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ALTARE :LA RENNES LE CHATEAU ITALIANA

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view post Posted on 27/11/2007, 14:04
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ALTARE :LA RENNES LE CHATEAU ITALIANA


ESSENDO DA ANNI APPASSIONATA AL MISTERO DELLA VICENDA DI RENNES LE CHATEAU IERI NELLA PUNTATA DI VOYAGER SU RAI DUE HANNO PARLATO DI UN PAESE ITALIANO ALTARE IN PROVINCIA DI SAVONA,LE CUI VICENDE RICORDANO MOLTO QUELLE DI RENNES...


DA VOYAGER:

Ad Altare, una paesino in provincia di Savona, un parroco contemporaneo di Berengere Sauniere, ha gestito un tesoro da far sfigurare quello posseduto dell'abate francese. Solo una coincidenza? Per capirlo Roberto Giacobbo ha seguito un percorso attraverso i Pirenei e gli Appennini, partendo proprio da Rennes le Chateau…


CREDITS: GOOGLE--L'ITALIA MISTERIOSA
www.templarius.org/sitistorici.html

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LA CHIESA DI S.EUGENIO

Tra i vari centri della provincia di Savona ne esiste uno che ha una stretta attinenza con la chiesa a livello… nominale; si chiama Altare ed è un paese di poco più di duemila abitanti, a una quindicina di chilometri dal mare e vicinissimo al colle di Cadibona, da cui si dipartono Alpi e Appennini. Nonostante il nome, non è celebre per le sue chiese ,ma per le vetrerie e per il Museo del Vetro, dove, in dodici sale, sono raccolte opere che hanno dal 1750 al 1950 e riassumono l’arte e gli splendori di quest’arte. Il tipico borgo dell’entroterra ligure, simile nelle peculiarità a molti altri centri; le sue origini sono molto antiche e affondano le radici nella Marca =leramica, creata nel 950 da re Berengario II. Nel 1142 il villaggio è assegnato al discendente di Aleramo, Enrico il Guercio e nel corso dei secoli passa da una dinastia all’altra, fino al 1708, quando diviene dominio di Vittorio Amedeo II, duca di Savoia e da lì in poi segue le vicende del Regno di Sardegna e, in seguito, di quello d’Italia.

Fin qui, nulla di particolare; è la storia che possono vantare anche i centri circostanti, con caratteristiche più o meno analoghe e di cui ci si ricorda per tutt’altri motivi. Altare, però, ha una particolarità che lo rende del tutto originale e unico: il suo parroco.

Se Bérenger Saunière ha proiettato Rennes-le-Château sullo scenario mondiale, trasformando questo sperduto villaggio in uno dei luoghi più controversi della storia recente, il sacerdote di Altare, ha fatto delle cose strabilianti, pur rimanendo, lui e il suo paese, del tutto anonimi e sconosciuti al grande pubblico.

Il protagonista, in questo caso, si chiama Giuseppe Giovanni Bertolotti e nasce a Cairo Montenotte (Savona) il 4 febbraio 1842. La sua è una famiglia modesta, il padre Luigi è indicato sugli atti come «serragliere», ossia maniscalco, e la madre, Rosa Giordano, è una semplice sarta. La precisazione è fondamentale per comprendere al meglio i futuri sviluppi della vicenda. Dopo Giuseppe arriveranno altri sette figli: Enrichetta, Rosalia, Cesarina, Giovanni Battista, Antonia, Alberto, Giuseppa (questi ultimi tre moriranno in tenera età).

