli dieci anni.
Il padre, geloso di lei, la voleva destinata a un futuro di grande concertista e quando intuì l'interesse del musicista, la costrinse a lunghe tournée pur di allontanarla da Schumann.
Ormai Clara era già una giovane pianista affermata, ai suoi concerti assisteva Goethe, Nicolò Paganini la ascoltò più volte suonare e la presentò a critici musicali; le regalò anche una composizione scritta apposta per lei.[2]

In seguito Clara diverrà una delle pianiste più ricercate del suo tempo; grazie ai quarant'anni trascorsi, dopo la morte del marito, in giro per l'Europa a fare concerti, nei quali proponeva, accanto a Chopin e Beethoven, pure le musiche del "suo" Robert, aumentò la notorietà di Schumann fino al punto che i diritti d'autore per l'esecuzione delle sue composizioni diventarono maggiori rispetto a quasi tutti i musicisti contemporanei.

Iniziarono allora mesi molto tormentati per i due giovani; Wieck cercò in tutti i modi di tenerli separati, usando ogni mezzo anche la maldicenza; proibì alla figlia di scrivere lettere a Schumann, ma i due innamorati continuarono a corrispondere in maniera clandestina.
La morte della madre nel 1836 lasciò Robert nello sconforto e ancor più desideroso di avere l'affetto di Clara.
Nella desolazione il musicista riuscì a comporre alcune delle sue opere più intense come la Sonata in Fa diesis minore e il Concerto senza orchestra. Nel 1837, con Clara ancora lontana per i suoi concerti, incominciò a consolarsi con l'alcool, ma continuò a comporre terminando gli Studi sinfonici.
I due innamorati si rividero nell'agosto di quell'anno per un concerto che Clara tenne a Lipsia durante il quale suonò la Sonata op. 11 che Robert le aveva dedicato.

Il 1838 fu un anno più tranquillo per il compositore che scrisse lavori più pacati e sereni come le Kinderszenen e le Novellette.
Decise di tentare la conquista di Vienna e del suo ambiente musicale, ma fu una grande delusione, i viennesi non prestarono la minima attenzione alle opere del musicista.
Nonostante l'amarezza, durante i sei mesi passati nella città, Schumann riuscì a ritrovare l'ispirazione e compose alcune opere tra cui Humoreske. Conobbe anche Ferdinand, fratello di Franz Schubert, che gli mostrò numerosi manoscritti del musicista ancora inediti; tra questi Schumann trovò una sinfonia di notevoli dimensioni che prese con sé e fece in seguito eseguire a Lipsia al Gewandhaus: era la Sinfonia in Do maggiore poi denominata La grande.[1]

Rientrato in Germania, Robert attraversò un nuovo periodo buio, tormentato da strane premonizioni che minarono ancora di più la sua stabilità psicologica.
Chiese ancora una volta la mano di Clara, ma Wieck si oppose al matrimonio con tutte le sue forze in quanto, pur riconoscendo in realtà l'immenso talento del giovane, ne vedeva anche lo scarso equilibrio mentale e ne deplorava la tendenza all'alcolismo; per contrastarli pensò addirittura di diseredare Clara e tenere per sé i compensi dei suoi concerti.
Quest'ultima mossa convinse la figlia a soluzioni radicali, ai due innamorati rimase pertanto solo la via legale e si rivolsero alla Corte d'Appello per avere il consenso.[2]
Sempre più amareggiato Schumann per circa un anno non riuscì a comporre più niente; solo nel 1840 ritrovò l'ispirazione con la creazione di lieder; scrisse diversi cicli su testi di Heine e di Eichendorff.

Nel mese di agosto arrivò il tanto atteso parere favorevole della Corte e i due giovani si sposarono a Schönefeld il 12 settembre 1840, giorno precedente al ventunesimo compleanno di Clara.

JID5Pet
La moglie Clara Wieck

0000000000000000-17135479586889

I primi anni di matrimonio furono per Schumann felicissimi e fecondi. Ritrovò una nuova vena creativa e, dopo essersi dedicato alle composizioni per pianoforte e a quelle di lieder, si interessò alla musica sinfonica e a quella da camera, tanto che negli anni del matrimonio scrisse una grandissima quantità di lavori, toccando poi tutti i generi.

Nel 1841 nacque la prima figlia, Marie, e Clara dovette per forza di cose interrompere la sua attività di concertista per qualche tempo; nel frattempo Robert fece conoscere alla moglie le sonate di Beethoven con lo scopo di ampliare il suo repertorio.
Dal canto suo Schumann si scoprì compositore di musica orchestrale, accostandosi alla sinfonia.
Nacque così la sua Sinfonia n. 1 La primavera che fu diretta in prima esecuzione da Mendelsshon e ottenne un grande riscontro.
Nel 1842 accompagnò Clara in una serie di concerti a Weimar e a Brema, ma presto si sentì fuori posto e rientrò a Lipsia dove iniziò a cimentarsi con la musica da camera; in appena due mesi scrisse i tre Quartetti op. 41, quindi il Quintetto e il Quartetto per pianoforte e archi.
Nel 1843 nacque la seconda figlia, Elisa; nello stesso anno vide la luce una composizione molto ambiziosa, un oratorio profano tratto da un testo di Thomas Moore, Il Paradiso e la Peri.
La nuova opera ottenne un grandioso successo tanto da costringere il vecchio Wieck a un tentativo di riconciliazione.

Per la famiglia Schumann i problemi economici incominciarono però a farsi sentire.
L'amico Mendelssohn, che aveva fondato il conservatorio di Lipsia, pensò di chiamare Schumann per insegnarvi, conferendogli la cattedra di pianoforte, composizione e lettura della partitura.[6]
Mantenne l'incarico per un anno, preferendo poi seguire la moglie in una impegnativa tournée in Russia, dopo aver affidato le due figlie al fratello Carl.
Clara si esibì a Mosca, Riga e San Pietroburgo mentre Robert poté dirigere la sua Sinfonia n. 1.
Nel mese di maggio, rientrato a Lipsia, il compositore sperò di poter succedere a Mendelsshon, trasferitosi a Berlino, nella direzione della Gewandhaus, ma gli fu preferito Niels Gade.
Ancora una volta deluso, Schumann lasciò Lipsia, con tutta la famiglia, per trasferirsi a Dresda.