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Giuseppe Giovanni Bertolotti


Nonostante la situazione economica non florida, la famiglia decide di far studiare il primogenito, che si iscrive al ginnasio inferiore presso i Padri Scolopi di Savona. compie il ciclo completo di studi a Carcare (Savona), sempre nell’istituto degli Scolopi. La vocazione sacerdotale giunge prestissimo e Giuseppe passa direttamente dai banchi di scuola a quelli del seminario di Acqui Terme (Alessandria), sede della diocesi. Il 12 giugno 1866, pur non essendo ancora stato nominato sacerdote (lo sarà soltanto il 22 settembre dello stesso anno), riceve la nomina a curato presso la parrocchia di Serole (Asti). Tre anni dopo, il 3 ottobre 1869, assume l’incarico di parroco ad Altare, luogo a cui legherà la sua vita e la sua leggenda. È a partire da questo periodo che, oltre all’attività propria del suo ruolo, inizia a pubblicare diversi saggi: Fatti storici applicati alla Dottrina Cristiana, Voci di vita ed esempi, Silloge Casuum, Statistica ecclesiastica d’Italia, Il Parroco italiano nei suoi rapporti colle leggi dello Stato, Libertà nelle Encicliche di Leone XIII, la traduzione dei carmi latini di Leone XII, oltre a esegesi e vari gesti culturali. Come se non bastasse questa corposa pubblicistica, nel 1878 fonda il bimensile «L’Avvisatore Ecclesiastico», una raccolta di atti della Santa Sede, circolari del governo italiano, pareri del Consiglio di Stato e sentenze della Corte di Cassazione e delle Corti d’Appello riguardo all’attività ecclesiastica. È una sorta di Gazzetta Ufficiale in ambito religioso che, nel 1890, raggiunge i ventimila abbonati in tutta Italia e che, dieci anni dopo, salgono a 32.900. Una cifra di tutto rispetto, se confrontata con le tirature dei periodici dell’epoca e se si conta che la percentuale di analfabeti era altissima.

È verso la fine del XIX secolo, esattamente nel 1875, che Bertolotti inizia a spendere in modo anomalo per un modesto sacerdote. Ovviamente, il primo intervento riguarda la chiesa parrocchiale di Sant’Eugenio e, proprio in quell’anno, inizia una serie di lavori di restauro e abbellimento che, a fasi alterne, dureranno fino al 1927.

La chiesa ha qualcosa che ci ricorda quella di Rennes-le-Château. Le dimensioni sono notevolmente maggiori, però alcuni dettagli creano una sorta di legame; anche qui la Via Crucis è
diversa, ossia è messa in senso antiorario e c’è anche una statua di san Rocco del XVIII secolo, opera di alto valore artistico in legno policromo dello scultore Mareggiani (sussiste qualche dubbio su questo come che, secondo una pubblicazione francese, è invece Maragliano, il celebre artista genovese), che oggi non è più esposta in chiesa ma è custodita in sacrestia, visto il valore dell’opera. Fino al 1966 era portata in processione per le vie di Altare. Non bisogna dimenticare inoltre che la statua ha la ferita sulla gamba destra! Altare ha un forte senso di attaccamento a San Rocco, patrono dei vetrai la cui ricorrenza è, ancora oggi, la festa più importante del paese, nonostante il patrono della parrocchia sia sant’Eugenio.


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Bertolotti non sembra voler fare economie e la sua grande generosità lo spinge a creare un circolo ricreativo per la gioventù ad Acqui Terme, sede diocesana in provincia di Alessandria, a cui fa parecchie elargizioni in denaro.
L’anno seguente, il 12 dicembre 1886, riceve la Croce di Commendatore dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro. Oggi potrà sembrare un fatto del tutto marginale, vista la proliferazione dei cavalierati, ma all’epoca non era certo così: un riconoscimento simile era riservato alle più alte personalità nazionali e, sinceramente, il parroco di un villaggio sperduto nelle colline liguri non rientrava in tale lista.

Ma, come vedremo, non sarà che l’inizio di una serie di riconoscimenti di massimi livelli, infatti il giorno 11 aprile 1895, il re d’Italia Umberto I gli conferisce, motu proprio, la croce di Grand’Ufficiale del medesimo ordine Mauriziano e questo non è propriamente un fatto secondario. Si tenga conto che Bertolotti, nella sua epoca, è stato l’unico sacerdote al mondo a cui sia stata conferita una simile onorificenza!


Ad ogni modo, proprio quel 2 dicembre 1886, per ricordare il titolo e l’imminenza delle festività natalizie, fa un versamento di ventimila lire per costruire un asilo infantile in paese. Questo sarà aperto, sempre in dicembre, nel 1891 (anno fondamentale per Saunière…) e il 23 maggio 1899 re Umberto I, mentre si trova a Ponza (proprio nello stesso luogo e un anno prima dell’incontro fatale con Gaetano Bresci), con un decreto trasforma l’asilo in «ente morale Mons. Bertolotti comm. Giuseppe».

Nel 1897, sempre in data 12 dicembre dell’equivalente del 17 gennaio di saunieriana memoria…), Bertolotti acquista nella vicina cittadina di Cairo Montenotte dei terreni per edificarvi un altro asilo infantile e come se ciò non fosse sufficiente a sancire la sua fama di filantropo, regala al comune una vasta area di terreno prospiciente il futuro manufatto al fine di realizzarvi dei giardini pubblici. L’asilo è inaugurato ufficialmente domenica 10 novembre 1901, con una cerimonia sfarzosa che vede Bertolotti protagonista assoluto di un tripudio che tutti gli riservano, dal semplice popolano alle massime autorità civili e religiose. Ma il nostro protagonista vuole fare le cose davvero in grande e quindi ai due asili fa una donazione per garantirne l’autonomia finanziaria: un intero palazzo nella città di Savona, sull’angolo tra Corso Colombo e Via Montenotte. Esistono dei rendiconti dinanziari, in cui sono dichiarati queste somme: asilo d’Altare: lire 60.000; asilo di Cairo Montenotte: lire 80.000; palazzo di Savona: lire 120.000; per un totale di 260.000 lire, una cifra davvero grandiosa per d’epoca!
Ovviamente, il 30 settembre 1899 il comune di Altare lo proclama cittadino benemerito.

Ma è a partire dai primi anni del nuovo secolo che Bertolotti si dedica alle sue grandi costruzioni.

Nel 1901, per fare un regalo alla sorella Enrichetta, fa realizzare Villa Agar dall’architetto savonese Nicolò Campora, scelto dal parroco per il suo stile che si rifaceva alle tendenze più all’avanguardia dell’architettura internazionale.

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La villa passerà all’unico figlio, Aleramo , il quale la donerà a un sacerdote, Antonio Pirotto, non la volontà di farne una casa di riposo, cosa che poi avverrà. Pirotto diviene poi vescovo di Troia e Bovina (Foggia) e grande amico di Albino Luciani e Carol Wojtyla, i due futuri papi. Giovanni Paolo II amava molto i ravioli fatti secondo la ricetta di Altare, che degustava insieme a Pirotto. Durante in suo viaggio ufficiale in Puglia, si è recato a pregare sulla tomba dell’amico.

Nel 1951 Villa Agar è stata trasformata in ospedale nel 1962 è divenuta una casa di riposo per anziani, destinazione che ha tutt’oggi. È un edificio imponente e bellissimo, così come è altrettanto splendido anche il «regalo» che Bertolotti fa a Rosalia, l’altra sorella, e che in suo onore chiama Villa Rosa. Anche questa è opera dell’architetto Campora, che la realizza tra il 1905 e il 1906 in perfetto stile Liberty. Nel 1992 la villa è acquistata dallo Stato per insediarvi il Museo dell’Arte Vetraria. In questo periodo sono stati fatti molti lavori di rifacimento interno ed esterno. Nel 2004 la struttura è ritornata agli antichi splendori dell’epoca Bertolottiana e, assegnata al Comune e all’Istituto per lo studio del vetro e dell’arte vetraria, è divenuta un vero polo culturale.

Per l’altra sorella Cesarina ristruttura un palazzo sito di fronte alla chiesa parrocchiale in modo veramente originale e con tutta una serie di particolari che ne fanno in manufatto di rara bellezza.