Nella nuova città inizialmente si trovò male, soprattutto perché la giudicava molto arretrata in campo musicale.
Decise così di formare un nuovo Circolo che riuniva intellettuali e artisti, tra cui vi fu anche Wagner, allora Kappelmeister al Teatro di Corte.
Ben presto fra i due musicisti si palesarono contrasti e disaccordi netti non solo in ambito musicale, ma anche politico.[1]
Nel 1847 assunse la direzione del Liedertafel, la locale società filarmonica, e nel 1848 fondò una società corale mista.

Nel 1850 fu chiamato a Düsseldorf come direttore dei Concerti temporali e spirituali e della Società Corale.
Durante questo soggiorno si aggravarono i sintomi della sua instabilità mentale, già manifestati in precedenza; soffriva di amnesie, di allucinazioni sonore, restava assorto per ore, fino al punto da essere licenziato.

xUw7qBY
Robert Schumann, dagherrotipo del 1850

Nel febbraio del 1854 tentò di suicidarsi gettandosi nel Reno, fu salvato da barcaioli e successivamente internato nel manicomio di Endenich presso Bonn.
Là si trascinò ancora per due anni, appena rischiarati da fuggevoli lampi di lucidità, sempre assistito da Brahms e da altri amici che andarono ripetutamente a trovarlo fino alla morte, avvenuta nel 1856.
Clara lo rivide solo negli ultimi giorni di vita.

I disturbi nervosi che accompagnarono Schumann per lunghi anni della sua vita e della sua attività compositiva vengono attribuiti da alcuni, compresi i suoi medici, a un'infezione di sifilide contratta molti anni prima della morte.[7]
È anche stato ipotizzato un tumore cerebrale (meningioma); invece secondo un'ipotesi più accreditata e argomentata scientificamente, tale da suffragare pure l'ipotesi di una base genetica per la sua famiglia, la patologia di cui soffriva è da attribuirsi alla malattia maniaco-depressiva, altrimenti detta disturbo bipolare[8].
La morte sarebbe stata causata da avvelenamento da mercurio, usato allora come trattamento per la sifilide da cui si credeva affetto.[9]

A5VcYak
Tomba di Robert Schumann nel cimitero di Alter Friedhof

0000000000000000-17135481102713

"Antico detto: Qualunque sia l'età la gioia e il dolore sono mescolate: rimani fedele alla gioia e sii pronto al dolore con coraggio": questa epigrafe introduceva la prima edizione delle Davidsbündlertänze di Robert Schumann e poche altre frasi potevano riassumere in maniera più esaustiva la personalità complessa, e a tratti contorta, di questo incredibile artista.

La lega dei fratelli di Davide (Davidsbündler, per l'appunto) era l'insieme di alcuni curiosi personaggi, dai caratteri completamente diversi tra loro, che riassumevano tutte le sfaccettature dell'animo romantico di Schumann: il cui unico denominatore comune era una lotta a spada tratta contro il pensiero conservatore settecentesco dei “filistei” (così come venivano chiamati i borghesi “parrucconi” e retrogradi dagli studenti dell'epoca, a cui Schumann contrapponeva la figura di Davide, come nell'Antico Testamento).

L'idea di scomporre la propria personalità in vari personaggi non rappresentava certo una novità schumanniana, ma trovava radici nella letteratura del primo Ottocento e, in particolare, in Jean Paul, autore molto caro al giovane Robert.
Nei caratteri opposti di Eusebio e di Florestano, i due principali personaggi della lega, erano scisse anche le due sfumature fondamentali del romanticismo.

Battagliera, ridondante ed eroica l'indole di Florestano; dolce, malinconica e fragile quella del più timido Eusebio: con questi due nomi Schumann, a seconda del suo stato d'animo, usava firmare la sua musica e i suoi scritti sulla Neue Zeitschrift für Musik: la rivista di progresso musicale da lui fondata che fu il manifesto di un'intera generazione di musicisti romantici. Oltre che nelle Davidsbündlertänze, dove i due sono gli indiscussi protagonisti, Florestano ed Eusebio appaiono anche nel celebre Carnaval Op.9, la più importante e completa tra le opere giovanili di Schumann.

Questa meravigliosa raccolta di piccoli pezzi, oltre alle due sezioni dedicate ai personaggi in questione, si conclude con una trionfale e sognatrice “Marcia dei fratelli di Davide contro i Filistei” che vede i nostri eroi tesi verso il loro obiettivo comune: il superamento dei canoni formali settecenteschi e la libertà dell'ispirazione pura nella musica e nell'arte.
La difficoltà effettiva di Schumann a rimanere entro i canoni formali di allora era infatti più che evidente ed era comune a molti compositori romantici.
Le sue opere più ispirate e importanti, senza nulla togliere alle sinfonie, alle sonate e ai concerti per solista e orchestra, sono per l'appunto le raccolte di piccoli pezzi come quelle appena citate: dove l'immensa ispirazione dell'autore trova la sua più libera espressione.

Lo sdoppiamento della personalità di Schumann superava di gran lunga i limiti di una licenza artistica e preludeva, infatti, a un'instabilità mentale che lo portò ad un tentativo di suicidio, al ricovero in manicomio e ad una triste morte, oltre che ad una vita non propriamente felice.
Ma il concetto di due anime che convivono in una stessa personalità artistica e che, in modo diverso, perseguono lo stesso ideale rappresenta un concetto fondamentale del romanticismo ottocentesco.

Un dualismo che trova riferimenti in letteratura, nel pensiero, nella musica e nell'arte, oltre che in un modello sociale, sempre in bilico tra compostezza pubblica e passione personale, così ben espresso dai personaggi dei grandi romanzi del primo Ottocento, come ad esempio Il rosso e il nero di Stendhal, o anche Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen: musiche, poesie, romanzi e opere d'arte partorite da personalità nelle quali la gioia e il dolore, citati nell'epigrafe, convivono con pari dignità e con lo stesso peso nell'ispirazione artistica.