Acquista appartamenti a Torino e Savona , proprio qui, dona la parte di un palazzo sito in via Paleocapa, la strada più importante della città, all’Istituto educativo delle Suore della Purificazione, le quali gli dedicheranno poi le scuole normali ed elementari femminili. Finanzia la costruzione dell’Osservatorio meteorologico e sismico, collocato nel Forte di Altare che inizia a funzionare il 1º aprile 1899. In seguito sarà trasferito in uno dei due palazzi che il parroco possiede in piazza Vittorio Veneto. Sempre in paese, nel 1923 finanzia la costruzione della Casa dell’Esploratore che, dopo la soppressione voluta dal fascismo del movimento scoutistico, diverrà una Scuola di Cultura e infine un cinema parrocchiale.

Il Monsignore però, dopo tanta generosità verso fratelli e affin pensa un poco anche a se stesso e si regala una grande e confortevole casa colonica circondata da ettari di terreno agricolo nella frazione di Cairo Montenotte.

Giuseppe Bertolotti muore alle 5,15 di lunedì 2 marzo 1931 all’età di 89 anni. Il funerale è celebrato in una triste giornata per la comunità, resa ancora più grigia da un’insistente pioggerellina. Una moltitudine di persone segue il feretro trainato da quattro cavalli bianchi con postiglione in alta livrea. Come si vede dalla rarissima foto delle esequie presente nell’inserto, ben tre sacerdoti precedevano il lunghissimo corteo, a cui aveva preso parte anche un altro sacerdote che anni dopo diverrà santo: don Luigi Orione.
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La tomba di Bertolotti è un vero mausoleo nel cimitero di Altare e sulla sua lapide vi è una lunga iscrizione che illustra e decanta i molti meriti di questo uomo di chiesa e grande benefattore.

A questo punto è più che lecita la domanda: dove aveva preso tutto questo denaro?

Quando i Bertolotti giungono ad Altare da Savona, non sono certo in condizioni agiate; una famiglia «normale», dal punto di vista economico, quella di un maniscalco e di una sarta con otto figli da sfamare. Stranamente, non sono state fatte molte congetture su questo arricchimento, ma una sola. Tutto parte dal ritrovamento presso un archivio privato di Altare di un ritratto di una nobildonna con la didascalia: «Fondatrice dell’asilo infantile di Altare». La nobile in questione è Maria Brignole Sale (1811 – 1888), duchessa di Galliera e finanziatrice dell’ospedale di Genova, che prenderà il suo nome.

Apparteneva a una delle famiglie più importanti del capoluogo ligure e, come se non bastassero le sue numerose proprietà, aveva sposato il marchese Raffaele De Ferrari, membro di un’altra famiglia importantissima a Genova (piazza De Ferrari è il cuore nevralgico della città) e tra i maggiori azionisti della compagnia che aveva realizzato il Canale di Suez e la ferrovia Parigi-Lione. Qual è il legame che unisce questi grandi personaggi il semplice parroco di provincia? Un furto, uno stranissimo furto.

Entra in gioco un certo A.F., amministratore dei beni della duchessa, il quale, nel giro di alcuni anni avrebbe sottratto beni per la cifra colossale di tredici milioni, ritenendo poi utile trasferirsi all’estero, forse in America, per sfuggire alla giustizia. A questo punto, però, il pessimo procuratore, invece di portarsi appresso il frutto del maltolto, ne lascia una grossa parte a Giovanni Bertolotti, fratello minore del parroco e residente a Genova. Sul perché di questo strano atteggiamento non è mai stata fatta luce; Ciò che è noto è che Giovanni passa la questione e l’enorme somma di denaro delle mani di Giuseppe, il quale la restituisce alla legittima proprietaria. Da questo atto di straordinaria correttezza civica sarebbe nata una profonda amicizia tra la duchessa di Galliera e il sacerdote (e perché non con il fratello Giovanni?), che avrebbe aperto a quest’ultimo molte porte e spianato la strada per innumerevoli donazioni. A riguardo, Maria Brignole Sale gli dona parecchie azioni della Compagnia del Canale di Suez e della Parigi-Lione che, comunque, non sarebbero bastate da sole a finanziare l’«impero» di mons. Bertolotti.