0000000000000000-17135481699624

Schumann è uno dei compositori romantici per eccellenza; sostiene Antonio Rostagno che

«Heine nella letteratura e Schumann nella composizione intuiscono che un ciclo storico si è concluso e che occorre una svolta radicale. In comune essi hanno la percezione di vivere e operare “dopo” una frattura, “dopo” l’esaurimento di un ciclo; ma a differenza di molti contemporanei, Schumann non trova facilmente il dialogo con la propria epoca e con la nuova situazione sociale e culturale.[10]»

Le sue opere sono un esempio di passionalità focosa, e di sentimenti intimi, delicati, sensuali, lacrimevoli, autunnali.
Il suo stile, ricco di sfumature ma sempre chiaro e preciso nella condotta delle parti, è espresso attraverso un uso dell'armonia assai personale, che, come avviene per i suoi grandi contemporanei (in particolare Chopin e Liszt), si rende immediatamente riconoscibile all'orecchio dell'ascoltatore, soprattutto nei piccoli e numerosissimi brani per pianoforte per i quali è giustamente noto.

Ed è forse in questi ultimi, piuttosto che nelle sue pur mirabili grandi composizioni per orchestra e per strumento solista e orchestra, che Schumann raggiunge la vetta più alta e più distintiva della sua arte.[11]
Ad ogni modo, sebbene a tratti strumentalmente imperfetta, la produzione orchestrale di Schumann, compresa la tanto discussa opera Genoveva, occupa un posto fondamentale nella musica, ponendosi come punto di riferimento dei canoni romantici: mirabili le quattro Sinfonie, non meno di quanto avvenga per capolavori pianistici come il Carnaval, gli Studi sinfonici, le dieci fughe e le Sonate.
Compose anche grandi opere sinfonico-corali, come Das Paradies und die Peri, Der Rose Pilgerfahrt, Manfred e Scene dal 'Faust' di Goethe.

0000000000000000-17135482464816

Op. 1, Variazioni sul nome "Abegg" (1830)
Op. 2, Papillons (1831)
Op. 3, Sei studi sui Capricci di Paganini (1832)
Op. 4, Sei Intermezzi (1832)
Op. 5, Improvvisi su una romanza di Clara Wieck (prima versione 1833, seconda versione 1850)
Op. 6, Davidsbündlertänze (prima versione 1837, seconda versione 1850)
Op. 7, Toccata in Do maggiore (1832)
Op. 9, Carnaval, scènes mignonnes sur quatre notes (1833 e inverno 1834-1835)
Op. 10, Sei studi da concerto dai Capricci di Paganini (1833)
Op. 11, Sonata n. 1 in Fa diesis minore (1832-1835)
Op. 12, Phantasiestücke (1837)
Op. 13, Studi sinfonici (1837)
Op. 14, Concerto senza orchestra in Fa minore (poi Sonata n. 3) (1836)
Op. 15, Kinderszenen (1838)
Op. 16, Kreisleriana (1838)
Op. 17, Fantasia in Do maggiore (1836-1838)
Op. 18, Arabeske (1838)
OP. 19, Blumenstück (1839)
Op. 20, Humoreske (1839)
Op. 21, Novellette (1838)
Op. 22, Sonata n. 2 in Sol minore (1838)
Op. 23, Nachtstücke (1839)
Op. 26, Faschingsschwank aus Wien (n. 1-4 1839; n. 5 forse inverno 1839-1840)
Op. 28, Tre romanze (1839)
Op. 32, Klavierstücke: Scherzo, Gigue, Romanze, Fuguette (1839)
Op. 56, Studien für den Pedal-Flügel, sei pezzi in forma di canone (1845)
Op. 58, Vier Skizzen für den Pedal-Flügel (1845)
OP. 68, Album für die Jugend (1848)
Op. 72, Quattro fughe (1845)
Op. 76, Quattro marce (1849)
Op. 82, Waldszenen (1849)
Op. 99, Bunte Blätter(1836-1849)
Op.111, Phantasiestücke (1851)
Op.118, Drei Clavier-Sonaten für die Jugend (1853)
Op.124, Albumblätter (1832-1845)
Op.133, Gesänge der Frühe (1853)

0000000000000000-17135483137681

Include i concerti per strumento solista con orchestra.

Op. 38, Sinfonia n. 1 in Si bemolle maggiore Primavera (1841)
Op. 52, Ouverture, Scherzo e Finale in Mi maggiore (1841)
Op. 54, Concerto per pianoforte e orchestra in La minore (1841-1845)
Op. 61, Sinfonia n. 2 in Do maggiore (1845-1846, revisione 1846-1847)
Op. 86, Concerto per quattro corni e orchestra in Fa maggiore (1849)
Op. 92, Introduzione e Allegro appassionato in Sol maggiore per pianoforte e orchestra (1849)
Op. 97, Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore Renana (1850)
Op. 100, Ouverture in Do minore per La sposa di Messina di Friedrich Schiller (1850-1851)
Op. 120, Sinfonia n. 4 in Re minore (prima versione 1841, seconda versione 1851)
Op. 128, Ouverture in Fa minore per Giulio Cesare di William Shakespeare (1851)
Op. 129, Concerto per violoncello e orchestra in La minore (1850)
Op. 131, Fantasia per violino e orchestra in Do maggiore (1853)
Op. 134, Introduzione e Allegro in Re minore per pianoforte e orchestra (1853)
Op. 136, Ouverture in Si minore per Hermann e Dorothea di Johann Wolfgang von Goethe (1851)
WoO 23, Concerto per violino e orchestra in Re minore (1853)
Musica da camera
OP. 41, Tre quartetti per archi in La minore, Fa maggiore, La maggiore (1842)
Op. 44, Quintetto per pianoforte e archi in Mi bemolle maggiore (1842)
Op. 47, Quartetto per pianoforte e archi in Mi bemolle maggiore (1842)
Op. 105, Sonata per violino e pianoforte n. 1 in La minore (1851)
Op. 110, Trio n. 3 in Sol minore per pianoforte, violino e violoncello (1851)
Op. 121, Sonata per violino e pianoforte n. 2 in Re minore (1851)

00000000000000000-17135483707163

I lavori vocali di Schumann toccarono varie tipologie, dal Lieder fino all'opera. La tipologia è indicata dopo la data delle opere.

Op. 50, Das Paradies und die Peri (1843); oratorio per solisti, coro e orchestra
Op. 81, Genoveva (1847-1848); opera
Op. 103, Mädchenlieder (1851); Lieder per due voci femminili e pianoforte su testi di Elisabeth Kulmann
Op. 104, Sette Lieder (1851); Lieder per voce femminile e pianoforte su testi di Elisabeth Kulmann
Op. 112, Der Rose Pilgerfahrt (1851); oratorio per solisti, coro e orchestra
Op. 115, Manfred (1848); musica di scena per solisti, coro e orchestra
WoO 3, Scene dal 'Faust' di Goethe (1844-1853); oratorio per solisti, coro e orchestra

00000000000000000-17135484066149

Uno degli strumenti più noti che Robert Schumann suonò fu il pianoforte a coda di Conrad Graf, un regalo del costruttore di pianoforti in occasione del matrimonio di Robert e Clara nel 1840.[12]
Questo strumento si trovava nello studio di Schumann a Düsseldorf e fu poi donato da Clara Schumann a Johannes Brahms.
Dopo aver cambiato alcune sistemazioni, è stato portato alla Gesellschaft der Musikfreunde (Società degli amici della musica) e può essere ammirato al Kunsthistorisches Museum di Vienna.[13]

00000000000000000-17135484560015

Jörg Demus. Robert Schumann, Clara Schumann. Schumann's Clavier. Fortepiano 1839 Graf
Alexander Melnikov. Robert Schumann. Piano Concerto. Fortepiani 1837 Erard, 1847 Streicher
Penelope Crawford. Robert Schumann. Kinderszenen Op.15 - Abegg Variations Op.1. Fortepiano 1835 Graf

000000000000000-17135484850382

Giuseppe Rausa, Invito all'ascolto di Robert Schumann, Milano, Mursia,1922
Piero Rattalino, Schumann, Robert e Clara, Varese, Zecchini, 2002
^ Lettera di Robert Schumann alla madre del 3 luglio 1830 citata da Giuseppe Rausa in Invito all'ascolto di Robert Schumann
Robert Schumann, Oxford music online, Grove
^ Eric Soms, Schumann's Hand Injury in The Musical Times, vol. 112, dicembre 1971
^ Eduardo Rescigno, Schumann in Grande storia della musica, Milano, Fabbri Editore, 1978
^ Caspar Franzen: Qualen fürchterlichster Melancholie, Dtsch Arztebl 2006; 103(30):A 2027-9.
^ Kay Redfield Jamison, Toccato dal fuoco, in Saggistica TEA, 2ª ed., TEA S.p.A., 2013 [1993], ISBN 978-88-502-0649-0.
^ Jänisch W, Nauhaus G. "Autopsy report of the corpse of the composer Robert Schumann: publication and interpretation of a rediscovered document", Zentralbl Allg Pathol 1986; 132: 129–36.
^ * Antonio Rostagno, Kreisleriana di Robert Schumann, Roma, NeoClassica, 2017, p. 9, ISBN 978-88-9374-015-9.
^ Giacomo Manzoni, Guida all'ascolto della musica sinfonica, Milano, Feltrinelli, 1967
^ Litzmann. Clara Schumann - Johannes Brahms. Letter of 2 February 1868.
^ Walter Frisch, Kevin C. Karnes. Brahms and his World. Princeton University Press, 2009. ISBN 1400833620 p.78


Edited by Valene - 19/4/2024, 19:41
view post Posted: 25/2/2013, 14:28 Clara Schumann - Classical Music

1200px-Andreas_Staub_-_Clara_Wieck_Lithographie_1839
00000000000000000-17107871490428
Credits: Google, wikipedia.
Articolo rivisto ed aggiornato by Valene. Modificato by Darky


Clara Josephine Wieck Schumann (Lipsia, 13 settembre 1819 – Francoforte sul Meno, 20 maggio 1896) è stata una pianista e compositrice tedesca.
È stata una delle pianiste più importanti dell'era romantica.

00000000000-17107872746407
qiPftaC

Clara si distinse per le proprie qualità e una personalità forte, orgogliosa e determinata, inoltre peraltro la sua vocazione alla musica derivava da una famiglia che ne aveva coltivato l'arte da generazioni: il padre di Clara, Johann Gottlob Friedrich Wieck (1785-1873), aveva studiato teologia ma, appassionato di musica, fondò una fabbrica di pianoforti

wieck_full
Friedrich Wieck

La madre, Marianne Tromlitz (1797-1872), era cantante e pianista; il nonno di Marianne, Johann George Tromlitz, era stato un celebre flautista e compositore, mentre il padre era cantore a Plauen.[1]

P1IB5eA
Marianne Tromlitz

I genitori di Clara si sposarono nel 1816 e la coppia ebbe cinque tra figlie e figli: Adelheid - morta prima che la secondogenita nascesse -, Clara, Alwin, Gustav e Viktor. Nei primi anni di matrimonio, Marianne riuscì ad occuparsi della casa pur continuando a esibirsi e dando lezioni di canto e pianoforte. I contrasti col marito si fecero però presto evidenti; alla nascita di Viktor (1824), Marianne e Friedrich erano già separati e ottennero il divorzio nel gennaio dell'anno seguente, nel 1825.

Marianne sposò qualche mese più tardi Adolph Bargiel, insegnante di musica, da anni amico comune della coppia.
Da lui ebbe un figlio, Woldemar, che sarebbe diventato compositore di un certo rilievo.
Friedrich Wieck sposò nel 1828 Clementine Fechner, più giovane di lui di vent'anni, ed ebbe da lei una figlia, Marie, alla quale insegnò ugualmente il pianoforte.

Accortosi ben presto del dono di Clara, il padre decise di sottrarla alle distrazioni della scuola e di destinarla a corsi privati, soprattutto per farne una virtuosa del pianoforte.
Teneva al posto della figlia, ancora incapace di esprimersi correntemente per iscritto, un diario in cui annotava fatti e avvenimenti in prima persona. Più tardi esigette comunque di leggere quanto lei vi annotava.