I riconoscimenti ufficiali sono di una tale consistenza che non si può assolutamente pensare al caso:

– Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro;
– Grand’Ufficiale del medesimo Ordine =auriziano;
– Cappellano d’Onore di papa Leone XIII;
– Protonotario apostolico e Abate Mitrato, titoli concessi da Leone XIII e Pio X;
– Canonico onorario della Cattedrale di Acqui Terme;
– Grande Medaglia d’Oro di benemerito dell’istruzione pubblica, concessa dal ministro Nasi;
– Vescovo vicario della basilica di san Giovanni in Laterano a Roma.

Questa altissima carica gli era stata concessa il 12 maggio 1907 da papa Pio X in persona. È un riconoscimento che, qualsiasi sacerdote preposto alla cura di un paese della provincia italiana di cento anni fa (e sicuramente anche oggi!) avrebbe accettato, se non immediatamente, nell’arco di un milionesimo di secondo; ebbene, Bertolotti lo rifiuta.

La motivazione che dà al suo gesto riguarda i sentimenti di affetto che lo legano alla sua terra, che non si sente di abbandonare per Roma. Anche se per un caso ben differente, questo rifiuto fa venire in mente l’ostinazione di Bérenger Saunière a non lasciare Rennes-le-Château quando il vescovo Beauséjour glielo impone.

Entrambi i parroci sono legati in modo indissolubile al proprio paese e non lo cogliono lasciare assolutamente. Forse è perché il territorio è la parte essenziale del loro mistero? Vi è anche un altro legame che unisce i due parroci: il culto del Sacro Cuore. Il 16 settembre 1900, Bertolotti benedice una torre dedicata, appunto, al Sacro Cuore di Gesù, presso il santuario della Madonna del Deserto. Egli viene chiamato in questo luogo, sperduto in mezzo ai boschi dell’entroterra savonese, che non era territorio di sua competenza. ancora oggi due lapidi di marmo ricordano questo suo intervento.

Ecco, questo è il semplice e rigido resoconto della vita e delle azioni di Giuseppe Bertolotti, un parroco di campagna che, per i riconoscimenti, le somme spese e le opere realizzate, riduce Bérenger Saunière e il suo affaire Rennes-le-Château e i suoi misteri!

Purtroppo sono così scarne le fonti che riguardano la sua vita che si può procedere soltanto per tentativi. E congetture. quello che è certo è che tra i suoi predecessori alla guida del paese, non si è mai riscontrato nulla di particolare che esulasse dalla vita di un normale sacerdote nella provincia italiana a cavallo tra l’’800 e il '900. Ambrogio Giovanni Rossetti, Giovanni Ricci, Vittorio Binelli, i parroci che hanno preceduto Bertolotti, a partire dal 1824 fino al momento del suo insediamento, sono ricordati giusto sugli annali della chiesa. Così come sarà per coloro che succederanno al «parroco dei miliardi» (questa definizione è molto più calzante che per Saunière): Giuseppe Piccione e Nicola Cardellino, il quale nel 1965 ha fatto parlare di sé, non tanto per misteri e tesori, ma più semplicemente perché ha dato un calcio alla tonaca e si è sposato. Per quanto riguarda il primo, don Piccione, è interessante segnalare che per ben trentacinque anni, dal 1896, è stato accanto a Bertolotti in qualità di viceparroco e ha quindi vissuto in prima persona gli anni d’oro delle grandi spese e dello sfarzo principesco; eppure, una volta deceduto il suo superiore e assunta la guida della parrocchia (che terrà fino al 1947), non ha minimamente dato adito a voci o a particolari movimenti di denaro. Era soprannominato Previatt per la sua figura minuta che, sicuramente, compariva accanto all’imponenza del suo predecessore (anche in questo Bertolotti e Saunière si assomigliavano). Non vivrà mai in canonica (come, invece, faceva il monsignore), preferendo una modesta casa lì accanto, che divideva con la sorella.