Un esempio, di quando Clara aveva 9 anni: Mio padre, che da lungo tempo sperava un cambiamento da parte mia, ha osservato oggi, di nuovo, che sono sempre ancora pigra, negligente, disordinata, testarda, disubbidiente, e ciò anche nel suonare il pianoforte; e poiché ho eseguito così male in sua presenza le nove Variazioni op. 26 di Hünten, egli ha strappato lo spartito di fronte ai miei occhi, e ha deciso che da oggi non mi avrebbe lasciato una sola ora, e oramai posso solo suonare scale, studi di Cramer e gli esercizi di Czerny per i trilli.

Wieck insegnava personalmente il pianoforte alla figlia: il suo metodo pedagogico ne fece una concertista acclamata e fu applicato con successo anche da Robert Schumann o Hans von Bülow.
Non fu però rispettoso dei diritti dell'infanzia; in più, l'insegnamento extramusicale di cui beneficiò Clara fu molto limitato.
L'influsso del padre durò a lungo ed è palpabile nel repertorio dei concerti del primo periodo (Friedrich Kalkbrenner, Camille Pleyel, Ignaz Moscheles e Henri Herz).
Solo una volta staccatasi dall'intransigente figura paterna, Clara inserì nei suoi programmi pagine di Ludwig van Beethoven o Johann Sebastian Bach.

Friedrich Wieck accompagnava sempre la giovane figlia in tournée.
Si preoccupava dei contratti, della sala e dello strumento.
Su quest'ultimo aspetto era particolarmente puntiglioso: portava con sé tutto l'armamentario necessario ad accordare e riparare i pianoforti a coda su cui avrebbe suonato Clara.
All'epoca, infatti, non era possibile portare con sé uno strumento di quelle dimensioni e, inoltre, i pianoforti resi disponibili per i concerti erano sovente difettosi: tasti che si incastravano, sordine che si bloccavano e così via.

Sembra che Clara abbia iniziato a parlare molto tardi, verso i quattro anni, e solo dopo aver passato un anno lontana dal padre, in casa dei nonni.
I corsi intensivi di pianoforte cominciarono all'età di cinque anni.
Si conosce anche la data del suo primo concerto: il 20 ottobre 1829 presentò, con un'altra allieva di suo padre, un pezzo a quattro mani di Friedrich Kalkbrenner.

La piccola concertista si sarebbe esibita poi anche di fronte a Goethe, Niccolò Paganini e Franz Liszt.
Tenne concerti in numerose città; a Vienna, all'età di 18 anni, fu nominata virtuosa da camera dell'imperatore.
Nell'attività di compositrice non fu da meno: le sue Quatre Polonaises op. 1 furono pubblicate quando aveva solo dieci o undici anni.
Seguirono Caprices en forme de Valse, Valses romantiques, Quatre pièces caractéristiques, Soirées musicales, un concerto per pianoforte e molte altre pagine ancora come i Lieder per voce e pianoforte e, soprattutto, il suo Trio in sol minore per pianoforte, violino e violoncello op. 17, che senza dubbio è il suo capolavoro.

Innamoratasi a 16 anni di Robert Schumann, allievo di suo padre, poté sposarlo soltanto cinque anni dopo, il 12 settembre 1840, alla vigilia del proprio ventunesimo compleanno e in totale opposizione alla volontà del padre, convinto che Schumann fosse incline all'alcolismo (cosa che si sarebbe rivelata in gran parte vera) e che avrebbe avuto scarsissimo successo come musicista, a causa delle sue idee innovative in fatto di composizione.

I primi anni di matrimonio furono sereni.
Robert si dedicava alla composizione.
Questi, inoltre, dapprima insegnò per un anno, dal 1843, nel conservatorio di Lipsia, invitato dal suo fondatore, l'amico Felix Mendelssohn Bartholdy, poi però preferì dedicarsi a seguire la moglie in tournée in Russia.
La coppia si stabilì quindi a Dresda, dove Robert si diede totalmente alla composizione.

Seguendo il marito nei successivi spostamenti, Clara si dedicò alla sua assistenza, dacché i sintomi della sua instabilità mentale si manifestarono e poi si aggravarono, via via negli anni e in particolare a Düsseldorf dove nel 1850 il marito aveva trovato impiego come direttore musicale.
Robert infatti soffriva di amnesie, stava assorto per ore, si era rivelato un pessimo direttore d'orchestra.
Il suo stato divenne tale che venne licenziato e fu in seguito salvato da barcaioli durante un tentativo di suicidio nel Reno, nel febbraio 1854. Dovette così essere internato nel manicomio di Endenich presso Bonn, dove sarebbe morto due anni dopo.

00000000000000000-17107874745185
cla1
Clara Schumann raffigurata sulla banconota da 100 marchi tedeschi.

Dopo la morte di Robert, il 29 luglio 1856, la sua vedova si dedicò principalmente all'interpretazione dei lavori del marito, ma quando visitò per la prima volta l'Inghilterra nello stesso anno, in gran parte grazie ai buoni uffici dell'amico compositore William Sterndale Bennett, la critica si pronunciò contro la musica di Schumann in un coro di disapprovazione.

Clara ebbe un ruolo importante nel far rientrare tra i favori della critica il Concerto in re minore di Brahms, un'opera che dopo la prima esecuzione ad Hannover era stata accolta tiepidamente, e aveva per di più avuto un solenne "fiasco" a Lipsia.[2]
La composizione verrà valorizzata solo negli anni Settanta dell'Ottocento, principalmente per la tenacia di Clara Schumann e dello stesso autore.[3]

La pianista tornò a Londra nel 1865 e continuò con le sue esibizioni ogni anno, con l'eccezione di quattro, fino al 1882.
In Inghilterra tenne concerti nuovamente ogni anno tra il 1885 e il 1888.