Il segreto della ricchezza, come si dice, Bertolotti se c’è portato nella tomba. E su questo punto si possono fare solo delle supposizioni; una pista riguarda i finanziamenti che la duchessa di Galliera avrebbe fatto al parroco in cambio della restituzione della somma trafugata dall’infido amministratore. La nobildonna trascorreva buona parte dell’anno a Parigi, dove morì nel 1888. Ed è proprio dalla Francia che, stranamente, a partire dal 1898 cominciano ad arrivare ogni mese dei corposi assegni ad Altare che, alla morte di Bertolotti, cesseranno di colpo. Bisogna, però, aggiungere che il parroco aveva dimostrato una certa disponibilità di denaro a partire già dal 1875, quando aveva iniziato dei lavori in chiesa. I versamenti mensili sono, forse, l’unico punto fermo di tutta la vicenda che, come si è visto, presenta molti lati oscuri che lasciano aperti altrettanti dubbi. Il fatto che la ricchezza provenisse proprio dalla Francia (non ben specificato se da Parigi o da altre località) è un motivo in più per creare una sorta di gemellaggio tra Altare e Rennes-le-Château, uniti nella storia da due parroci che ne hanno cambiato per sempre il volto.


QUESTA STORIA MOSTRA FATTI DAVVERO INTERESSANTI E FA RIFLETTERE TRA I COLLEGAMENTI AL PAESINO FRANCESE....

INOLTRE...


"Secondo la teoria appena pubblicata da uno studioso italiano - Giorgio Baietti (Lo specchio inverso, Edizioni Età dell'Acquario) - ad Altare un parroco contemporaneo di Berengere Sauniere, padre Bertolotti, avrebbe gestito un tesoro da far sfigurare quello posseduto dell'abate francese. E questo tesoro avrebbe avuto fra l'altro una stretta parentela con quello di Rennes le Chateau."

Edited by Valene - 12/8/2017, 21:09
 
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view post Posted on 3/4/2008, 16:30
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DARK CHEF

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beh in effetti ci sono molte somiglianze ...
potrebbe anche essere ...
 
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Sirithcam
view post Posted on 19/3/2010, 00:52




Sono nuovo di questo forum tuttavia provo a riprendere: le ricerche del mio "quasi compaesano" Giorgio Baietti porterebbero ad un paesino di nome Gelvano ed ad una chiesetta dedicata a S. Rocco qui presente.
Tuttavia sorge un'incognita, nessuno del posto sà dove si trovi questo paese che, unica cosa certa, non dovrebbe essere lontano da Altare.

Personalmente, essendo del posto, mi interessa molto la faccenda ed è da un pò di tempo che sono alla ricerca di questa chiesa, ho persino mandato una mail a Baietti (cosa assolutamente inutile), l'opzione di cercare tra le chiese di S. Rocco è praticamente da escludere visto che, questa zona, ne è piena.

Quindi, è troppo sfacciato chiedere se qualcuno del forum sa qualcosa?


Ringrazio
Sirithcam
 
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Heaven's blood
view post Posted on 19/3/2010, 10:00




CITAZIONE (Sirithcam @ 19/3/2010, 00:52)
Sono nuovo di questo forum tuttavia provo a riprendere: le ricerche del mio "quasi compaesano" Giorgio Baietti porterebbero ad un paesino di nome Gelvano ed ad una chiesetta dedicata a S. Rocco qui presente.
Tuttavia sorge un'incognita, nessuno del posto sà dove si trovi questo paese che, unica cosa certa, non dovrebbe essere lontano da Altare.

Personalmente, essendo del posto, mi interessa molto la faccenda ed è da un pò di tempo che sono alla ricerca di questa chiesa, ho persino mandato una mail a Baietti (cosa assolutamente inutile), l'opzione di cercare tra le chiese di S. Rocco è praticamente da escludere visto che, questa zona, ne è piena.