Le interruzioni dall'attività pianistica furono frequenti, in quanto la Wieck-Schumann attraversò periodi di forte affaticamento che finirono per sfociare in una vera e propria patologia.
Tra il 1873 e il 1875, la pianista fu costretta a cancellare tutti gli impegni per i fortissimi dolori che provava.
Secondo la medicina moderna, si è ricostruito trattarsi di una "sindrome da sovraccarico", caratteristica di alcuni musicisti che arrivano a suonare fino a 15 ore al giorno.
Clara soffriva di dolori acutissimi alle braccia, dovuti al superlavoro, e solo nel 1875 trovò sollievo grazie alle tecniche innovative interdisciplinari per la lotta al dolore introdotte da Friedrich von Esmarch a Kiel.
Le cure migliorarono il suo quadro clinico, ma comunque dové diminuire l'attività concertistica e non inserire nel suo repertorio i pezzi più impegnativi fisicamente, tra cui il primo e il secondo concerto per pianoforte di Brahms, che la lasciavano stremata.[4]

Inizialmente si interessò ai lavori di Liszt, ma in seguito sviluppò una netta ostilità contro di lui.
Smise di suonare qualsiasi sua opera e cancellò la dedica a Liszt, fatta dal marito, della Fantasia in do maggiore op. 17, quando ne pubblicò l'opera completa.
Rifiutò di partecipare al festival per il centenario di Beethoven che si tenne a Vienna nel 1870, quando venne a sapere che Liszt e Richard Wagner vi avrebbero partecipato.[3]
Fu anche infatti particolarmente feroce nelle critiche nei confronti di Wagner. Disse del Tannhäuser che "si consuma nelle atrocità"; descrisse il Lohengrin come "orribile"; e scrisse di un capolavoro assoluto come il Tristano e Isotta che era "la cosa più ripugnante che io abbia mai visto o sentito in tutta la mia vita".[3]

Franz_Hanfstaengl_-_Clara_Schumann_1857

Nel 1878 ottenne la prima cattedra di pianoforte alla Hochschule für Musik di Francoforte sul Meno, un incarico che mantenne fino al 1892 e nel quale contribuì grandemente alla innovazione della moderna tecnica pianistica.

Clara Schumann tenne il suo ultimo concerto pubblico il 12 marzo 1891 a Francoforte.
L'ultima opera presentata furono le Variazioni su un Tema di Haydn di Brahms, nella versione per due pianoforti (op. 56a).

Venne colpita da un ictus il 26 marzo 1896, e morì il successivo 20 maggio all'età di 77 anni.
È sepolta a Bonn nel cimitero Alter Friedhof nella stessa tomba del marito.

F4kHRe2
freQvqK

00000000000000000-17107877204483

In quattro occasioni, il cinema ha ricordato Clara Wieck Schumann:

nel 1944 il film Träumerei vide Hilde Krahl nel ruolo della pianista
nel 1947 Katharine Hepburn interpretò la musicista in Song of Love - Canto d'amore; nello stesso film Paul Henreid era Robert Schumann, mentre Robert Walker impersonava il giovane Brahms.
nel 1983 uscì Frühlingssinfonie - Sinfonia di primavera con Nastassja Kinski.
nel 2008 è la volta di Geliebte Clara con Martina Gedeck.


Nel 2010 la pianista e scrittrice Imma Battista ha scritto un testo teatrale dal titolo "Casa Schumann". Il testo è stato rappresentato il 27 Luglio 2010, a Roma, a Palazzo dei Conservatori - Musei Capitolini, nell'ambito del progetto Roma in Scena. Attori: Paola Gassman nel ruolo di Clara Schumann e Ugo Pagliai nel ruolo di Robert Schumann. Al pianoforte la stessa autrice del testo, Imma Battista.

Nello stesso 2010 la poetessa e drammaturga Maria Grazia Calandrone ha scritto un testo teatrale su Clara Schumann, dal titolo "Pochi avvenimenti, felicità assoluta", interpretato prima da Sonia Bergamasco e poi da Gaia De Laurentiis, rappresentato nei maggiori teatri italiani ed eseguito in diretta radiofonica per i Concerti del Quirinale il 30 gennaio 2011.

sch

Ancora per il teatro, in Italia si è occupata della Wieck-Schumann la scrittrice romana Valeria Moretti, che nel 2008 scrisse il monologo "Clara Schumann" (sottotitolo: "Il viaggio di Clara"), che ha debuttato nel 2010 al Teatro Regio di Torino, con Giuliana Lojodice. Il testo è stato poi tradotto (da Sandro Damiani: La Mongolfiera edizioni, prefazione di Guido Davico Bonino) e rappresentato in Croazia, avendo per protagonista l'attrice Ksenija Prohaska: l'atto unico fa parte del repertorio dell'artista di Spalato, accompagnata dalla concertista ucraina Iryna Smirnova-Nikolenko.

000000000000000-17107877590289

^ M.Steegmann, Clara Schumann, Reinbek 2001, p.9
^ Brahms - Concerto n. 1 per pianoforte, su flaminioonline.it. URL consultato il 13 settembre 2012.
Joseph Braunstein, Liner notes for Michael Ponti's recording of Clara Schumann's Piano Concerto No. 1 in A minor, Op. 7
^ Elena Meli, Clara Schumann, la pianista che non volle arrendersi al dolore, su corriere.it. URL consultato il 13 settembre 2012.
Bibliografia
(EN) Bertita Harding, Concerto: The Glowing Story of Clara Schumann. Indianapolis: Bobbs Merrill, 1961.
(EN) Berthold Litzmann, Clara Schumann: An Artist's Life, (1ª ed. 1913). New York: Da Capo Press; 1979. ISBN 0-306-79582-5
(DE) Johannes Brahms - Clara Schumann. Briefe aus den Jahren 1853-1896. 2 volumi, a cura di Berthold Litzmann. Breitkopf & Härtel, Leipzig, 1927
(EN) Thomas Sowell, The Einstein Syndrome: Bright Children Who Talk Late, pagg. 29-60. Basic Books; 2001. ISBN 0-465-08140-1
(EN) Roger Kamien, Music: an appreciation. Mcgraw-Hill College; 3rd edition (August 1, 1997). ISBN 0-07-036521-0
(EN) Joseph Machlis, Kristine Forney, The Enjoyment of Music. ottava edizione. Norton: New York; 1999.
(EN) Nancy B. Reich, Clara Schumann, The Artist and The Woman. Cornell University Press. 1985. ISBN 0-8014-9388-9
(DE) Monica Steegmann, Clara Schumann, Reinbek bei Hamburg, Rowohlt, 2001
Piero Rattalino, Schumann: Robert & Clara, Zecchini Editore, pagg. 234, Varese, 2002. ISBN 88-87203-14-8
Raffaella Zagni, I Festival "Donne ch'avete intelletto...di suono", Carattere (Bologna) - Cartografica Artigiana (Ferrara)
Clara Wieck Schumann, Lettere, Diari, Ricordi. "Appartenere alla mia arte con anima e corpo", Introduzione, traduzione, note e commenti di Claudio Bolzan, pp. 262, Zecchini Editore, Varese, 2015. ISBN 978-88-6540-135-4
(DE) Den Lebenden schulden wir Rücksichtnahme, den Toten nur die Wahrheit. Eine Einführung in Friedrich Wiecks Welt der philisterhaften Mittelmässigkeit und besseren Salonmusik, In: Friedrich Wieck – Gesammelte Schriften über Musik und Musiker [...], Tomi Mäkelä, Christoph Kammertöns und Lena Esther Ptasczynski (eds.), Peter Lang, Frankfurt am Main 2019, s. 15–49. ISBN 978-3-631-76745-0



Edited by Valene - 18/3/2024, 19:50
view post Posted: 25/2/2013, 14:08 Original Concert Grand - Classical Music Instruments & More..

Original Concert Grand proprietà di Clara Schumann

I2XBdnB

è stato inviato a Clara Schumann, il 24 dicembre 1879 da Braunschweig a Frankfurt am Main. E 'stato restituito al companyduring l'anno della sua morte.
Clara Josephine Wieck Schumann (Lipsia, 13 settembre 1819 – Francoforte sul Meno, 20 maggio 1896) è stata una pianista e compositrice tedesca, moglie del compositore Robert Schumann.
È stata una delle pianiste più importanti dell'era romantica.


DwJdNRY



Edited by Valene - 13/3/2020, 20:31
view post Posted: 22/2/2013, 20:12 Dimebag - Classical Music Instruments & More..

Dimebag

2cDY1rQ

Darrell Lance Abbott (Dallas, 20 agosto 1966 – Columbus, 8 dicembre 2004) è stato un chitarrista heavy metal statunitense. Meglio conosciuto con i soprannomi Dimebag Darrell e Diamond Darrell (quest'ultimo usato solo nell'età giovanile)[2] fu il co-fondatore, chitarrista e compositore, assieme al fratello batterista Vinnie Paul, dei Pantera. Venne assassinato da un suo fan durante un concerto l'8 dicembre 2004. Di lui si ricorda la passione e l’impegno che profuse in campo musicale, oltre che la massima attenzione che ebbe nei confronti dei fans nell'arco dell'intera carriera. Egli infatti non si presentò mai arrogante verso i suoi sostenitori ma, anzi, si dice che non si rifiutasse mai di fornire loro utili suggerimenti o affrontare lunghe discussioni rimanendo, nonostante la sua notevole fama, sempre al loro livello e con i piedi per terra.

ML RUST FROM HELL

ZjosERZ

• Mahogany Top / Body
• 24-3/4" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany V Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Dot Inlays
• Grover Tuners
• Black Hardware / Chrome Tuners
• DBD Traction Knobs
• Floyd Rose Original Bridge
• USA DMT "DimeTime" Neck Pickup
• Bill Lawrence L500XL Bridge Pickup
• Hardshell Case Included
• Hand-Airbrushed Rust From Hell Finish
• Only 100 to be produced worldwide

RAZORBACK V EXPLOSION

WTisgio

• Mahogany Top / Body
• 24-3/4" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany V Neck
• Ebony Fingerboard
• Pearl Dime Razor Inlays
• Grover Tuners
• Black Hardware
• DBD Traction Knobs
• Floyd Rose Original Bridge
• USA DMT "DimeTime" Neck Pickup
• Dimebucker Bridge Pickup
• Hardshell Case Included
• "Explosion" Graphic

RAZORBACK V SKULLS

V9QWsOq

• Mahogany Top / Body
• 24-3/4" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany V Neck
• Ebony Fingerboard
• Pearl Dime Razor Inlays
• Grover Tuners
• Black Hardware
• DBD Traction Knobs
• Floyd Rose Original Bridge
• USA DMT "DimeTime" Neck Pickup
• Dimebucker Bridge Pickup
• Hardshell Case Included
• "Skulls" Graphic

"WANTED" ML

iT5QRfT

• Mahogany Top/Body
• 24-3/4" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany C Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Dime Razor Inlays
• Grover Tuners
• Black Hardware
• DBD Traction Knobs
• Floyd Rose 1000 Bridge
• USA DMT "DimeTime" Bridge Pickup
• DMT Design Neck Pickup
• "Wanted" Graphic

DIMEBONICS ML

i6Walph

• Mahogany Top/Body
• 24-3/4" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany C Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Dime Razor / Cross Inlays
• Grover Tuners
• Black Hardware
• DBD Traction Knobs
• Floyd Rose Original Bridge
• USA DMT "DimeTime" & Dimebucker Pickups
• Hardshell Case Included
• "Dimebonics" Graphic

DIME O FLAME

ErIwmmx

• Mahogany Top/Body
• 24-3/4" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany V Neck
• Rosewood Fingerboard
• Abalone Dot Inlays
• Grover Tuners
• Chrome Hardware
• DBD Traction Knobs
• Floyd Rose Special Bridge
• Dimebucker/DMT Design Pickups
• "Dime O Flame" Graphic

DIXIE REBEL

RX93f9V

• Mahogany Top / Body
• 24-3/4" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany V Neck
• Rosewood Fingerboard
• Dime Razor Inlays
• Grover Tuners
• Black Chrome Hardware
• DBD Traction Knobs
• Floyd Rose Special Bridge
• Dimebucker / DMT Design Pickups
• Hardshell Case Included
• "Dixie Rebel" Graphic

RAZORBACK "X-RAY"

1CFuq6x

• Mahogany Top/Body
• 24-3/4" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany V Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Dime Razor Inlays
• Grover Tuners
• Black Chrome Hardware
• DBD Traction Knobs
• Floyd Rose 1000 Bridge
• USA DMT "DimeTime" Bridge Pickup
• DMT Design Neck Pickup
• "X-Ray" Graphic


Fonte: www.deanguitars.com



Edited by Valene - 14/3/2020, 17:06
view post Posted: 22/2/2013, 14:45 DAVE MUSTAINE - Classical Music Instruments & More..