Quindi, è troppo sfacciato chiedere se qualcuno del forum sa qualcosa?


Ringrazio
Sirithcam

se nessuno del posto conosce il paesino direi che non c'è!
 
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Kakihara
view post Posted on 19/3/2010, 10:27




O che magari è andato disrtrutto tempo fa..
 
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Heaven's blood
view post Posted on 19/3/2010, 12:09




Nemmeno su internet c'è nulla, mi sa che le tue fonti non sono molto autorevoli...
 
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view post Posted on 19/3/2010, 14:01
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++**La Dix Croix**++

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Purtroppo nemmeno io ho trovato nulla al riguardo...forse come dice Heavens le fonti sono errate o il paese in se non esiste + oppure ha cambiato nome...
Temo che a parte le notizie di Altare ahime' non si possan trovarne altre + attendibili se non magari coinvolgendo studiosi o gente del luogo disposta a parlare della vicenda....mi spiace.
 
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Sirithcam
view post Posted on 21/3/2010, 02:05




CITAZIONE (Valene @ 19/3/2010, 14:01)
Purtroppo nemmeno io ho trovato nulla al riguardo...forse come dice Heavens le fonti sono errate o il paese in se non esiste + oppure ha cambiato nome...
Temo che a parte le notizie di Altare ahime' non si possan trovarne altre + attendibili se non magari coinvolgendo studiosi o gente del luogo disposta a parlare della vicenda....mi spiace.

Solo per questo ho passato delle intere inutili nottate sul Web.

Il nome di questo paese è citato nell'ultimo libro di Giorgio Baietti "I Guardiani del Tempo" e, teoricamente, lo scrittore dovrebbe esserci stato.

L'opzione del cambio del nome è la più probabile, so per certo che molti paesi e frazioni da queste parti hanno cambiato nome nel corso degli anni.

P.S.: Digitando "Gelvano" su Google (pagine web italiane) l'unico risultato attinente è un mio post su di un altro sito di esoterismo.... :-)
 
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Ivan di Altare
view post Posted on 12/1/2011, 16:51




Aloha....sono un vero abitante di Altare in carne ed ossa e vorrei darvi un paio di info:

1) la chiesa nella foto non e quella di S. Eugenio ma e quella minore di S. Rocco (Patrono del paese)

2) la chiesa principale e quella di S. Eugenio la piu grande, con le catacombe (ora chiuse al pubblico, chissa xk) che si estendono sotto tutto il paese....io ci abito a 10 metri XD

3) esistono oltre alle 2 chiese sopra citate altre 2 chiese sconsacrate

4) fino a circa 70 anni fa vi era un altra chiesa questa chiesetta era decentrata rispetto al paese...qual è la cosa strana? quando hanno costruito l autostrada la chiesa e stata SOTTERRATA sotto la terra derivata dagli scavi (come se non ci fosse altro posto no?).....cosa ankora più strana?....a differenza di molte altre quella inaccessibile chiesetta è ankora consacrata....x chi non lo sapesse una chiesa viene sconsacrata solo quando viene rimosso il calice d'ORO dove sono contenute le offerte....

ps. se non mi credete sul punto 4 ho 1 foto originale in bianco e nero della chiesetta in questione.

ah non dimenticate di giardarvi Mistero il 13/01/2011 così ne saprete d +

tanti saluti a questo così carino Form :)

Ivan di Altare

p.p.s. 1 altra cosa....il "Colle di Cadibona" si chiama in realtà "Bocchetta di Altare" in quanto il punto dove nascono alpi ed appennini e qui nel nostro Comune...non in quello molto più a valle (cadibona appunto) :P
 
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view post Posted on 12/1/2011, 20:26
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Sei stato davvero gentilissimo,grazie x le precisazioni e per le nuove info sulla tua città!

E grazie anche per averci anticipato per la puntata di Mistero di domani!Grazie di cuore!Ciao!
 
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9 replies since 27/11/2007, 14:04   12701 views
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