DAVE MUSTAINE

B5cHekn

David Scott Mustaine (La Mesa, 13 settembre 1961) è un cantante e chitarrista statunitense, leader della thrash metal band statunitense Megadeth. Noto anche per essere stato il chitarrista solista dei Metallica ai loro esordi, venne allontanato dalla band nel 1983, per controversie con gli altri componenti; nello stesso anno fondò i Megadeth, di cui è tuttora frontman e unico componente stabile.

"IN DETH WE TRUST"

0jYPPM9


• Mahogany Top/Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Mustaine Spec. 24 Fret Set "D-Shaped" Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Dot Inlays
• Mini Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic String-Through Bridge
• DMT Design Pickups
• Finishes: "In Deth We Trust" Custom Graphic


VMNT ANGEL OF DETH

R8e4GEs

• Mahogany Top / Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Dave Mustaine Spec. Set Mahogany
"D-Shaped" Neck
• Ebony Fingerboard
• Pearl Mustaine Inlays
• Mini Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic Bridge
• Dave Mustaine Duncan Live Wire Pickups
• Hardshell Case Included
• Finishes: "Angel of Deth" Graphic

ANGEL OF DETH II

YhRYIqc
• Mahogany Top/Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Mustaine Spec. Set Mahogany "D-Shaped" Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Dot Inlays
• Mini Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic Bridge
• DMT Design Humbucker Pickups
• Finishes: "Angel of Deth II" Custom Graphic
• Lefty version also available


VMNT PEACE SELLS

W7c7tLq

• Mahogany Top/Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Dave Mustaine Spec. Set Mahogany
"D-Shaped" Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Dot Inlays
• Mini Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic Bridge
• DMT Design Active Pickups
• "Peace Sells" Graphic


VMNT
RUST IN PEACE


hGBw5Ls
• Mahogany Top / Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Dave Mustaine Spec. Set Mahogany
"D-Shaped" Neck
• Ebony Fingerboard
• Pearl Mustaine Inlays
• Mini Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic Bridge
• Dave Mustaine Duncan Live Wire Pickups
• Hardshell Case Included
• Finishes: "Rust in Peace" Graphic

VMNT FEAR

a8TJLJh

• Mahogany Top/Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Dave Mustaine Spec. Set Mahogany
"D-Shaped" Neck
• Ebony Fingerboard
• Pearl Mustaine Inlays
• Mini Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic Bridge
• Dave Mustaine Duncan Live Wire Pickups
• Hardshell Case Included
• Finishes: "Fear" Custom Graphic


VMNT
END GAME


OUs9LfR

• Mahogany Top/Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Dave Mustaine Spec. Set Mahogany
"D-Shaped" Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Dot Inlays
• Mini Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic Bridge
• DMT Design Active Pickups
• Finishes: "End Game" Custom Graphic

VMNT X

5M1IJuR

• Basswood Top/Body
• 25-1/2" Scale CBK
• 1-11/16" Nut
• Dave Mustaine Spec. Bolt-On
Maple "D-Shaped" Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Dot Inlays
• Mini Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic Bridge
• DMT Design Humbucker Pickups
• Finishes: United Abominations



VMNT DOUBLE NECK DIADEM


qVZOzTF

• As seen on stage at the BIG 4 Concerts!
• Mahogany Top / Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• 2 Mustaine Spec. Set 24 Fret D-Shaped Necks
• Ebony Fingerboard
• Pearl Mustaine Custom Inlays
• Die Cast Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic String-Through Bridge
• Dave Mustaine Duncan Live Wire Pickups
• 3-Way Pickup Selector Switch
• 3-Way Guitar Selector Switch
• Hardshell Case Included
• Finishes: "Diadem" Custom Graphic

VMNT DOUBLE NECK BLOOD LUST

vvlFm9G

• Mahogany Top / Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Two Mustaine Spec. Set Mahogany
"D-Shaped" Necks
• Ebony Fingerboard
• Pearl Mustaine Inlays
• Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic Bridge
• Dave Mustaine Duncan Live Wire Pickups
• 3-Way Pickup Selector Switch
• 3-Way Guitar Selector Switch
• Flight Case Included
• Finishes: "Blood Lust"


Fonte: www.deanguitars.com



Edited by Valene - 14/3/2020, 17:15
view post Posted: 21/2/2013, 11:59 VENDETTA - Classical Music Instruments & More..

VENDETTA

VENDETTA "TEATRO DE LA MUERTE"
HLyMyPD


• Arched Mahogany Top
• Mahogany Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany 24 Fret "Ultra Access" C Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Vendetta Inlays w/ "Muerte" 12th Fret
• Single Ply White Neck Binding
• Grover Tuners
• Black Chrome Hardware
• Tune-O-Matic String-Through Bridge
• DMT Design Pickups
• Finishes: "Tearto De La Muerte" Graphic

MzMsi4u


VENDETTA RESURRECTION
KjUBlU2

• Mahogany Top / Body
• 25-1/2" Scale
• 1-11/16" Nut
• Set Mahogany C Neck
• Rosewood Fingerboard
• Pearl Resurrection Inlays
• Abalone Body Binding
• Grover Tuners
• Black Hardware
• Tune-O-Matic Bridge
• USA DMT "Time Capsule" Pickups
• Finishes: "Resurrection" Custom Graphic

NDfiyZd

Fonte: www.deanguitars.com



Edited by Valene - 12/3/2020, 17:53
view post Posted: 21/2/2013, 11:53 V 79 SAXON - Classical Music Instruments & More..

V 79 SAXON

moHhc7X


Mahogany Top / Corpo
• 24-3/4 "Scala
• "Nut 1-11/16
• Set manico in mogano C
• Rosewood Fingerboard
• Abalone Dot Intarsi
• Meccaniche Grover
• Chrome Hardware
• Tune-O-Matic Ponte
• Pickups progettazione DMT
• Finiture: "Saxon" Graphic


62QG5O0

Fonte: www.deanguitars.com



Edited by Valene - 12/3/2020, 17:47
339 replies since 18/12/2010